Il Partito Democratico di Corato vuole dare inizio a «una nuova fase di dialogo e riflessione aperta per ricostruire un progetto politico per la Città, che porti all’unità del centrosinistra». Per questo motivo invita «iscritti, simpatizzanti e cittadini a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà domenica 10 novembre, alle 17 nella sede di largo Plebiscito 43».
È quanto si legge in una nota inviata dallo stesso partito in vista delle amministrative 2019.
«Pensiamo – spiegano dal Pd – che nel periodo storico in cui viviamo, caratterizzato da paure, precarietà e disuguaglianze, sia quanto mai importante tornare a vivere e praticare insieme gli spazi della Politica e della Città. C’è oggi un’urgenza di incontrarsi e parlarsi, di unire risorse e visioni, per affrontare le importanti sfide che ci attendono dal piano locale sino a quello globale.
Per questo motivo, il Partito sarà orientato all’allargamento della partecipazione e alla costruzione di alleanze possibili per le sfide sociali, culturali, economiche ed elettorali del prossimo futuro. Ci impegneremo ad attuare una conduzione condivisa e collegiale, promuovendo l’adesione di nuovi iscritti e la loro concreta possibilità di incidere nelle scelte del Partito. Sembrano da questo punto di vista incoraggianti le numerose nuove iscrizioni, soprattutto da parte dei giovani.
Davanti a noi c’è un lavoro lungo e complesso, ma guidati dai valori del lavoro e dell’inclusione sociale, dell’ecologismo e della parità di genere, proveremo insieme a conoscere ed affrontare i tanti problemi che caratterizzano la nostra Comunità.
Il Partito Democratico è un partito aperto, la cui leadership è distribuita e condivisa tra i suoi membri. Non temiamo le critiche costruttive, anzi, ribadiamo tutta la nostra apertura a coloro i quali, ispirati dai nostri stessi valori, vorranno mettersi in gioco con passione e coraggio».
Si parla sempre, nella presentazione dei programmi dei vari partiti, di “nuove svolte”. Sinceramente diffido di quell'aggettivo: significa riconoscere l'insufficienza di quelle vecchie, anche alla luce di situazioni contingenti, che possono essere diverse da quelle precedenti. Infatti i principi base dovrebbero essere immutabili e ben limitati, senza tuffarsi nel calderone del lungo elenco di ideali. Se poi l'eventuale “ammodernamento” è affidato agli stessi uomini, allora è presumibile che nulla cambierà. Un'altra illusione è data dall'invito alla partecipazione attiva di tutti: oltre al fatto che ci sarebbe confusione di idee, questo urta contro la diffusa tendenza a delegare ad un capo carismatico le proprie scelte politiche. Ma trovare un egemone valido, rimane sempre come problema.