Festa patronale

La “macchina” di San Cataldo torna in largo Plebiscito

La Redazione
La macchina di San Cataldo nel 1880
In largo Plebiscito è stata montata la struttura, ma non si conoscono ancora i dettagli
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Rieccola, dopo quindici anni, in largo Plebiscito. La “macchina” di San Cataldo torna nella sua ultima “casa”, davanti all’ex sede del Partito Comunista che oggi ospita il Pd cittadino. Mancava dal 2004.

A restituire alla città uno degli apparati tradizionali della festa, Egidio Tarricone, titolare di LuminArt Style e terza generazione di una famiglia di paratori di luminarie. Nonno Vincenzo cominciò quest’attività nel 1965. Era elettricista e gestiva un piccolo negozio di elettrodomestici. Nel 1976 la sua prima “paratura” per San Cataldo. In quell’occasione ricevette anche una medaglia d’oro dalla deputazione.

Nel corso degli anni tante cose sono cambiate. Se prima la macchina di San Cataldo era allestita su uno dei lati dell’attuale piazza Simon Bolivar, a fianco del campanile di San Giuseppe (come nella meravigliosa foto del 1880 dall’archivio di Rino Scarnera), dopo fu spostata nell’attuale posizione, in largo Plebiscito. Fino a qualche tempo fa la macchina di San Cataldo ospitava il vescovo irlandese, ora è “portato” nel chiostro del Palazzo di Città.

Le origini della macchina di San Cataldo si perdono nella notte dei tempi. Tra i documenti più antichi, quelli riportati da Pasquale Tandoi nel suo “Corato, dalle società segrete all’unità d’Italia”. Era il 1868 e “quell’anno fu firmato un contratto con un tal Grieco Scipione di Canneto, apparatore, che prometteva un parato lussuoso e architettura napoletana”. Il contratto prevedeva la costruzione di una “macchina per San Cataldo, alta novanta palmi (23 metri circa ndr) e larga sessantacinque (17 metri circa ndr), “guarnita” con venti piramidi alte diciotto palmi (4 metri circa ndr)“.

All’epoca l’illuminazione era affidata ai lumini a gas e Greco Scipione di Canneto s’impegnò a “far brillare” non solo l’enorme macchina ma anche tutto lo stradone oltre ad altre strade cittadine. Con Vincenzo Tarricone si era passati abbondantemente alle lampadine ad incandescenza prima che l’avanzare della tecnologia le sostituisse con i moderni led dai colori più nitidi e brillanti.

«Il senso delle luminarie nel tempo è cambiato – spiega Egidio Tarricone – se nel passato la luce era parte integrante delle celebrazioni perché, con le strade poco illuminate, erano simbolo di festa, oggi sono diventate un semplice abbellimento scenografico».

Con la macchina di San Cataldo tornerà anche la grande cassarmonica, di proprietà di nonno Vincenzo, in piazza Cesare Battisti e le mezze arcate. «Un ritorno alle origini – continua Tarricone – per omaggiare i coratini». Su come sarà fatta la sua nuova macchina di San Cataldo, Egidio Tarricone non si sbottona. Lo scopriremo il dì di festa.

martedì 6 Agosto 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 15:39)

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Taken@libero.it ta
Taken@libero.it ta
4 anni fa

Complimenti alla famiglia Tarr icone xil loro omaggio xla città di Corato xla festa patronale ma can che da ringraziare anche il nuovo presidente del comitato festa patronale è il suo primo appuntamento con la festa di San Cataldo grazie a tutti coloro che hanno partecipato è contribuito alla realizzazione di un nuovo progetto

Victor
Victor
4 anni fa

Ma pensate alle cose serie,le strade di Beiurt sono migliori, rispetto alle nostre.
Come al solito adesso ci danno la caramella.