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Referendum, i commenti del giorno dopo: «Corato s’è desta»

La Redazione
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Primi commenti dopo il raggiungimento del quorum e la straripante vittoria dei "sì" nel referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento.

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«I risultati dei referendum, che chi sa leggere gli umori della gente intuiva già da qualche giorno, ci mostrano in tutta chiarezza un grande sconfitto e un grande vincitore», scrive la Dc Libertas Corato..
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Il grande sconfitto è Berlusconi, al terzo pessimo risultato elettorale in meno di un mese. Le 4 sconfitte di berlusconi e di tutti i suoi cortigiani, anche coratini, è senza appello. Perche’ se si leggono i numeri, impressionanti, si scopre che quasi tutti i 17.000.000 di italiani che hanno votato per lui nel 2008, oggi hanno votato contro di lui e a favore dei referendum. Insomma un colpo devastante. Quasi tutto il suo ex elettorato ha votato contro le sue scelte senza condivisione (e in alcuni casi senza logica): sue perche’ tutto quanto e’ accaduto in Italia in questi ultimi 3 anni, dipende da lui, visto il potere decisionale dei suoi.
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rnE’ quindi sconfitto sia sul piano politico, sia sul piano tecnico: nonostante i patetici tentativi dell’ultimo minuto di dissimulare, (retromarcia sulla scelta nucleare con conseguente bocciatura, l’ennesima, della corte costituzionale e invito a disertare le urne, totalmente disatteso) la sonora bocciatura dei referendum certifica il disimpegno degli elettori del PDL dal programma elettorale del 2008.
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rnE ci restituisce eguaglianza rispetto ai governati sul legittimo impedimento. A tal proposito esprimiamo la nostra solidarieta’ al ministro Alfano per l’ennesima bocciatura, stavolta del popolo italiano, di una sua iniziativa legale: ci pemettimao di consigliargli di cambiare i propri consulenti legali, visti i pessimi risultati fin qui conseguiti.
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rnIl grande vincitore, al di la’ dei quesiti referendari sui quali, a parte il legittimo impedimento, la politica dovra’ comunque trovare risposte adeguate, e’ il popolo italiano.
rnNon solo il popolo in senso stretto: ha vinto soprattutto il popolo della rete, quell’internet che ha stravolto la sociologia e la comunicazione.
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rnHanno vinto il civismo, l’iniziativa comune, la partecipazione attiva, la responsabilita’ e la consapevolezza dei singoli: la maggioranza degli italiani (stavolta maggioranza vera non maggioranza artificiale) ha detto no a scelte calate dall’alto e senza senso. E ha mandato un messaggio chiaro a tutta la politica, nonostante la latitanza dell’informazione, soprattutto televisiva.
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rnAnche a Corato la situazione e’ emblematica. Oltre il 58% degli elettori coratini, nonostante il silenzio totale del PDL e dei suoi surrogati, i cui rappresentati hanno esplicitamente consigliato agli elettori di non andare a votare, ha detto un secco no al nucleare, all’acqua privata e al legittimo impedimento. E di conseguenza ha bocciato la miserrima azione governativa degli ultimi anni, prendendo atto della vacuita’ delle promesse elettorali, evidentemente disattese dalla realta’.

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Quel 58% ha lanciato un segnale molto forte anche alla nostra amministrazione di destra e in primis al sindaco Perrone, che, al pari del governo nazionale, continua ignorare le richieste della popolazione, come per esempio sulle piste ciclabili. Questo enorme risultato, di cui va dato merito indistintamente a tutti i partiti di opposizione, ai movimenti, alla caritas cittadina, ci restituisce una citta’ piu’ matura e consapevole, che, ne siamo sicuri ci riservera’ piacevoli sorprese al momento del rinnovo del consiglio comunale.
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rnLa citta’ si e’ svegliata e il processo e’ irreversibile: ai partiti di opposizione il compito di canalizzare questo entusiasmo e tramutarlo in una rinascita dello spirito civico».

