Politica

Referendum sugli stipendi dei parlamentari. Scarsa comunicazione, scarsa partecipazione

Marianna Lotito
Marianna Lotito
I moduli per firmare
A Corato si può firmare presso l'Ufficio Elettorale del Comune
4 commenti 33

Restano ancora pochissimi giorni per sostenere il referendum che propone il taglio agli stipendi dei parlamentari.

La scarsa comunicazione relativa alla raccolta firme promossa dal movimento Unione Popolare, avrà di certo giocato un ruolo determinante nel decretare la scarsa affluenza di cittadini nei rispettivi comuni di residenza.

In alcune città si sono attivati veri e proprio comitati per incentivare e sostenere la sottoscrizione.

A Corato tutto ciò non è avvenuto. Tranne la locandina affissa nei pressi dell’Ufficio Elettorale, le mail informali arrivate da chissà dove o le frasi e gli inviti proposti su Facebook, ad oggi non ci risulta che si siano create organizzazioni specifiche pro-referendum.

L'Ufficio Elettorale coratino, luogo deputato alla raccolta delle firme, al momento ne registra circa un centinaio. Affinché il Referendum possa essere presentato alla Corte Costituzionale sono necessarie 500.000 firme raccolte sull’intero territorio nazionale.

Si tratta di un referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari, Articolo 2 della Legge 31 Ottobre 1965, n. 1261.
Con la sottoscrizione, tutti i cittadini italiani possono sostenere la richiesta di un referendum su questo quesito: «Volete voi che sia abrogato l’art. 2 della Legge 31 Ottobre 1965, n. 1261, determinazione dell’indennità spettante ai membri del Paramento, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 20 novembre 1965, n. 290?»

L’articolo 2 della Legge in questione recita: «Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese ed in misura non superiore all’indennità di missione giornaliera prevista per i magistrati con funzioni di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate; possono altresì stabilire le modalità per le ritenute da effettuarsi per ogni assenza dalle sedute e delle Commissioni».

Con  l’abrogazione di tale disposizione, ai Parlamentari non verrebbe più corrisposta la “diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”, circa 48.000 euro annui cadauno.

È possibile firmare fino alle ore 19,00 di giovedì 26 luglio, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 14,00 e il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 19.

venerdì 20 Luglio 2012

(modifica il 26 Luglio 2022, 17:38)

Notifiche
Notifica di
guest
4 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Lo Scrutatore
Lo Scrutatore
11 anni fa

Per approfondire la questione, c’è un approfondimento de “Il Post”: http://www.ilpost.it/2012/07/15/il-referendum-sugli-stipendi-dei-parlamentari/

Giuseppe Leone
Giuseppe Leone
11 anni fa

Capisco il rammarico dei promotori, ma credo che la scarsa attenzione dei media non sia la ragione degli scarsi risultati. Credo invece che nella gente sia maturata la convinzione che le iniziative popolari siano una INUTILITA’ e quindi una vera e propria presa in giro alla loro volontà. A Corato si dice Scriv ntà……. E’ facile ricordare il finanziamento pubblico ai partiti, il nucleare ecc. ecc.Non può accadere che delle persone legiferino contro loro stessi. Potranno dare una parvenza, ma il giorno dopo introdurranno un fantomatico rimborso ai troppi pensieri e recupereranno il perso con anche una maggiorazione.

Pasquale Marinelli
Pasquale Marinelli
11 anni fa

la comunicazione circa questo referendum è più che scarsa: è una totale menzogna! Si trascurano alcuni piccoli dettagli sulla regolarità dell’iniziativa. Infatti, se tale quota dovesse essere raggiunta, cari miei lettori, tutta la raccolta firme sarebbe nulla. Leggete qui: http://www.pasqualemarinelli.com/indexmb.php?subaction=showcomments&id=1342783088&archive=&start_from=&ucat=9&include_id=102

Gianfranco Buonomo
Gianfranco Buonomo
11 anni fa

Se dico una sciocchezza correggetemi pure. Ma i referendum abrogativi fino a 12 mesi precedenti un’elezione non sono nulli??? Iniziativa meritevole e lodevole per carità, ma se quello che ricordo è corretto, una perdita di tempo.