Non solo reazioni dal mondo politico. Anche l'Arcivescovo di Trani, Barletta e Bisceglie (diocesi di cui fa parte anche Corato), Mons. Leonardo D'Ascenzo, ha commentato l'intervento del Procuratore della Repubblica Renato Nitti sui fenomeni di criminalità nella provincia BAT e nel suo circondario. Ecco le parole del presule:
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«Ho preso atto con rammarico e preoccupazione della nota con la quale il Procuratore della Repubblica di Trani ha descritto la situazione della criminalità nel territorio della provincia B.A.T. e manifesto tutta la mia solidarietà al dott. Nitti e tutte le forze dell'ordine che lavorano nelle città e nei paesi della nostra diocesi. Quella prospettata dal Procuratore della Repubblica è una situazione che suscita grave sconcerto e impone una riflessione e un impegno comune di tutti coloro che – cittadini, istituzioni, Chiesa diocesana – hanno a cuore la sicurezza e lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio.
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È necessario intervenire affinché le forze dell’ordine e la magistratura siano messe concretamente in grado di contrastare i fenomeni criminali; occorre realizzare progetti che, aumentando in particolare le opportunità di lavoro e di stabile abitazione, impediscano alle organizzazioni criminali di porsi come risposta ai bisogni di vita soprattutto dei più giovani; è tempo che tutti noi sentiamo che la sicurezza e la giustizia sono una responsabilità anche personale, non possiamo rimanere a guardare mentre la delinquenza imperversa e inquina la nostra convivenza sociale. Restare inerti significa essere conniventi; tacere o minimizzare significa essere conniventi.
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La Chiesa diocesana continua l’impegno, sul solco dell’insegnamento e della testimonianza di verità di Papa Francesco, a costruire percorsi di educazione alla legalità, a sostenere le esperienze di unità e di onestà nelle comunità cittadine, a porsi a fianco di tutti coloro che quotidianamente lavorano per estirpare i fenomeni mafiosi e criminali, che si sono sviluppati nella nostro territorio, a realizzare progetti di solidarietà a favore delle famiglie in difficoltà economica, particolarmente in questo tempo di pandemia. Come lo stesso Pontefice ha più volte ribadito, siamo sulla stessa barca e nessuno si salva da solo, facendoci capire che, si può sperare in una società migliore, con la sinergia di tutte le istituzioni».
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Cioè la Chiesa ora si limita a fare lezioni di legalità? Non contano più i peccati ma le regole? Mi pare una deriva teologicamente discutibile.
ho scritto come la penso già su tranilive e confermo tutto.- adesso anche la nostra classe ecclesiastica-tramite il suo referente principale- aderisce all'allarme sociale economico del procuratore Nitti.-adesso che pare si stiano accorgendo di quanto la criminalità comune e non si stia infiltrando nelle nostre vite.- aggiungo soltanto una parola che non ho letto ancora e ritengo invece essenziale…USURA e con quel che segue -egregi signori che mi auguro facciate seguire i fatti alle parole e agli scritti.-senza scuse
Ma che c'entra la Chiesa con l'educazione alla legalità? In Chiesa ci vanno i cristiani, a scuola invece ci vanno tutti e quindi magari sarebbe più utile farla li, partendo con l'educazione civica come materia. Io ricordo che in Chiesa si andava innanzitutto per il Catechismo. Ridurre la Chiesa a un ente collaterale non è utile oltre a non essere cristiano.