Politica

De Lillo: «Perrone assessore, atto politicamente scorretto e moralmente inaccettabile»

La Redazione
Il sindaco Massimo Mazzilli e il senatore Perrone
Una nota di Giacomo De Lillo, ex consigliere comunale socialista, commenta la nomina di assessore assegnata al Senatore Perrone: «Non è accettabile la consapevole e dichiarata eterogenesi dei fini della nomina»
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Una nota di Giacomo De Lillo, ex consigliere comunale socialista, commenta la nomina del Senatore Perrone in qualità di assessore all'urbanistica.

Dura la critica: «Nominare un assessore, perché acquisisca un titolo indispensabile per conseguire un diverso obiettivo (o vantaggio), in questo caso la qualità di componente dell’Anci regionale, con diritto all’elettorato attivo e passivo, è un atto politicamente scorretto e moralmente inaccettabile».

Di seguito la nota integrale:

«Potrebbe non essere il caso di scomodare Emanuele Kant per un argomento di ordinaria levità amministrativa. Lo faccio per sottolineare la “opinabilità” di un comportamento ispirato più ad una ragion pratica che a una ragion pura, più ad un imperativo ipotetico che ad un imperativo categorico. Solo quest’ultimo, infatti, in quanto incondizionato, rispetterebbe, secondo Kant, l’indicazione vincolante di una norma valida per tutte le persone e per tutte le circostanze. Insomma solo l’imperativo categorico, universale e cogente, può dirsi dotato delle caratteristiche della moralità.

Non è, dunque, accettabile, sul piano politico e su quello etico, la consapevole e dichiarata eterogenesi dei fini che avrebbe indotto il Sindaco a conferire l’incarico di assessore al senatore Luigi Perrone.

"La sua nomina – ha sostenuto Massimo Mazzilli – è una mia precisa volontà. Voglio che la giunta e la città si avvalga delle sue capacità e competenze. Inoltre per Corato è importante che lui prosegua e porti a termine l’importante ufficio della presidenza regionale Anci”.

Ora, a parte il fatto che la legge non richiede altri requisiti, in capo agli assessori, se non quelli della candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere comunale, come è dimostrato dalla qualità degli altri assessori nominati, (diversamente da quanto previsto per i rappresentanti del comune presso enti, aziende ed istituzioni, ai quali si richiedono requisiti culturali e professionali), appare inaccettabile la finalizzazione dell’incarico conferito al senatore Perrone.

Il Sindaco sceglie e nomina un assessore per ragioni di equilibrio politico all’interno della maggioranza che lo sostiene; perché ritiene che il soggetto nominato sia affidabile sul piano della correttezza personale ed amministrativa; possa concorrere in maniera propositiva alla elaborazione collegiale degli atti di competenza della giunta ed alla realizzazione del programma; abbia sufficiente tempo a disposizione per curare gli “affari” di cui alla delega conferita; non si trovi in conflitto di interessi.

Nominare un assessore, perché acquisisca un titolo indispensabile per conseguire un diverso obiettivo (o vantaggio), (in questo caso la qualità di componente dell’Anci regionale, con diritto all’elettorato attivo e passivo), è un atto politicamente scorretto e moralmente inaccettabile.

Il senatore Perrone avrebbe potuto non rassegnare le proprie volontarie e determinanti dimissioni da consigliere comunale per provocare la caduta del sindaco Bucci o avrebbe potuto ricandidarsi alle ultime amministrative e farsi eleggere, in modo da conservare il requisito indispensabile per la partecipazione all’Anci. Non lo ha fatto e, grazie alla connivenza del Sindaco, riacquisisce, per vie traverse, una rappresentanza del Comune, in seno a quell’Associazione, che spetterebbe al Sindaco di diritto.

E’ questa la eterogenesi dei fini, cinica e politicamente scorretta, che umilia la coerenza e la trasparenza democratica.

C’è, però, un altro aspetto di questa vicenda che sbigottisce ed inquieta: la delega all’urbanistica.

