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Grazie Don Luca!

Marianna Lotito
Marianna Lotito
L'ultimo saluto a Don Luca Masciavè
In tantissimi a dare l'ultimo saluto al fondatore del "Centro aperto diamoci una mano"
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«Un sacerdote buono, umile e generoso verso i poveri. Un segno visibile della Provvidenza»: in tanti hanno ricordato così Don Luca Masciavè, venuto a mancare venerdì mattina, dopo lunghi anni di sofferenza.

In una Chiesa Matrice gremita di fedeli, si è concluso tra gli applausi l'ultimo saluto ad un sacerdote tanto caro a numerose generazioni di coratini. Tra i presenti anche il Sindaco Perrone.

Viceparroco dell'Incoronata prima e parroco della Sacra Famiglia dopo, insegnante di religione al Liceo Oriani e padre spirituale di diversi movimenti ecclesiali, Don Luca è rimasto nel cuore di tutti come il sacerdote capace di accogliere e ascoltare tutti.

In pochi ne erano a conoscenza ma, ormai da molto tempo aveva ricevuto la nomina di monsignore. Una carica rimasta poco nota, in linea con lo stile che l'ha sempre contraddistinto, semplice ed umile, francescano di fatto. Che si creda o no nelle coincidenze, il funerale si è svolto proprio nel giorno dedicato alla memoria di Santa Chiara d'Assisi.

A celebrare le sue esequie, è stato l'Arcivescovo Giovan Battista Pichierri, circondato da tutto il clero coratino: «Il grande merito di Don Luca – ha detto Pichierri nella sua omelia – è stata la sua capacità di lavorare con i laici per le opere di Misericordia di cui ci ha lasciato traccia».

La vita dell'anziano sacerdote scomparso è stata interamente devoluta a servizio della povera gente, alla ricerca dei più bisognosi.

Risale infatti al 1973 la creazione del "Comitato pro non autosufficienti", un gruppo di giovani desiderosi di andare alla ricerca delle emergenze sociali presenti sul territorio coratino. In pochissimi anni dal comitato si passò all' "Associazione di volontariato Centro Aperto Diamoci una Mano per una società più fraterna costruita sulla corresponsabilità". Un'associazione questa, che nel nome racconta il suo programma concreto, il desiderio di una società più fraterna.

Lo snodo fondamentale della vita di Don Luca e delle sue opere, risale al 1978, anno in cui le Suore di Madre Teresa di Calcutta, venute in missione a Corato, lasciarono all'Associazione quattro anziane donne non più in grado di badare a loro stesse. Da quel genere di emergenza nacque l'esigenza di una cooperativa che potesse essere una risposta concreta. Pian piano, grazie ai contributi generosi della cittadinanza, si risistemarono i locali del vecchio ospedale, proprio nei pressi della Chiesa dei Cappuccini, rendendoli il più possibile accoglienti e familiari.

Oggi Don Luca lascia ai suoi più stretti collaboratori, ed ai cristiani tutti, una grande eredità spirituale: l'atteggiamento di accoglienza e benevolenza nei confronti di tutti i bisognosi sia la principale preoccupazione di ogni cristiano, a prescindere dai gruppi di appartenenza.

domenica 12 Agosto 2012

(modifica il 26 Luglio 2022, 17:19)

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Antonio Maldera
Antonio Maldera
11 anni fa

Non dimentichiamoci anche delle Suore dell’Immacolata Concezione d’Ivrea che da oltre cento anni prestano il loro servizio in Corato e hanno aiutato Don Luca a realizzare il suo sogno, stando accanto agli anziani e ai sofferenti, come una presenza attenta e discreta e dando loro sollievo con il conforto della fede e della preghiera. Le suore “dei Cappuccini” non sono state menzionate da nessuno ieri durante i funerali, questo dispiace perchè significa falsare la storia, e metterle da parte ora sarebbe un segno di ingratitudine e un grave errore che don Luca dal Paradiso non tollererebbe. I santi, e don Luca con loro, ci richiamano sempre all’unità e alla comunione fraterna insegnataci da Cristo, tutto il resto è vanità.

Massimiliano Fasci
Massimiliano Fasci
11 anni fa

C’è da augurarsi che la “torta” non sia troppo gustosa e desiderabile, per resistere alla tentazione di metterci le mani dentro: interessi economici e politici. Non si guardi sempre e soltanto all’aspetto religioso. Dietro il religioso, spesso, ci sono proprio interessi dI quel genere: soldi e voti.

Massimiliano Fasci
Massimiliano Fasci
11 anni fa

E, poi, piano con le cause di beatificazione a buon mercato. Perché non pubblicare il testamento?Chissà!

Grazia Caterino
Grazia Caterino
11 anni fa

Perchè, mi chiedo, questa “morbosità” nel voler conoscere il testamento e non la stessa curiosità “morbosa” a voler conoscere gli insegnamenti e soprattutto le opere , che contraddistinguono la persona? Voti? Soldi? Torta?Probabilmente chi parla non ha conosciuto don Luca e i suoi intenti.

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[…] dieci anni fa don Luca Masciavè lasciava questo mondo per tornare alla casa del Padre: era il 12 agosto 2012, aveva 86 anni.  Il suo ricordo resta vivo nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo nei lunghi anni […]