La replica

Rincaro ortofrutta, i fruttivendoli: «Non siamo speculatori, vi spieghiamo il perché»

La Redazione
Rincaro ortofrutta
«Il costo maggiore di alcuni prodotti è dettato da altri fattori che nulla hanno a che vedere con il Coronavirus»
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«Fa male doversi difendere dall’accusa di essere speculatori». Alessandro Ventura lavora come fruttivendolo da trent’anni e proprio non ci sta a leggere commenti di persone che accusano la categoria di alzare i prezzi di frutta e verdura.

Tutto è nato da una nota di Coldiretti rilanciata ieri, in cui l’associazione di rappresentanza dei coltivatori italiani denuncia il rincaro dei prezzi di frutta e verdura. Sotto la lente sono finiti soprattutto gli aumenti dei prezzi di arance (+108%), fragole (+100%) e zucchine (+191%), ma il rischio di nuovi aumenti riguarda anche altri prodotti del mercato ortofrutticolo. La causa, secondo l’associazione di categoria, è di una filiera che sta subendo la perdita di migliaia di lavoratori stagionali, dopo essere stata già flagellata dalle condizioni atmosferiche insolite degli ultimi mesi che hanno messo in ginocchio l’intero comparto agricolo, facendo lievitare così i prezzi per il consumatore finale.

«Non sono state scritte cose vere – spiega Ventura, che si fa portavoce dei tanti fruttivendoli coratini – perché non c’è stato nessun rincaro dovuto al Coronavirus. Facciamo l’esempio delle arance. La produzione nostrana, quella siciliana, ormai è finita tempo fa e in questo momento si vendono solo arance d’importazione. Il prezzo del frutto sale fisiologicamente in questo periodo ed è sempre stato così. Strano che si parli di arance e non di altri prodotti il cui prezzo è rimasto immutato».

E le fragole? «Le fragole hanno subito un aumento dei prezzi negli ultimi giorni – racconta un altro fruttivendolo, Pasquale Sardanoperché c’è stata una grossa domanda del prodotto sotto Pasqua. Nei prossimi giorni il costo delle fragole tornerà a calare. In generale – aggiunge Sardano – in questo periodo dell’anno sono diversi i prodotti della terra che aumentano di prezzo perché c’è una sorta di vuoto, l’assenza di frutta e verdura stagionale spesso dovuta anche al clima che posticipa il raccolto primaverile».

Insomma, sono altri i fattori che determinano l’aumento dei prezzi, fattori che regolano il mercato ortofrutticolo da sempre. «I lavoratori che operano nei campi ci sono – ribatte Ventura a quello che Coldiretti scriveva nella nota – e le aziende agricole stanno trovando soluzioni per fronteggiare il virus».

«Mi piacerebbe mostrarvi le fatture di acquisto – dice Ventura – per farvi capire quanto siamo onesti con i nostri clienti e quanto sia ridotto il margine di vendita che applichiamo, tra il 20 e il 30%. Ad esempio, le fragole le acquistiamo a 3.20 al chilo e le rivendiamo a 4.50. Oltre al costo della merce va aggiunta l’Iva, l’affitto, le utenze, il trasporto e tante altre spese accessorie come i sacchettini di plastica che regaliamo. Definirci speculatori è grave, noi continuiamo a lavorare nella massima trasparenza e nel rispetto dei consumatori».

venerdì 17 Aprile 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 4:20)

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giulio patruno
giulio patruno
4 anni fa

si i prezzi sono aumentati di tanto e la cosa assurda che nessuno vigila , stiamo alle stesse condizioni dell'entrata dell'euro che da mille lire a un'euro .

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Dispiace leggere le giustificazioni di una categoria, che vede la sua economia condizionata da fattori ora spesso a lei sfavorevoli. Ripeto: la speculazione sui prezzi era una caratteristica dei decenni che hanno preceduto l'euro, a causa di una quantità di denaro circolante superiore alle nostre reali possibilità di spesa (ed infatti, mentre gli italiani godevano, chi si indebitava ero lo Stato). I piccoli negozianti hanno cominciato a soffrire dalla metà degli anni '60 quando, sul modello americano, cominciarono a nascere i supermercati: aveva inizio un'abitudine che non si conciliava col nostro modo di pensare, legato ancora alla tradizione, al rapporto umano, alla “chiacchiera”. Ma un popolo senza basi solide è facile ai cambiamenti, agli influssi esterni, all'abjura di se stesso.