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«I cittadini e le cittadine di Corato hanno risposto in maniera massiccia alla chiamata referendaria», scrive invece Vito De Leo, presidente del centro studi politici "A. Moro".
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«In città il quorum è stato raggiunto con il 58,47% di votanti, l’intera provincia si attesta sul 53,8%, ma anche come pugliesi possiamo essere orgogliosi del 52,5% raggiunto. Corato e la Puglia ancora una volta marcano l’identità di un sud diverso, attivo, che riesce a imprimere forza alle istanze di cambiamento, partecipando in massa agli appuntamenti cruciali.
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rnI Comitati referendari cittadini, che hanno trovato in Corrado de Benedittis, uno dei maggiori promotori degli incontri ospitati presso lo sede della Caritas, di cui è stimato presidente, insieme al popolo del PD, del PSI, della D.C, dell’UDC e di IO Sud, che alla vigilia elettorale con il sen. Procacci hanno espresso un appassionato e motivato invito a recarsi alle urne per esprimere un chiaro SI ai quattro referendum, hanno il diritto di festeggiare una vittoria dal chiaro sapore politico, che arriva a due settimane dalla grande riscossa civica che ha coinvolto le più grandi città capoluogo del nord e il comune di Napoli. Dopo tanto tempo piazza Cesare Battisti è ritornata ad essere quello scenario di riscatto e di orgoglio che non può rimanere isolato o semplice ricordo di una unione politica e civile limitata alla circostanza referendaria.
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rnLa consultazione referendaria del 12 e 13 giugno ha dimostrato, a Corato, in Puglia come nel resto d’Italia, che i cittadini non risparmiano la partecipazione quando sono in gioco temi ed interessi che riguardano tutti, in poche parole quando si intravede il rischio di causare danni al bene comune. Di fronte ai temi dell’aria, dell’acqua e della legalità, la maggioranza dei cittadini italiani ha declinato l’invito di “andare al mare”.
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rnQuesto voto carica di ulteriore responsabilità il Partito Democratico ed i suoi alleati. La coalizione di centrosinistra viene chiamata di fatto ad attrezzarsi per il governo del Paese e della nostra città, come due settimane fa è stata chiamata, nella maggior parte delle comunità al voto amministrativo, al governo degli enti locali.
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rnCome Centro Studi Politici “A. Moro” continuiamo a chiedere che i partiti non possono continuare a ridursi solo a luoghi burocratici e chiusi alla partecipazione, soprattutto dei giovani e delle donne, ma che devono porsi con una chiara identità alternativa all’attuale assetto di governo e come soggetti sociali del proprio territorio, soprattutto attraverso la promozione di un’opera capillare di educazione e partecipazione alla vita politica.
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rnI veri attori dello sviluppo non sono i mezzi economici, ma le persone. E le persone, come tali, vanno educate e formate: lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello al bene comune.
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rnC’è da vincere la diffusa disaffezione e diserzione alla politica, specie da parte delle giovani generazioni. Di qui il nostro invito ai partiti, ancora una volta, a fare un salto di qualità, in modo da riprendere dignità e diventare capaci di offrire riferimento e guida, soprattutto sul piano della testimonianza, della legalità, della responsabilità, dell’inclusione sociale, del welfare, della partecipazione, della salvaguardia dell’ambiente e delle politiche culturali. Il tutto, attraverso un dialogo sereno tra le forze politiche e la società civile, nel quale ognuno possa offrire contributi costruttivi e utili a fondare su basi solide la futura amministrazione comunale».
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rn«Lunedi’ la storia politica italiana ha voltato finalmente pagina – scrive ancora Antonio Patruno – sara’ questione di giorni o di mesi (pochi per la verita’) ma la situazione e’ destinata irreversibilmente a cambiare. Sono destinati all’oblio gli assessori muti, quelli che dicono si’ perche’ l’ha detto il loro capo politico, i parlamentari e i consiglieri che vendono la loro dignita’, quelli che fanno politica senza spirito di servizio, gl’incompetenti, i tanti Cetto Laqualunque, soprattutto i piu’ patetici, cioe’ quelli alle prime esperienze, che imperversano nel mondo politico.
