Cultura

L’Archeoclub racconta “La Rivoluzione napoletana del 1799 in Puglia e Basilicata”

La Redazione
La Rivoluzione napoletana del 1799
L'evento è organizzato dall'Archeoclub di Corato in collaborazione con il "Centro Teseo - Creatività tra Arte e Scienza" di Bari e rientra nel progetto "Historia magistra vitae a Corato - La storia ci insegna"
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L’Archeoclub continua a raccontare la storia locale. Il prossimo appuntamento è con il libro “La Rivoluzione napoletana del 1799 in Puglia e Basilicata” di cui si discuterà venerdì 21 giugno alle 19 nel Sevent In in corso Garibaldi, 98.

L’evento è organizzato dall’Archeoclub di Corato in collaborazione con il “Centro Teseo – Creatività tra Arte e Scienza” di Bari e rientra nel progetto “Historia magistra vitae a Corato – La storia ci insegna” e si concluderà con un buffet light.

Dopo i saluti di Iolanda De Palma (Sevent In) e Michele Iacovelli (presidente Archeoclub), interverranno Peppe Notarangelo (Fondazione Notarangelo), Rosa Maria Capozzi (Cnr Bari) e Raffaele Macina (storico).

L’autore del testo, Domenico Notarangelo, ha voluto ricomporre frammenti di storia locale. Ogni paese, ogni città aveva sentito la necessità di raccontare la propria storia. Non si trattava di una storia minore, provinciale e municipale, ma di una storia degna di rientrare nella storia nazionale, arricchendola e sottraendola al torto di essere stata sottintesa, trascurata, ignorata per così lungo tempo.

Il libro è promosso dalla fondazione Giorgio Amendola e dall’associazione lucana Carlo Levi, con il patrocinio della soprintendenza per il patrimonio storico artistico demo etnoantropologico della Basilicata, della regione Puglia, della regione Basilicata, della provincia di Matera e del Comune di Matera.

lunedì 17 Giugno 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 17:54)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

“Ignorata per lungo tempo”, si evidenzia. In effetti la rivoluzione napoletana fece seguito al successo di quella francese, e quindi, come ispirazione, non ha alcunché di autoctono né di paragonabile alla seconda. In quella nostrana vi fu la spinta degli intellettuali, ben distanti dal popolo che essi volevano coinvolgere, come essi pensano sempre di fare, sentendosi gli unici depositari del “Verbo”. La reazione del re era scontata. Centosettant'anni dopo, sempre su ispirazione francese, c'è stata da noi un'altra rivoluzione, che però ha toccato marginalmente la periferia: quella studentesca. Ma a contrastarla non c'era un re, ma un nugolo di ministri democristiani, del tutto inetti. E il caos sociale e politico che viviamo ora, ne è nipote.

Franco
Franco
4 anni fa

Infatti un tentativo di alcuni intellettuali illuminati dalla rivoluzione francese e a quella legati da fratellanza massonica. Purtroppo ancora oggi la narrazione è retorica e non spiega bene quanto accaduto, copre i fatti con ideologie tramontate.