Non solo San Cataldo

Corato da 70 anni ha un altro patrono: la storia di San Gerardo Maiella

La Redazione
Il simulacro di San Gerardo in chiesa Matrice
Domani la messa in chiesa Matrice ed a seguire la processione lungo i corsi cittadini
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Forse in pochi lo sanno ma, da ormai settant’anni, San Gerardo Maiella è compatrono della città di Corato. Nella parrocchia a lui dedicata, già dal 6 ottobre, tanti sono stati i momenti di preghiera e di riflessione dedicata alla sua figura. Da oggi invece le celebrazioni si svolgeranno in chiesa Matrice, in vista della processione in programma per domani (sabato 19) alle 19.

Cosa lega la nostra città a San Gerardo?
A ricostruirne la storia è stato padre Pompeo Franciosa nel volume “I missionari redentoristi. San Gerardo Maiella e la città di Corato” dato alle stampe da Edizioni Arbore. Nel capitolo intitolato “Da Ospite a Compatrono” l’autore precisa che «il 18 marzo 1948 il padre superiore della Comunità “Alfredo Ruggiero” era a pranzo, invitato insieme all’Arcivescovo Reginaldo Addazì, nella casa del signor Vito Patroni Griffe pronipote del Redentorista padre Filippo. Il padre superiore gettò nella conversazione l’idea di chiedere alla Santa Sede la nomina di San Gerardo a Compatrono della città, tanto più che era l’unico santo vissuto da vivo in Corato. L’idea fu subito accolta con entusiasmo. Già nel mese di giugno erano state raccolte quattromila firme. I primi a firmare furono l’Arcivescovo, l’Arciprete don Clemente Ferrara e poi tutto il clero».

Nella petizione a cui si fa riferimento, era specificato anche il motivo per cui la richiesta veniva inviata alla Santa Sede proprio nel 1948: quello era l’anno in cui «i Figli di Sant’Alfonso celebrano il secondo centenario dell’approvazione dell’Istituto e delle Regole e il secondo centenario dell’entrata di San Gerardo Maiella, laico redentorista, nella loro congregazione».

La risposta dal Vaticano si fece attendere ma fu positiva: il 10 marzo 1950 giunse all’Arcivescovo di Corato Reginaldo Giuseppe Maria Addazi «il Breve pontificio» con cui San Gerardo venne nominato «compatrono “aeque principalis” della Città di Corato».

I coratini accolsero la notizia con entusiasmo; fu realizzata una lapide su cui, in latino, era scritto: «San Gerardo Maiella famoso per i miracoli, che nell’anno 1753 venne a Corato – su richiesta del popolo nel secondo centenario 1749 del suo ingresso nella congregazione redentorista – il sommo pontefice Pio XII con la gioia di tutti i cittadini lo ha dichiarato compatrono della città insieme a San Cataldo il 28 ottobre 1949». A quel tempo risale anche l’inno che i coratini intonarono: «Dal trono dorato e fulgido dal tempio tuo fragrante vieni Gerardo al popolo che aspetta te festante come si aspetta l’angelo promesso dal signor».

Com’è arrivato a Corato San Gerardo?
A darne testimonianza è il primo biografo del Santo, padre Gaspare Caione. Pare che da Corato molti gruppi si recassero a Delicato, a 110 chilometri di distanza, per visitare una comunità di missionari redentoristi che ospitava sacerdoti e laici per gli esercizi spirituali. Nel 1753 in quel luogo visse San Gerardo: i coratini che ebbero modo di conoscerlo lo vollero a Corato. Della visita in città parla padre Gaspare Caione: «furono più le opere prodigiose che i passi che diede» scrive.

Se da un lato – secondo la tradizione – San Cataldo salvò Corato dall’epidemia di peste, dall’altro San Gerardo per prima cosa pregando riuscì a sterminare migliaia di «piccoli roditori, topi campagnoli, molto dannosi» che si erano rivelati «un vero flagello» per il terreno di un povero contadino. Fu ospitato dalla famiglia di «Felice Papaleo, ricco commerciante, amico dei redentoristi» e «tal senso fecero i doni di Dio e il suo operare che da tutti fu acclamato e venerato come un santo vivente». Una tappa importante del suo soggiorno a Corato fu la visita alla Madonna Greca.

Un mensile dedicato a San Gerardo
Dall’archivio storico di Rino Scarnera saltano fuori due pagine di un mensile d’epoca chiamato “La squilla di San Gerardo”: «la rivista fu fondata da Padre Alfredo Ruggiero nel 1941; veniva stampata a Corato nella Tipografia di “Leonida Terzulli”. In pochissimi sono a conoscenza di questa pubblicazione» commenta Scarnera. Sbirciando tra le colonne si leggono agevolmente “i segni” della devozione verso San Gerardo. In un trafiletto intitolato “Riconoscenza” la signora Anna Cimadomo scrive da Torino per raccontare la guarigione di sua sorella che «soffriva di dolori spasmodici» per cui i medici non avevano trovato rimedio. Dopo averle fatto «ingoiare una cartina del Santo, all’istante i dolori sono scomparsi».

La festa di domani
Dopo la messa in chiesa Matrice, predicata alle 19 da padre Serafino Fiore (provinciale dei Missionari redentoristi per la provincia napoletana), si svolgerà la processione solenne del simulacro di San Gerardo: partendo dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore ci si sposterà lungo i corsi cittadini. «La processione – si legge nell’ordinanza emanata ad hoc – vedrà la partecipazione di numerosi fedeli e comporterà interventi di limitazione della circolazione e della sosta lungo le strade e le aree interessate».

venerdì 18 Ottobre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 12:08)

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Roberto Colonna
Roberto Colonna
4 anni fa

Adesso è tutto chiaro!