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La Caritas augura di cambiare direzione: «Si vada verso la globalizzazione della solidarietà»

La Redazione
Due mani che si incontrano per Coraton nella sede della Caritas
«Dobbiamo uscire di casa ed entrare nella dimensione pubblica dei beni comuni: i diritti, la dignità, il territorio, l'ambiente, la bellezza, l'impegno. È urgente» dice il responsabile, Corrado De Benedittis
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La Caritas Cittadina si rivolge ancora una volta alla città per porgere gli auguri di Pasqua. A firmarli è il responsabile, Corrado De Benedittis.

«Questa Pasqua di marzo anticipa la prospettiva della Resurrezione, mentre è ancora freddo e si sta più tempo al chiuso. Prendiamola come un segno: dobbiamo anticipare i tempi nuovi, nonostante l’inverno delle tante paure.

La città spesso appare frammentata. Si sta chiusi dentro più o meno ristrette cerchie familiari o sociali e si abbandona al suo destino la dimensione pubblica, collettiva che fa di una città, una comunità. Prevale uno stile di vita intimistico e guai a chi mette in discussione certezze e interessi individuali.

In questa specie di privatizzazione della vita della città, si consumano altrettanti drammi personali e collettivi, di cui non si riesce più nemmeno ad averne contezza.

Non so, quale consapevolezza la città nel suo insieme abbia del problema abitativo divenuto ormai drammatico per tanti nostri concittadini. E qual è la coscienza comune che si ha rispetto al fatto che in tanti sono vittime di forme criminali insidiose, come l’usura?

Per non parlare di tanti cittadini e cittadine che vivono una situazione di disagio psichico e sembrano essere stati abbandonati ad una specie di deriva esistenziale, innanzitutto dall’indifferenza escludente di tanti.

E che dire di quanto questa città frammentata sappia creare barriere per stigmatizzare e ignorare ogni forma di diversità. Pensiamo innanzitutto alla diversità giovanile delle cui istanze creative, dei cui bisogni, delle cui esigenze di rottura e cambiamento non se ne ha di fatto alcuna rappresentazione condivisa e pubblica.

Poi, c’è il mondo migrante: una grande opportunità di crescita sociale, economica, culturale, umana che in tanti continuano a ignorare e guardare con diffidenza, mentre abbiamo un vitale bisogno di “gente altra” che venga a sprovincializzare queste contrade e a ridare giovinezza al nostro vivere.

Tutto sembra prigioniero di una logica privatistica. Ha proprio ragione Papa Francesco: viviamo nell’epoca della “globalizzazione dell’indifferenza”.

Invece, dobbiamo uscire di casa ed entrare nella dimensione pubblica dei beni comuni: i diritti, la dignità, il territorio, l’ambiente, la bellezza, l’impegno. È urgente una globalizzazione della solidarietà e del bene comune.

Fra due settimane, c’è un Referendum popolare che riguarda il futuro del mare. Nessuno ne parla. La politica tace. Non è in discussione l’elezione di alcuno e allora che importa. Ci sono poi le grandi pressioni delle multinazionali del petrolio e, quindi, al diavolo l’ambiente e la salute.

In questo assordante silenzio, poco democratico, la Caritas, in linea con i Vescovi di Puglia e con la Conferenza Episcopale Italiana, ha deciso di parlare e di schierarsi a difesa del mare, della salute e dell’economia del Paese legata alla pesca, al turismo e alla cultura, invitando le comunità ecclesiali e civili ad andare a votare e a votare “Sì”.

L’enciclica di Francesco “Laudato si’” è il grande annuncio pasquale per questo nostro tempo. È urgente cambiare direzione, modello di sviluppo, stile di vita.

Che la Resurrezione irrompa nelle nostre case! Spalanchiamo letteralmente le porte, facciamo entrare la luce della novità che viene da fuori e che porta lieti annunci. Ne abbiamo un gran bisogno. A nome della Caritas Cittadina buona Pasqua di Resurrezione».

domenica 27 Marzo 2016

(modifica il 24 Luglio 2022, 11:44)

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