Che Gino Perrone sia capace e competente in materia, come sostiene il Sindaco, è da dimostrare, ma non è importante. E’ innegabile, invece, che quel settore sia ad una svolta decisiva, che dovrebbe coincidere con la presentazione della proposta definitiva del Pug, con la sua adozione e con la sua approvazione, perché prenda avvio finalmente la ripresa di un settore paralizzato da troppo tempo, non solo per effetto della crisi economica.

Se così è, ed è così, l’assessore designato dovrebbe poter garantire una discontinuità netta con la disastrosa gestione del governo del territorio degli ultimi venti anni e sentirsi impegnato, a tempo pieno, nel confronto con le rappresentanze sociali, culturali e politiche cittadine: condizioni che l’assessore neo nominato, già assente dalla foto ufficiale di gruppo, non è, evidentemente, in grado di garantire, a meno che non dimostri scientificamente di essere in possesso del dono dell’ubiquità.

Ma c’è dell’altro: l’art. 78, comma 3, del D. Lgs 267/2000 recita: “I componenti della giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”. Che è come dire: chi esercita nel territorio comunale un’attività professionale o tecnica legata a quei settori, non può far parte della giunta comunale.

Capisco che il discrimine sia molto sottile e che il senatore Perrone non sia un ingegnere, un urbanista o un architetto. Una sorta di incompatibilità o di conflitto di interessi, in ogni caso, è possibile far discendere, dalla circostanza che egli operi, sia pure attraverso la società “Luigi Perrone” o altre società amministrate o partecipate da congiunti, nel settore dell’edilizia, nel quale è nata e si è sviluppata l’azienda familiare e nel quale persistono conflitti o compartecipazioni con altri operatori economici. Per non dire delle responsabilità politiche addebitabili al Sindaco Perrone per mancato esercizio della potestà di indirizzo e di controllo, relativamente ai fatti che avrebbero, poi, portato alla condanna in primo grado di dirigenti comunali del settore urbanistico e dell’edilizia privata.

E’ appena il caso di concludere che questi ed altri comportamenti depongono contro la responsabilità politica e deontologica sia del Sindaco che dell’assessore delegato all’urbanistica e lasciano presagire una loro scarsa affidabilità in fatto di comportamenti improntati alla trasparenza e al principio di buona amministrazione, come vorrebbe il primo comma dell’art. 78 del D. Lgs. 267/2000».

sabato 5 Luglio 2014

(modifica il 25 Luglio 2022, 21:37)

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sother
sother
9 anni fa

Nelle decisioni e nei comportamenti della società vi sono delle motivazioni e delle contromotivazioni: aver dato l’incarico a Perrone, non ancora logoro né fisicamente, né psicologicamente, e per niente disposto a cedere il posto, magari ad un geometra ventenne e pieno dell’ entusiasmo del neofita, per consentire al Senatore stesso di mantenere l’incarico di presidente dell’ANCI, è un argomento che può avere delle basi. La contromotivazione è questa: e tutti gli altri Comuni che non hanno questa fortuna, sono destinati a fallire, ad essere commissariati, ad avere un’amministrazione impossibilitata, senza quell’alto appoggio, ad operare bene?

Pierluigi
Pierluigi
9 anni fa

Un esempio lampante di come le nomine, alle volte, promanino dal basso. Chiaro è che il concetto di statura vada inteso, in questo caso, non solo in termini di caratteristica fisica, ma anche, appunto, morale.

giulio.dimperio
giulio.dimperio
9 anni fa

Spero che l’opposizione consideri attentamente almeno questo scritto ed approfondisca seriamente altro, altrimenti…… so cosa pensare

mariol1962
mariol1962
9 anni fa

Chiarissimo il commento fatto dall’ex consigliere De Lillo almeno la gente leggendo capisca a chi hanno votato e che politica ci ritroviamo a governare il paese.

Vito Conca
Vito Conca
9 anni fa

Pienamente concorde con quanto scritto da Giacomo De Lillo.