Dopo la festa patronale

«Quando finiranno musica, luminare e bancarelle, non finisca l’amore per San Cataldo»

La statua di San Cataldo torna in Chiesa Matrice
Si è espresso così don Antonio Maldera, coordinatore della zona pastorale San Cataldo di Corato, durante l'omelia della messa di ringraziamento celebrata in Chiesa Matrice lunedì sera, nell'ultimo dei tre giorni di festeggiamenti organizzati in onore del patrono
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Il coordinatore zonale Don Antonio Maldera
Il coordinatore zonale Don Antonio Maldera

«Anche se si conclude la Festa Patronale, non cessiamo mai di invocare la guida, l’intercessione, la protezione di San Cataldo, per continuare a dire il nostro “sì” alla vita. Quando finiranno musica, luminare e bancarelle, non finisca l’amore per San Cataldo. Amiamolo e facciamolo amare, soprattutto dai più i giovani, dai bambini».

Si è espresso così don Antonio Maldera, coordinatore della zona pastorale San Cataldo di Corato, durante l’omelia della messa di ringraziamento celebrata in Chiesa Matrice lunedì sera, nell’ultimo dei tre giorni di festeggiamenti organizzati in onore del patrono.

Le parole del sacerdote coratino sono arrivate al termine di una festa partecipata, ma che da qualche tempo suscita interrogativi su quanto i coratini – soprattutto i più giovani – siano legati al culto di San Cataldo. Lo stesso don Antonio, poco prima che la festa iniziasse, aveva d’altronde sottolineato l’esistenza di «un calo di interesse e sensibilità rispetto al santo patrono. Abbiamo iniziato a riflettere su come aiutare soprattutto le giovani generazioni a conoscere e avvicinarsi al santo» aveva detto il sacerdote. «Anche pensando alle prossime feste patronali, vorremmo cercare di coinvolgere sempre di più le comunità parrocchiali, i giovani e le varie realtà presenti nella chiesa cittadina. Ci auguriamo di riuscire in questa impresa con l’aiuto di tutti».

Nella sua omelia a conclusione della festa patronale 2023, don Antonio ha toccato anche altri temi, con riferimento all’attualità. «Il nostro Santo Patrono ci aiuti ad essere comunità in cammino che ha a cuore (penso al cuore presente sullo stemma di Corato) il bene e la crescita sociale ed economica di tutti. Ogni cittadino ha il diritto di poter vivere in una città sicura e libera da ogni forma di illegalità. Impegniamoci tutti perché Corato sia la città di quelli che mantengono integra la loro dignità, lavorando onestamente o essendo in cerca di occupazione o pur avendo un lavoro precario; di quelli che faticando dalla mattina alla sera, anche se portano a casa un magro stipendio, rinunciano ad essere messi al soldo della criminalità, non cedendo al ricatto di un guadagno facile e disonesto.

Una città che ha a cuore il futuro dei giovani, costretti spesso ad allontanarsi dalle proprie famiglie e dalla terra natia per cercare di realizzare i propri sogni. Una città dove non ci si dimentica delle persone più fragili, degli anziani e degli ammalati, evitando che sia costretto a percorrere svariati chilometri chi ha bisogno di essere curato. Una città che diventa sempre più bella grazie all’impegno di tutti, dove si ha cura e rispetto del verde e degli spazi pubblici. Chi viene a Corato, per lavoro, o in ferie o per altri motivi, deve poter continuare a dire di aver trovato una comunità, una città, bella e accogliente».

giovedì 24 Agosto 2023

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Gaetano Bucci
Gaetano Bucci
8 mesi fa

Questo breve discorso di don Antonio Maldera in chiusura della festa patronale di san Cataldo è tanto semplice e lineare quanto importante e significativo.
La comunità deve ritrovarsi unità dopo la festa e per tutto l’anno nella solidarietà verso le categorie fragili e nella speranza di un futuro migliore per i giovani.
A me sembra un ottimo messaggio che anche il clero locale dovrebbe ben tenere a mente.

carluccio
carluccio
8 mesi fa
Rispondi a  Gaetano Bucci

guarda, non solo il clero locale se l’è già ben stampato in mente a caratteri cubitali, ma tutto il devoto bobolo di corato mai cesserà di straripare d’amore verso il suo Santo Patrono …
ma che sgherziamo …?

Cirino Pomicino
Cirino Pomicino
8 mesi fa

io aggiungerei: non finisca la fede in generale, visto che le chiese sono sempre vuote

Luca
Luca
8 mesi fa
Rispondi a  Cirino Pomicino

La fede non basta se non ci sono i pani e pesci per sfamare il popolo.

Luca
Luca
8 mesi fa

Fede e cilicio e’ l’ oblio per il popolino