Il caso

La casa per anziani di Don Luca rischia di chiudere: in bilico decenni di storia

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
Casa Protetta "Dono di Speranza"
Ridotto al minimo il numero di ospiti, dipendenti in cassa integrazione. «Chiediamo l'aiuto di benefattori»
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Una storia che rischia di concludersi in modo inaspettato, soffocata dagli adempimenti normativi, vittima dell’impossibilità a far fronte a pesanti spese per potersi adeguare a ciò che impone la legge.

È la storia della Casa Protetta “Dono di Speranza”, struttura per anziani che rientra nelle opere volute da don Luca Masciavé, cui recentemente la città di Corato ha riconosciuto l’importanza dell’attività per gli ultimi intitolandogli la piazza dell’ex Ospedale, sulla quale si affaccia la casa protetta.

La casa per anziani sta attraversando un momento buio e corre il serio rischio di dover sospendere le attività a causa di alcuni improcrastinabili e costosi lavori di adeguamento strutturale alla normativa regionale. Il piano terra, concesso in comodato d’uso gratuito dal Comune, non risponde ai requisiti che la normativa impone. Il primo piano sarà interessato dai lavori. La capienza della struttura, dunque, è drasticamente ridotta da 46 posti letto a 18.  Ed ora vivono nell’ex ospedale soltanto 8 ospiti.

«Se non ci è consentito avere ospiti, come potremo affrontare le spese per l’adeguamento strutturale?» rifletta Rosalba Piccarreta, legale rappresentante della Residenza socio assistenziale.

Per adeguare gli spazi occorrono decine di migliaia di euro. E sono a rischio anche una dozzina di posti di lavoro. Delle 23 unità che lavoravano nella Rsa sono rimaste attive soltanto 7. Gli altri lavoratori sono in cassa integrazione.

Una situazione difficile, posta anche all’attenzione del consiglio comunale nell’ultima seduta dal consigliere di Sud al Centro Massimo Torelli.

«Da più parti ci giungono notizie relative allo stato di difficoltà che la casa protetta “Dono di Speranza”, ubicata nella struttura del vecchio ospedale, sta attraversando. Una notizia che ci sconforta e che, se corrispondesse al vero, ci imporrebbe in quanto pubblici amministratori di avviare una riflessione e di comprendere in che modo l’istituzione pubblica possa intervenire per tutelare innanzitutto i posti di lavoro e quindi l’opera stessa, voluta da Mons. Luca Masciavè» evidenziava Torelli.

E aggiungeva: «Soltanto pochi mesi fa abbiamo ricordato la figura del sacerdote, ne abbiamo elogiato l’opera a favore degli ultimi e delle persone che necessitano di assistenza e cure, intitolandogli – come è giusto che sia – la piazza che si affaccia proprio dinanzi al vecchio ospedale. Chiedo, pertanto, all’amministrazione che attivi ogni canale affinché si possa trovare soluzione alla crisi che sta coinvolgendo l’opera e si faccia promotrice, per quanto nelle sue facoltà, di azioni che possano salvaguardare questo presidio che ancora oggi, da tanti anni, svolge un ruolo sociale fondamentale per la nostra comunità che, al pari delle altre, sta attraversando l’inverno demografico».

Il prossimo 26 marzo è stato convocato un tavolo tecnico tra Asl Bari e Comune di Corato per discutere sulla delicatezza della questione.

La richiesta di aiuto ai benefattori

Per provare a fronteggiare l’emergenza, la Rsa ha attivato una raccolta fondi straordinaria finalizzata all’esecuzione di opere urgenti di adeguamento alle nuove disposizioni normative emanate dalla Regione Puglia.

«Tali adempimenti, onerosi, stanno minando la stessa sopravvivenza della RSA, ente pioniere nel campo dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Considerati gli interventi da porre in essere e le esigue risorse economiche della Dono di Speranza, Vi chiediamo un gesto di solidarietà e sostegno economico» hanno scritto in una lettera i responsabili della struttura, chiedendo la solidarietà ai benefattori.

