Alessandra Ardito
L'opera

Alessandra Ardito è “Viva”

È il titolo del cortometraggio, realizzato dalla 31enne attrice e regista di origini coratine Alessandra Ardito insieme alla filmmaker Marianna Turturo, già proiettato in diversi festival nazionali ed internazionali e ha vinto due premi, all'Apulia Web fest" e al "liberAzioni festival" di Torino
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La locandina del cortometraggio Viva
La locandina del cortometraggio Viva

Questa sera, in occasione della rassegna “Ignoti alla città”, nel Castello Angioino di Mola di Bari sarà proiettato il cortometraggio “Viva”. L’opera, che negli ultimi due anni è stato proiettato in diversi festival nazionali ed internazionali e ha vinto due premi – l’anno scorso al “Apulia Web fest” e quest’anno al “liberAzioni festival” di Torino – è stato realizzato dalla 31enne attrice e regista di origini coratine Alessandra Ardito insieme alla filmmaker Marianna Turturo.

Il cortometraggio “Viva” prende vita dopo un anno di laboratorio teatrale condotto da Alessandra Ardito, con il supporto della psicologa psicoterapeuta Elena Lorusso, nell’ambito del progetto “Liberi in carcere 2020-21” della Asl BAT e affidato alla Fondazione Epasss.

«Il laboratorio – racconta la regista coratina – si è basato sulla fiducia reciproca, sulla mancanza di giudizio e sul gioco, poiché il teatro è un gioco che si fa seriamente e, come tutti i giochi, ha bisogno di regole. Nella prima parte del lavoro sono state esplorate queste regole attraverso esercizi ludici: l’importanza dello sguardo, dell’ascolto, del ritmo, del gesto astratto e concreto, del corpo in relazione allo spazio, agli altri, alla parola e al canto. La seconda parte del lavoro è stata dedicata al racconto utilizzando varie tecniche di improvvisazione. Le donne si sono messe a nudo raccontando con i corpi e con la voce i loro vissuti, ricordi e desideri».

A fine estate Alessandra Ardito, ispirata dai contenuti sia divertenti che commoventi emersi durante le improvvisazioni, decide di non concludere il laboratorio con una performance teatrale ma inizia a scrivere una sceneggiatura. Da qui nasce il cortometraggio “Viva”.

La prima collaborazione tra Alessandra Ardito e Marianna Turturo nasce infatti parlando proprio del progetto. Marianna Turturo, filmmaker, abituata a raccontare storie autentiche di stampo documentaristico accoglie con entusiasmo la proposta di collaborazione da parte di Alessandra. A fine settembre le due registe cominciano il loro percorso assieme, un cammino verso una meta comune. Pochissimi mezzi a disposizione. Una videocamera, un treppiedi ed un microfono. Il minimo essenziale per raccontare senza essere invadenti.

Nel mese di ottobre Alessandra e Marianna hanno lavorato con le detenute cercando i luoghi in cui queste ultime si sentissero più rappresentate. Una volta scelti i luoghi, le registe hanno iniziato una fase di produzione in cui ogni martedì si cercava di tirar fuori il meglio da ogni scena, le parole più sentite, gli atteggiamenti più veri. Le registe infatti propongono il docu-film per raccontare con uno sguardo sincero frammenti di vita, pensieri, nostalgie, momenti di vita quotidiana che in una struttura come quella di un carcere occupano uno spazio rilevante.

«L’ironia e la solidarietà sono le chiavi di sopravvivenza che accomunano tutte le detenute» racconta ancora Alessandra. «Il mare, simbolo di libertà e vastità, proprio accanto alla struttura penitenziaria è costantemente lì, presente, ad enfatizzare l’abisso tra la libertà, data spesso come qualcosa di scontato e le mura dell’ex convento che nulla fanno trapelare se non filo spinato e finestre blindate. Il corto è il tempo di una preghiera, la preghiera di Lucia, una delle protagoniste.

L’idea di produrre un cortometraggio anziché una performance teatrale, come chiusura del percorso e del progetto, nasce dall’esigenza di lasciare un ricordo prezioso alle detenute più duraturo nel tempo. In quanto artiste e mediatrici creative della realtà che ci circonda, abbiamo tentato di mostrare l’autenticità dei loro vissuti e di quelle emozioni che purtroppo poco emergono nella società moderna e che invece meritano di essere raccontate e condivise in ogni modo possibile».

Intanto, la carriera di Alessandra Ardito non si è fermata e, messo in stand-by il teatro, l’attrice coratina sta percorrendo la strada del cinema. Dopo aver seguito una Masterclass con Sergio Rubini, Alessandra ha già interpretato il suo primo ruolo in una serie italo-francese (ancora in fase di realizzazione) intitolata “Un Prophete” per la regia di Enrico Maria Artale.

sabato 16 Dicembre 2023

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franco
franco
4 mesi fa

benissismo l’impegno a tutto campo e chi poteva averlo se non UNA DONNA?