Aldo
Aldo
4 anni fa

Anche i supermercati e discount danno “stasceddate” in questo periodo… Frutta e non… povero colui che si trova a valle della catena degli acquisti… E a monte… I nostri coltivatori e produttori sono stretti nelle morse della GDO oltre a dover soccombere davanti alle “eque” quote di produzione della nostra cara Europa… Ma poi tergiversiamo troppo…

disco disco
disco disco
4 anni fa

Mi chiedo il motivo per cui sparare a zero contro questa categoria, solitamente formata da piccoli commercianti e negozi di poche metrature … e non dire nulla sui supermercati o farmacie. Forse avere santi in paradiso va ancora di moda in questa Italia.

Vincenzo Tota
Vincenzo Tota
4 anni fa

Fra i costi ha indicato i sacchetti di plastica……Non sono d'accordo perché i sacchetti di plastica vengono considerati alla stregua della merce che contengono…..penso non abbiano lo stesso costo!!!!!

Vale
Vale
4 anni fa

Attenzione state parlando di piccoli commercianti, attività di prossimità che offrono spesso il servizio a domicilio gratuito. Il commercio al dettaglio è in crisi negli ultimi anni anche grazie alle scelte scellerate operate nel nostro territorio. Occorre essere lucidi e oggettivi nelle valutazioni. Le vere speculazioni vi sfuggono e non sono queste.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Con l'euro, i prezzi improvvisamente raddoppiarono, ce lo ricordiamo. Ma poi, si sono quasi fermati. Con la lira e l'inflazione annua stabilmente intorno alle due cifre, dopo un po' un pensionato stentava ad andare avanti. Col cambio dell'euro a 1000 lire, ci saremmo trovati un sacco di soldi, che i nostri governanti avevano già dimostrato di non saper utilizzare adeguatamente. Prodi (colui che firmò l'accordo) conosceva bene quale fosse la nostra credibilità. Molti pensano che il cambio giusto sarebbe dovuto essere di 1500 lire: non so quali criteri abbiano spinto a questa valutazione, ma i miei studi universitari mi inducono a pensare che anche così ci sarebbe stato troppo denaro in giro, raffrontato alla nostra predisposizione alla spesa e al risparmio, favorendo l'inflazione.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Ringrazio Michele per la cortese precisazione, oltretutto basata sulla sua esperienza personale. Quando entrò in vigore l'euro, nel '99, si ritenne opportuno fissare i cambi ai due anni precedenti, quelli di “osservazione”, quindi al '97. Noi, nel '92, svalutammo la lira, e nel '97 per acquistare un ECU occorrevano già 1929,66 lire, valore molto vicino al cambio ufficiale con l'euro, e preso come punto di riferimento. Comunque il cambio a mille lire ci avrebbe reso sì più ricchi nel mercato interno, ma meno concorrenziali con quello esterno, essendo, i nostri prodotti, costati il doppio. Ma, secondo me, il pericolo più grave sarebbe stato quello dell'inflazione, che ha sempre caratterizzato il surplus di denaro, confrontato alla reale capacità economica, a disposizione delle famiglie.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Leggo sul Corriere la proposta di sanatoria, avanzata dalla CGIL con una dozzina di sigle, nei confronti dei 600mila irregolari che lavorano nelle campagne. Sorge spontanea una domanda: ma prima, chi raccoglieva i pomodori? Erano gli italiani che, per vari motivi, non andavano più a scuola, dopo aver raggiunto ciò che era indispensabile: leggere, scrivere, fare di conto. Chiaramente nella proposta, una sfilza di “diritti”, senza alcun “dovere”, e la richiesta di requisizione di manufatti, per il loro alloggio. Personalmente sono d'accordo: o non si facevano entrare (ma la scuola doveva prima selezionare i nostri giovani idonei ad andare avanti) o, una volta entrati, non si possono tenere in condizioni disumane, credendo così di tener buono il nostro residuo e ridicolo patriottismo.

francesco de francesco
francesco de francesco
4 anni fa

non esiste proprio che i fruttivendoli comprino le fragole a 3.20 questo è quasi il prezzo di vendita al consumo in molti paesi della provincia dove il prezzo è 3.50 . giovinazzo – bitonto-modugno al mercato grossisti ci sono prezzi molto piu bassi . Vendere le fragole a 4.50 non è un margine ridotto. distinti saluti Francesco