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rnQuesto splendido risultato referendario, spettacolare per Corato, rimette per la prima volta al centro della politica, dopo tanti anni, il civismo, la partecipazione, la responsabilita’, la voglia di decidere e di informarsi dei cittadini. Qualita’ su cui in molti, e io tra questi, avevano avuto dubbi negli ultimi tempi. Ma che, per fortuna, gli italiani hanno sapientemente smentito.
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rnLo stesso risultato riconsegna, ad una categoria fondamentale per il futuro del paese, il ruolo essenziale che le spetta. I giovani, coloro ai quali, mi spiace citarmi, avevo fatto appello nei giorni precedenti il referendum, hanno dato una degna risposta all’attuale politica, soprattutto quella di governo.
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rnGrazie al passaparola su internet, facebook, sui siti di informazione locali, cui va dato atto e merito per il grande servizio che fanno alla societa’ e alla democrazia, i giovani dei movimenti, dei partiti, della caritas, hanno vinto e hanno fatto vincere i referendum, lo spirito civico della citta’. Nonostante l’assurdo silenzio, ai limiti della disinformazione, della TV sia pubblica, sia privata.
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rnSul versante politico il risultato dei referendum, che da’ una botta forte al governo, ci restituisce almeno altri due spunti di riflessione.
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rnInnanzi tutto segnala che i moderati hanno chiarito da che parte stanno: ne prenda atto tutta l’opposizione, non solo di sinistra o centrosinistra.
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rnPrimo perche’ sono sempre piu’ convinto che non esistono piu’ ne’ la destra ne’ la sinistra, intesi come luoghi politici: lo aveva anticipato 10 anni fa il supremo Giorgio Gaber. Secondo, perche’ oggi, l’opposizione nel paese e’ molto piu’ ampia di quella presente in parlamento: la priam annovera tanti cittadini che tre anni fa hanno votato per il governo.
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rnI cattolici, la gente di cultura media, le famiglie, insomma gli italiani comuni, quell’elettorato “conservatore” nel senso che ha bisogno di fidarsi prima di cambiare, non crede piu’ alle favole di berlusconi e i suoi cortigiani. Stanno chiedendo a noi alternativi a questo modo di governare, di rappresentarli con etica, competenza, coerenza, spirito di servizio, senso dello Stato, senza urlare, senza furbizia. E con l’unico legittimo obiettivo di risolvere i loro problemi, soddisfare le loro aspettative, ridare una speranza di futuro, riportare l’Italia tra i grandi del mondo. E lo chiedono ammonendo che non sono piu’ disposti a tollerare formalismi e troppi orpelli. Perche’ l’economia langue, il lavoro manca o e’ precario, le famiglie si sono impoverite, i giovani non hanno futuro, le tasse sono troppo alte.
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rnIl secondo spunto di riflessione e’ che siamo ad un passaggio epocale, come nel ’92. A tutta la politica, in particolare all’opposizione tutta intera, compreso il terzo polo, i cittadini chiedono di risolvere i problemi e di prendere decisioni sagge, senza forzature ma con risolutezza, visto che il governo attuale si e’ dimostrato inadatto. Ed e’ essenziale dare una risposta forte e rapida: il rischio e’ che arrivi un nuovo berlusconi, di qualunque colore politico, che ci faccia perdere altri 20 anni inutilmente.
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rnInsomma ci stanno dicendo che i problemi concreti vengono prima delle sfumature dei programmi politici: la lezione di Milano deve insegnarci molto.
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rnIn conclusione mi sento di rivolgere un invito ai partiti, essenziali nella dinamica politica, che si propongono di governare, anche la nostra citta’. Bisogna canalizzare questa partecipazione, traendone spunti e trasformandola in forza elettorale per un nuovo governo e una nuova amministrazione. Al pari dei partiti, anche i movimenti hanno il compito di non disperdere questa grande risorsa di partecipazione: le richieste della base vanno indirizzate verso partiti che sono gli intermediari costituzionali tra la politica e i cittadini rappresentandoli nelle istituzioni. Certo c’e’ da lavorare: ma le premesse ci sono. E il cambiamento sara’ totale quando la politica e la societa’ sapranno nuovamente avere e meritare fiducia reciproca».

