Il piano di dimensionamento scolastico approvato dalla Regione Puglia porta in sé un vero e proprio sconvolgimento degli assetti e genera amarezza in alcuni operatori del mondo della scuola.
La protesta più importante arriva dall’istituto comprensivo “Battisti – Giovanni XXIII” il cui assetto sarà completamente stravolto. In una nota, i vertici scolastici hanno parlato di «smembramento selvaggio», di «provvedimento ingiusto e irrazionale».
Perché prevedere a sorpresa una divisione del comprensivo e non l’accorpamento dell’istituto Fornelli (unico circolo didattico rimasto) all’Istituto comprensivo Imbriani-Piccarreta, come previsto dalla Regione Puglia nello scorso agosto? È una delle riflessioni che gli operatori della scuola si stanno ponendo nelle ultime ore.
L’amarezza è tanta, non soltanto per l’esito non appagante del piano di riordino, ma soprattutto per il mancato coinvolgimento degli operatori in scelte strategiche.
«Sarebbe stato auspicabile che decisioni così rilevanti, in grado di incidere profondamente nel rapporto con l’utenza, fossero state assunte attraverso un tavolo di confronto tra tutti gli attori interessati, dove ognuno avrebbe potuto esprimere pareri e fornire dati determinanti ai fini della riorganizzazione della rete scolastica» afferma la dirigente del comprensivo Battisti – Giovanni XXIII, Pina Modeo.
«Siamo molto preoccupati, non solo per il destino delle singole persone, bensì per il modello pedagogico che, in questi anni, abbiamo scelto di adottare nella scuola Primaria e dell’Infanzia con importanti risultati, che mai vorremmo andassero persi» spiega la dirigente.
Il riferimento è al modello della “Scuola senza zaino”, un modello di didattica innovativa focalizzata sul processo di crescita psicologica e di autoconsapevolezza del bambino, e che prevede una formazione continua da parte del personale docente, chiamato ad un approccio alternativo all’insegnamento tradizionale su cui si basa l’educazione degli allievi e l’acquisizione delle competenze di base.
«Un piano di dimensionamento che non considera questa peculiarità dell’offerta formativa rischia di mortificare il lavoro costante della comunità professionale dell’istituto comprensivo orientato esclusivamente, e da sempre, al benessere dei destinatari di riferimento: le bambine e i bambini» aggiunge la dirigente.
«Abbiamo lavorato in squadra, consolidando un metodo di lavoro che ci ha portato a raggiungere importanti risultati sia in termini di qualità dell’offerta formativa sia in termini di quantità dell’utenza. Ora si rischia di scomparire come compagine e agenzia formativa sul territorio» afferma con rammarico la dirigente.
E aggiunge: «Smembrare il nostro istituto significa vanificare l’impegno profuso dall’intera comunità scolastica, nei confronti delle famiglie che in questi anni hanno riposto la loro fiducia nella nostra istituzione».
Da quando sono stati istituiti gli istituti comprensivi, nelle scuole cittadine si lavora infatti in un’ottica di curricolo verticale, dalla scuola dell’infanzia sino alla secondaria di primo grado. «Il provvedimento – aggiunge Modeo – ha l’effetto di disperdere l’identità culturale del nostro istituto comprensivo e la sua storia, testimoniata da diverse generazioni. Non si considera affatto il trend positivo di crescita della popolazione scolastica riscontrato negli ultimi anni. Quali sono dunque le motivazioni profonde che hanno portato a questo stravolgimento?»
La dirigente scolastica ha chiesto agli uffici competenti della Regione di poter interloquire per esprimere il proprio punto di vista e illustrare gli svantaggi che un ridimensionamento, così come concepito, può arrecare all’utenza e al personale del “Battisti – Giovanni XXIII”. Si auspica che a breve ci possa essere un confronto e una revisione ragionata delle posizioni in gioco.
Infine la dirigente fa riferimento ad un progetto internazionale di Ricerca-azione in cui il Battisti-Giovanni XXIII è stato coinvolto, avente ad oggetto la formazione dei docenti, in collaborazione con l’università di Barcellona e in convenzione con l’Università degli studi di Bari, dal titolo “Teacher Inquiry Based Practies”.
Il progetto, finanziato da Fondi europei, rischia una seria compromissione del suo espletamento a causa della disgregazione programmata in questa fase.
«Sarebbe grave non poter portare a termine i compiti e le attività per cui abbiamo formalmente espresso un impegno professionale di collaborazione accademica. I motivi per ritenere illogico e irrazionale il nuovo assetto previsto dalla Regione sono tanti. Faremo sentire la nostra voce» conclude.
Sonno pieno dal Comune.
secondo me la dirigente è preoccupata, più che altro, dal dover perdere la reggenza…..
OGNIUNO VA AVANTI COME CREDE, NON ESISTONO DIRETTIVE E CONSENSI DOPO AVER FATTO GLI STUDI O RICERCA PER DARE IL MEGLIO NELLA SCUOLA, IL SINDACO COME AL SOLITO DORME DORME E CONTINUA A DORMIRE.
Una protesta ineccepibile, quella della Preside Modeo. Grazie, uniremo la nostra voce alla Sua
La preside Modeo teme forse di diventare soprannumeraria e di perdere quindi il cadreghino?
Commento a dir poco superficiale il Suo, come altri simili che leggo. Qui non si tratta di difendere poltrone, ma di protestare contro un provvedimento ingiusto, e di pretendere che il riordino scolastico sia razionale e condiviso. E in questo il Comune di Corato ha responsabilità e prerogative dirette e prioritarie.
Se si legge l’articolo con attenzione, si evitano squallidi commenti
Le osservazioni e le richieste di chiarimento della Preside Modeo sono più che legittime e fondate. Non si capiscono le ragioni di questa operazione calata dall’alto. Si smantella un Istituto Comprensivo esistente, il Battisti- Giovanni XXIII, didatticamente innovativo e apprezzato, per crearne uno nuovo. Perché?