I volontari dell’associazione Penelope e di alcune associazioni di protezione civile del territorio tanno setacciando una via periferica della città, «che conduce ad un comune limitrofo» alla ricerca di elementi che possano ricondurre a Francesco Leone, il 45enne di cui si sono perse le tracce lo scorso giugno.
Una scomparsa avvolta nel mistero, sulla quale la Procura e i Carabinieri stanno cercando di fare chiarezza, acquisendo degli elementi che però – stando a quanto riferito dall’avvocato Pasquale Pellegrini – non avrebbero fornito grosse novità relative al caso. L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti è che Francesco Leone si sia allontanato volontariamente, facendo perdere le sue tracce per sua decisione.
E anche i tabulati telefonici che, secondo la famiglia, avrebbero potuto fornire importanti elementi circa la scomparsa del 45enne, non avrebbero portato grosse novità nelle indagini.
La famiglia, rappresentata dall’avvocato Pellegrini dell’associazione Penelope, è però convinta che non si possa parlare di allontanamento volontario. Le ricerche si stanno concentrando in una zona extraurbana dove si ha motivo di pensare che Francesco Leone abbia trascorso del tempo. La presenza dei volontari in questa zona è finalizzata dunque a ricercare elementi o tracce del passaggio del 45enne in zona.
Dopo tre mesi di assoluto silenzio, però, la famiglia inizia a perdere le speranze di ritrovare incolume il proprio congiunto.
Lo scorso 15 luglio la famiglia di Francesco Leone, insieme al sindaco di Corato De Benedittis, aveva convocato a Palazzo di Città una conferenza stampa per lanciare, tramite i mezzi di informazione, l’appello a chiunque avesse notizie di qualsiasi tipo di comunicarle a chi di competenza. All’appello, a quanto pare, non ha risposto nessuno.
Possibile che nessuno sa nulla, qualcuno che lo ha visto per l ultima volta, suo cugino con cui usciva da ragazzo