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«Nel riconfermare la piena soddisfazione per gli esiti referendari – aggiunge il Coordinamento dei Giovani Democratici Cristiani di Corato – vogliamo evidenziare che il risultato del 12 e 13 giugno è la vittoria non dei singoli, bensì dell’intera Comunità italiana e dove ha trovato certamente riconferma il valore della Carta Costituzionale che è l’elemento fondamentale per la Democrazia italiana.

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La vittoria del SI non è soltanto una piena delegittimazione dell’operato del Governo, ma è soprattutto la fiera affermazione che una nuova primavera sta per concretizzarsi nella nostra Italia. Tale risultato è la forma più sublime del ritorno all’impegno civico e politico di tanti Italiani e soprattutto giovani che per troppo tempo sono stati allontanati e demoralizzati dalla partecipazione attiva. 26.857.452 Italiani hanno sancito per sempre che la politica del liberismo, dell’uomo solo al comando e del concetto di una Democrazia finalizzata agli interessi di pochi o quasi di uno non può più essere tollerata dalla cultura del diritto e della partecipazione che fanno parte integrante del nostro DNA di cittadini italiani. Soprattutto la partecipazione dei giovani messa in rete attraverso lo strumento di internet ha dimostrato come la forza di un profondo rinnovamento può cancellare una classe dirigente fatta di nominati e di ultra settantenni accompagnati dai genitori.

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L’occasione del 12 e 13 giugno deve rappresentare una forza di profonda ribellione delle generazioni emergenti che devono riappropriarsi del loro ruolo di nuova classe dirigente e che deve allontanare per sempre vecchie cariatidi che in forma elefantiaca vogliono restare abbarbicati al potere e alla casta senza dare prospettiva di futuro alla nostra Italia. Il risultato del 12 e 13 giugno non è un traguardo, ma è il punto di ripartenza per rilanciare la politica fatta di servizio e fatta soprattutto per rappresentare gli interessi di tutti. Un plauso va fatto alla Comunità catolica e alla Chiesa (non tutta) che si è voluta impegnare per partecipare attivamente alla determinazione del futuro senza subire le scelte miopi fatte da un Governo che certamente non governa.

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Saremmo curiosi di sapere quale comportamento abbia avuto qualche illustre Prelato di Corato che giorni prima della celebrazione del Referendum ha voluto parlare dell’impegno dei Laici e dei Cattolici in politica invitando soltanto rappresentanti di un Partito quasi a celebrare l’unità dei Cattolici all’interno del PDL. Sono proprio questi cattivi maestri che contirbuiscono ad allontanare i giovani dalla Chiesa e dalla politica e sarebbe anche ora che ci fosse una profonda riflessione su certi ruoli educativi.

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Il Movimento dei Giovani Denocristiani unitamente con il Movimento Unione Popolari della Dott. ssa Maria Di Prato stanno elaborando un nuovo quesito referendario che a breve sarà portato all’attenzione della Corte Costituzionale prima e poi dell’azione di raccolta firme per cancellare un altro obrobrio di questa brutta epoca di ventennio che è la legge elettorale. Come diceva Giorgio Gaber la Democrazia è partecipazione e la legge elettorale voluta da Berlusconi, Calderoli e qualche compiacente personaggio che oggi milita all’opposizione, ha moritificato le intelligenze, le coscienze e le capacità prostrandole alla insipienza di una legge elettorale che è l’antitesi della Democrazia, ma che certamente sarà la regola del mondo di Berluscolandia. Con fierezza saremo sentinelle della Costituzione e della Democrazia e daremo testimonianza con tutti i giovani di questa nostra Comunità anche in forma trasversale affinchè ci sia un profondo cambiamento».

martedì 14 Giugno 2011

(modifica il 27 Luglio 2022, 3:44)

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