La ricorrenza

25 Aprile, l’Anpi: «Resistenza riferimento per costruire una società di pace»

Anpi
La nota del comitato di Sezione ANPI Corato “Maria Diaferia”
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Non possiamo nascondere che ci accingiamo a celebrare la ricorrenza del 25 aprile con una certa apprensione per l’incremento delle tensioni internazionali e la rapida corsa agli armamenti in atto. Siamo in un momento della storia estremamente delicato, che potrebbe portare a un punto di non ritorno.

La pace è il maggior bene per l’umanità. Va tutelata, difesa e preservata in ogni modo. Lo abbiamo imparato dalla tragica esperienza della liberazione del nostro Paese dal nazifascismo. La Resistenza, come la definì David Turoldo, fu “la lotta dell’umano contro il disumano”; essa è la nostra eredità storica e spirituale, e perciò il riferimento a cui attingere per la costruzione di una società pacifica e pacificatrice.

Ci piace innanzitutto ricordare il suo carattere trasversale e interclassista. Si trattò di una lotta di popolo in una fase epocale della storia nella quale gli italiani vennero chiamati a scegliere da che parte stare e a combattere per la loro libertà.

Alla Resistenza parteciparono contadini, artigiani, soldati, molte persone semplici, che in gran parte non si rifacevano a precise cornici ideologiche. Tra questi vi furono tanti meridionali che negli anni precedenti al conflitto emigrarono, spesso con le loro famiglie, in città del Centro e del Nord Italia. Un terzo dei partigiani furono meridionali, spesso impegnati in prima linea nelle azioni più rischiose.

Un contributo fondamentale venne dato anche dagli IMI (Internati Militari Italiani) soldati italiani che si rifiutarono di collaborare alla politica del Reich e vennero internati nei campi di concentramento. Tantissimi coratini furono tra questi. E tante storie di questi IMI devono ancora essere portate alla luce.

Nel ricordo di questi uomini e di queste donne dobbiamo sforzarci di continuare a camminare sui sentieri della difesa del pluralismo delle idee e della concordia. Il futuro del nostro Paese e della nostra comunità cittadina dipendono dalla nostra capacità di essere custodi di questo immenso patrimonio consegnatoci dai nostri genitori e dai nostri nonni.

Non ci pare, infine, irrilevante ricordare come la lotta antifascista partì dall’immane sforzo di salvaguardare il pluralismo delle idee. Tutti i regimi si caratterizzarono per l’eliminazione del dissenso. Anche oggi, perfino nel nostro Paese, non mancano tentativi di oscurare le voci critiche verso il potere. Ci preoccupa non poco il clima di censura che si sta profilando in Italia: la triste vicenda in cui è incappato lo scrittore Antonio Scurati, il quale non ha potuto tenere un discorso sul 25 aprile in un programma della televisione pubblica, è solo l’ultima. A questo episodio vanno aggiunti il comunicato stampa dei dipendenti della RAI e le querele utilizzate da esponenti del governo contro alcuni intellettuali con una leggerezza sconcertante.

Per tutte queste ragioni, oltre nel consueto ricordo del sacrificio di coloro che ci hanno consegnato la libertà, invitiamo simpatizzanti e comuni cittadini a partecipare alle celebrazioni del 25 aprile! Ora e sempre Resistenza!

 

martedì 23 Aprile 2024

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franco
franco
10 giorni fa

tra coloro che furono internati NON si devono però dimenticare affatto anche i tanti prigionieri di guerra che(oserei dire fortunatamente per loro) si trovarono essere internati NON nei Lager o in prigioni RUSSE bensì in campi di concentramento inglesi o americani.- Tra queste migliaia -MIO PADRE- furono alcuni che interpellati poterono ritornare a combattere in Italia (pochi in verità) infatti le gerarchie anglosassoni NON si fidavano dell’
impegno militare dei NOSTRI.- anche perchè molti si rifiutarono(i più) ma solo e soltanto perchè NON che non volessero difendere la sacra Patria bensì perchè era più che probabile che si sarebbero trovati di fronte ALTRI ITALIANI -con le divise nere- e ne sarebbe stata l’ennesima carneficina . Questa è stata LA VERA TRAGEDIA che è derivata dalla sciagura della guerra mussoliniana.- LA GUERRA CIVILE cui -ripeto molti- non hanno voluto partecipare per coscienza e non per VILTA’ o peggio per IDEOLOGIA . infatti questa posizione fu travisata dai liberatori che LI FECERO RIENTRARE IN ITALIA solo nel 1 9 4 6 credendoli -fascisti irriducibili- ma ricredendosi subito dopo la pace.- viva la Liberta’