La sentenza

Ex discarica Belloluogo, il Consiglio di Stato: la bonifica spetta al Comune e non ai proprietari

La Redazione
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Corato. Ex discarica di via Belloluogo
I giudici hanno chiuso il contenzioso giudiziario relativo al sito preso in affitto dal Comune negli anni Ottanta per depositare centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti solidi urbani
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La bonifica della ex discarica di Belloluogo spetta al Comune e non ai proprietari del suolo. Il Consiglio di Stato ha chiuso il contenzioso giudiziario relativo al sito – ubicato all'imbocco della provinciale Corato-Bisceglie – preso in affitto dal Comune negli anni Ottanta per depositare circa un milione e 300mila metri cubi di rifiuti solidi urbani.

La vicenda. Dopo che la ex discarica salì agli onori delle cronache per i fumi che provenivano dal terreno, il 30 settembre 2015 l'allora sindaco Massimo Mazzilli emanò un'ordinanza con la quale intimò alla famiglia Leone, proprietaria del suolo, di procedere «alla rimozione e allo smaltimento nei termini di legge dei rifiuti e al ripristino delle normali condizioni igienico sanitarie, ambientali e strutturali dell’area». I proprietari, però, impugnarono il provvedimento e così il Tar Puglia prima sospese e poi – un anno più tardi – annullò definitivamente quell'ordinanza comunale. «I proprietari – spiegarono i giudici nella sentenza – non sono mai rientrati nella disponibilità materiale del bene, il quale non è mai stato riconsegnato dal Comune di Corato, in pendenza di un contenzioso civile involgente presunti inadempimenti contrattuali a carico dell'ente». 

La decisione non venne ovviamente condivisa da Palazzo di Città che, a sua volta, tramite l'avvocato Gennaro Rocco Notarnicola, promosse un ulteriore ricorso stavolta dinanzi al Consiglio di Stato. E nei giorni scorsi è stata emessa la sentenza con la quale i giudici hanno respinto l'appello dell'ente comunale, ritenendolo infondato e confermando, in sostanza, quanto già stabilito dal Tar.

La sentenza del Consiglio di Stato. «Ai proprietari del terreno – si legge nella sentenza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) – non può essere addebitata, rispetto all’evento contestato dal Comune, alcuna condotta passiva o negligente né, a fortiori, causativa di qualsiasi forma di inquinamento, non essendo essi mai rientrati nella disponibilità effettiva del terreno la cui detenzione è rimasta in capo al Comune; detenzione originata dai risalenti contratti di locazione stipulati inter partes per l’installazione sull’area della (ex) discarica comunale, successivamente chiusa e mai bonificata (per quanto dichiarato in atti) dal Comune. […] I proprietari, va soggiunto, si sono ripetutamente attivati con varie iniziative anche giudiziali, per stimolare il Comune a regolarizzare la situazione.

L’Ente locale, tuttavia, e questo è dirimente per quanto sopra rilevato, non ha mai posto in essere atti formali idonei ex lege a costituire in mora i proprietari, ovvero a liberarsi delle responsabilità connesse e conseguenti alla detenzione del fondo. In conclusione, il Comune di Corato nonostante l’obiettiva conoscenza dello stato dei luoghi, la perdurante detenzione in mano pubblica del terreno (mai riconsegnato ai proprietari nelle forme di legge), i connessi e conseguenti oneri e obblighi di vigilanza e custodia del terreno su di esso incombenti, indeclinabili fino alla formale restituzione dell’area, non solo non è per lungo tempo intervenuto ma ha ritenuto di potere traslare, illegittimamente, sui proprietari i costi di smaltimento e ripristino». Il Comune è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali liquidate, in favore degli appellati, in complessivi 5mila euro.

Il commento «Nel momento in cui emerse l'allarme per la ex discarica – afferma l'avvocato Domenico Tandoi che ha difeso la famiglia Leone insieme all'avvocato Marco Lancieri – avviammo sin da subito interlocuzioni con il Comune, asserendo che nessuna responsabilità fosse in capo ai proprietari della ex discarica ma, in maniera illegittima, fu posto l'obbligo di un intervento a loro spese. L'amministrazione ha poi fatto appello anche dopo la sentenza del Tar, ma fortunatamente il Consiglio di Stato ha dato ancora ragione alla nostra tesi».

Il monitoraggio ambientale. Ad oggi, l'unico intervento eseguito nella ex discarica è quello effettuato dal Comune, su ordine del Tar, alla fine del 2015, periodo in cui l'ordinanza comunale era stata sospesa ma non ancora annullata: in quei mesi Palazzo di Città si occupò di rimuovere quasi due quintali di rifiuti in cemento amianto e a ripristinare i tratti divelti della recinzione, così da impedire l’accesso fraudolento di ignoti sul corpo della discarica ed evitare ulteriori rilasci incontrollati di rifiuti. Alla fine del 2016 il dipartimento di scienza della terra e geo-ambientale dell'Università di Bari rese noto l'esito del monitoraggio ambientale eseguito, su richiesta del Comune, sul suolo della ex discarica. Al termine delle verifiche, i tecnici stabilirono che «l'ex discarica di via Belloluogo non rappresenta un pericolo, sia per l’uomo che per gli animali». «Sono state misurate concentrazioni molto basse di biogas e le acque sotterranee risultano non contaminate né da metalli pesanti né da altre sostanze tossiche derivanti da infiltrazioni di percolato» conclusero i tecnici dell'università. «Dal punto di vista biologico sono state rilevate trascurabilissime tracce di contaminazione batterica e le acque risultano idonee per irrigare i campi». Ma se è vero che, secondo questi studi, l'ex discarica non è pericolosa, resta il fatto che i rifiuti siano ancora lì da quarant'anni e che, prima o poi, in qualche modo bisognerà intervenire.

giovedì 26 Maggio 2022

(modifica il 10 Agosto 2022, 17:35)

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saponetta
saponetta
1 anno fa

ma scusate, come si fa a rimuovere centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti? e poi dove li porti? come li differenzi? che fine fanno? se già i tecnici hanno detto che non c'è pericolo, ma che li vai a rimuovere a fare? ma soprattutto, quanto verrebbe a costare alla comunità un' operazione del genere?

franco
franco
1 anno fa

non credo proprio che tutti i rifiuti accumulati in maniera informe siano ancora NON dannosi PER TUTTI NOI CHE ABITIAMO NEI DINTORNI! le conclusioni espresse dall'Università di BARI cercano di trasmettre un messaggio NON allarmante ma c'è da chiedere agli illustri studiosi :”abitereste voi nelle prossime vicinanze di tale DISCARICA”? perchè di tale trattasi ex o non ex