Intelligenza Artificiale

Chatbot AI come supporto per le diagnosi mediche

Michele Cioce
Michele Cioce
Immagine generata con IA
Per i chatbot basati sull'intelligenza artificiale si prospetta l'impiego come partners diagnostici.
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Un recente studio condotto da medici ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) indica che i chatbot con intelligenza artificiale potrebbero diventare preziosi strumenti di supporto clinico per i medici.

La ricerca, pubblicata su JAMA Network Open, si è focalizzata sul “ragionamento probabilistico”, ovvero la capacità di prendere decisioni basandosi sul calcolo delle probabilità. Questo tipo di ragionamento, pur essendo un elemento chiave nella diagnosi medica, rappresenta una sfida per gli esseri umani.

“Fatichiamo con il ragionamento probabilistico”, ha affermato Adam Rodman, medico di medicina interna e autore principale dello studio. “Abbiamo scelto di valutare questo aspetto in modo isolato perché è un’area ben nota in cui gli umani potrebbero trarre beneficio da un supporto”.

Lo studio ha messo a confronto le capacità di ragionamento probabilistico di un gruppo di oltre 550 medici con quelle di Chat GPT-4, un Large Language Model (LLM) accessibile al pubblico. Entrambi hanno dovuto analizzare cinque casi clinici reali, stimando la probabilità di diagnosi in base ai sintomi presentati dai pazienti. Successivamente, sono stati forniti i risultati di esami diagnostici come radiografie toraciche per la polmonite, mammografie per il tumore al seno, test da sforzo per la coronaropatia e analisi delle urine per le infezioni del tratto urinario.

In presenza di risultati positivi, le prestazioni di medici e chatbot sono state simili. Il chatbot è risultato più accurato in due casi, ugualmente accurato in due casi e meno accurato in un caso.

Quando i test sono risultati negativi, il chatbot ha dimostrato una netta superiorità, fornendo diagnosi più precise in tutti e cinque i casi. “A volte, di fronte a un test negativo, i medici tendono a sovrastimare il rischio, portando a un eccesso di trattamenti, analisi e farmaci”, ha spiegato il Dr. Adam Rodman.

L’obiettivo principale dello studio non è stabilire chi eccelle tra medici e chatbot, ma piuttosto valutare come l’utilizzo di queste nuove tecnologie possa influenzare le prestazioni dei medici stessi. I ricercatori stanno infatti proseguendo le indagini in questa direzione.

“Gli LLM non possono accedere al mondo esterno – non calcolano le probabilità come fanno gli epidemiologi o anche i giocatori di poker. Il loro ragionamento è più simile a come gli umani prendono decisioni probabilistiche immediate”, ha sottolineato il Dr. Rodman. “Tuttavia, è proprio questo che li rende interessanti. Nonostante le imperfezioni, la loro facilità d’uso e la possibilità di integrarli nel flusso di lavoro clinico potrebbero teoricamente aiutare i medici a prendere decisioni migliori“.

Lo studio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche sull’intelligenza artificiale e la sua collaborazione con le capacità umane.

mercoledì 13 Dicembre 2023

(modifica il 12 Marzo 2024, 16:11)

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