Torre Disperata
La rubrica

L’essenza desolata della Murgia

Felice Miscioscia per Murgia a Pedali
Murgia a Pedali, che prende il nome dall'omonima associazione culturale, da oggi diventa anche una rubrica. Un racconto del territorio murgiano, lento e rispettoso, che non lo calpesti, in cui la bicicletta sia protagonista di un viaggio interiore nella bellezza. Il viaggio inizia da Torre Disperata
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Si dice che il territorio murgiano abbia tante potenzialità inespresse, che la gente spesso non conosca quello che c’è intorno al celebre Castel del Monte. Beh, in gran parte questo corrisponde a verità, purtroppo. Ecco perché, per essere valorizzato, il nostro territorio va scoperto e, soprattutto, va raccontato, mentre viene vissuto.

Murgia a Pedali è proprio questo. Certo, nella sostanza è un’associazione culturale con sede in Corato, attiva da quasi tre anni, ma prima ancora vuole umilmente essere un racconto del territorio murgiano, lento e rispettoso, che non lo calpesti, un racconto meditativo, in cui le due ruote siano protagoniste di un viaggio interiore nella bellezza paesaggistica, storico-culturale e identitaria e la bicicletta sia il mezzo privilegiato, e sostenibile, di scoperta del territorio, inteso dal mare all’Alta Murgia. Da oggi, questo racconto diventa una rubrica pubblicata sui portali LiveNetwork. E il viaggio inizia da Torre Disperata.

Pedalare in piena Murgia è un’esperienza particolare, un’immersione in un’atmosfera surreale, mistica, che a momenti non fa sentire la fatica dell’arrampicata. I sentieri dolcemente acclivi ci conducono attraverso paesaggi in rapida evoluzione, dalla ruralità a noi più vicina delle piane olivetate alla vastità delle distese steppiche, in un viaggio che catarticamente ci permette di scoprire il cuore della Murgia, la sua essenza più desolata ed autentica, quasi disperata, come suggerisce il toponimo del punto sommitale dell’Altopiano.

Torre Disperata, appunto, o Terra Disperata, come doveva essere in origine. Un luogo all’apparenza aspro ed inospitale, a 686 metri di altitudine, che tuttavia ci infonde un senso di pace e tranquillità assolute e ci rende sì tanto assorti da ignorare persino l’ingombrante presenza dell’antennone radio, significativa “opera d’arte” contemporanea.

La masseria omonima, posta sulla dolcemente ondulata sommità (dove, a proposito di misticismo, ha trascorso parte della sua adolescenza la Serva di Dio Luisa Piccarreta, il cui padre faceva lì il massaro… ma qui ci fermiamo, per non invadere terreni altrui), è sita nel punto giusto per vagare con lo sguardo fino a salutare il dirimpettaio Monte Caccia ed il sempre presente Castel del Monte, ed arrivare, se si becca la giornata giusta, a rimirare in lontananza la vulcanica sagoma del Monte Vulture.

C’è da perdersi nella vastità degli spazi infiniti. E noi, che, come diceva la canzone, ci sentiamo nullità, nell’immensità, non possiamo far altro che restare fermi, in silenzio, a meditare e a contemplare questo vuoto ossimoricamente pieno di significato, di storia.

Capita così di scorgere posti dove la presenza umana è ancora viva: le masserie, ormai trasfigurate nell’aspetto dalla modernità, quelle ancora attive, a contatto con la terra. Altre volte invece, laddove i residui pascoli steppici scompigliano irriverentemente le colline pettinate dalle lame dei trattori, reclamando la loro atavica superiorità, restiamo affascinati da luoghi ormai dispersi dai quadranti del tempo, abbandonati ad un inesorabile oblio, che tuttavia mantengono fiera la loro anima identitaria, forgiata nella pietra.

È questa l’essenza desolata della nostra Murgia, che ci rinfranca nel corpo e nello spirito prima di planare verso le pianeggianti lande di casa.

Ebbene, noi viviamo di tali emozioni che ci trasmette il nostro amato territorio e che, nell’auspicio di chi scrive – Felice Miscioscia, per Murgia a Pedali -, speriamo di trasmettere in questo spazio, emozioni che non possono far altro che sortire una sorta di senso di pace, di armonia, una profonda gratificazione che nasce forse dal ritrovato equilibrio tra uomo e natura.

Una sensazione da non perdere.

sabato 3 Febbraio 2024

(modifica il 16 Febbraio 2024, 13:12)

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Filippo Piccolomo
Filippo Piccolomo
2 mesi fa

Lodevolissima iniziativa convinto come sono che il modo migliore di entrare in sintonia colla natura e gli spazi immensi della murgia sia il turismo slow, lento in modo da permettere alla nostra mente di sintonizzarsi ed aprirsi all’immenso.
C’ è un però, la mediana della murgia, vero cordone e spina dorsale della murgia, va resa percorribile alle bici, perché nelle condizioni in cui versa oggi, e’ buona solo per il ciclo cross.
Se, se ne aumenta la fruibilità anche in termini di sicurezza, le ricadute economiche anche per le aziende sparse sul territorio saranno positive.

franco
franco
2 mesi fa
Rispondi a  Filippo Piccolomo

e un poco di più di pubblicità …no?