«La Dono di Speranza svolge la propria opera in Corato, negli ambienti del vecchio ospedale; essa è sempre stata un punto di riferimento per la sua posizione centrale, nonché e soprattutto per il suo fondatore, Don Luca Masciavè. La RSA è fiduciosa di poter mantenere vivo ancora Io spirito di assistenza nella carità cristiana che ha caratterizzato la propria opera nel tempo» si legge ancora nella missiva.

Qualcuno ha già risposto all’appello e sono state raccolte somme «che inducono a credere ancora più convintamente nel valore e negli obiettivi della raccolta fondi per le necessità evidenziate» spiegano i responsabili della Rsa.

Quanti volessero aderire alla raccolta fondi possono farlo attraverso un bonifico a favore di:

Soc. Coop. Dono Di Speranza

IBAN: IT92W0538541470CC1040906640

venerdì 15 Marzo 2024

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Falco M.
Falco M.
1 mese fa

È imperativo controllare la gestione di questo centro .

Ss ss
Ss ss
1 mese fa
Rispondi a  Falco M.

Allora i cari figli si prenderanno cura dei loro affetto.Altrimenti anche
Loro faranno la stesa fine🫣🤨😊.

Ella
Ella
1 mese fa
Rispondi a  Falco M.

In che senso?

Ss ss
Ss ss
1 mese fa

E’davvero questo il motivo?

Ella
Ella
1 mese fa
Rispondi a  Ss ss

Se ha dei dubbi li espliciti. Altrimenti non e chiaro cosa intende. Grazie.

Ella
Ella
1 mese fa

Credo che gli industriali cittadini dovrebbero sostenere un’istituzione che, a differenza di altre e pur dovendo contare sugli introiti, non è nata a scopo di lucro. L’industria deve reinvestire sul territorio.

Andromeda
Andromeda
1 mese fa
Rispondi a  Ella

Invece non pensa che ci possa essere stata una cattiva gestione… rimasta inascoltata per troppo tempo… REINVESTIRE si.. ma non con l’attuale dirigenza.. altro che donazioni

Luigi Acella
Luigi Acella
1 mese fa

Il Comune più che dare la struttura in comodato non può dare altro. Gli adeguamenti delle RSA non sono derogabili, se non dovessero arrivare le risorse alla soc. Dono di Speranza non rimane che pensare ad un’altra destinazione dell’immobile.

Filomena Montano
Filomena Montano
1 mese fa

mia madre è stata ospite felice, coccolata e ben accudita nella struttura, noi figli ci siamo sentiti sempre tranquilli, anche perchè mia madre capace di intendere e di volere ci raccontava quotidianamente e senza alcuna lamentela come trascorreva le sue giornate, e tra l’altro tra noi ed il personale tutto c’era intesa ed empatia e se per qualcosa alcune volte c’era necessità di qualche chiarimento e di qualche consiglio da parte nostra per adeguarsi alle esigenze dell’ospite, erano sempre pronti sad esaudire le legittime richieste. Sicuramente non sarà una struttura perfetta, ma di imperfezioni ce ne sono e tante, indubbiamente anche in altre strutture.

giuseppe loiodice
giuseppe loiodice
1 mese fa

La vicenda mi porta indietro nel tempo quando, da giovane Consigliere Comunale, ebbi l’onore e l’onere su disposizione del Sindaco Mario Modesti, di predisporre con il compianto Arturo Olivieri e don Luca Masciavè, la convenzione che avrebbe regolato il rapporto tra il Comune di Corato e l’opera voluta dallo stesso don Luca con la quale si affidava in comodato il vecchio immobile ospedaliero. La convenzione predisposta ebbe il placet del segretario generale dott. De Meo ed approvato all’unanimità da parte dell’intero Consiglio Comunale. Indiscusso il ruolo dell’ing. Pinuccio Amorese che nel tempo ha seguito l’esecuzione di tanti lavori effettuati sulla struttura. Uomini e sensibilità di altri tempi?