Il libro

Curiosità, sfortuna e astronomia: Leonardo Piccione racconta il suo “Tutta colpa di Venere”

Michele Ventura
Leonardo Piccione durante la presentazione del libro “Tutta colpa di Venere”
Leonardo Piccione durante la presentazione del libro “Tutta colpa di Venere”
Mercoledì sera dinanzi al teatro comunale lo scrittore coratino ha presentato la sua ultima opera
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Il tema del viaggio e della scoperta e un legame profondo verso due città agli antipodi – Corato e Húsavík, in Islanda – sono gli elementi che caratterizzano il nuovo libro del coratino Leonardo Piccione, intitolato “Tutta colpa di Venere” e presentato mercoledì sera dinanzi al teatro comunale.

Il libro affonda le sue radici proprio nella curiosità dell’autore. «Sono stato attratto da una nota trovata in maniera totalmente casuale su un libro il cui tema era la fortuna che citava un abate-astronomo sfortunato del 1700 la cui storia mi ha positivamente interessato» ha raccontato Piccione rispondendo alle domande di Cataldo Bevilacqua, durante la presentazione organizzata da Spore nell’ambito della manifestazione Brisighella sotto le stelle della Pro loco Quadratum. «Partendo da questo spunto, la mia curiosità mi ha spinto a informarmi e a saperne di più. Il risultato è stato la scoperta di una nuova affascinante materia, l’astronomia».

Il racconto è basato infatti su concetti astronomici e sulla sfortuna di questo povero abate che per due volte di seguito è riuscito a mancare il transito di Venere davanti al Sole. Questo era ed è ancora oggi un evento veramente raro che accade due volte ogni 120 anni, succedendosi a distanza di soli 8 anni e serviva, nel 1700, a rispondere ad alcune grandi domande: qual è la vera distanza della Terra dal Sole? E qual è la vera posizione dell’uomo nell’Universo?

«Ho scritto questo libro durante la pandemia in Islanda, una terra che ti dà la possibilità di divagare e di pensare» ha proseguito l’autore. «Durante la stesura ho potuto quindi riflettere abbondantemente su questa vicenda, scoprendo così un uomo del Settecento curioso e appassionato, insomma un esploratore». Stimolato da questo racconto e dal carattere del protagonista, Piccione è stato portato a compiere in prima persona numerosi viaggi dal tema astronomico in tutto il mondo. «D’altro canto – ha aggiunto – ho scoperto anche un uomo tormentato dalla sfortuna e, partendo da questa caratteristica, ho riflettuto e analizzato la tendenza fallimentare dell’animo umano collegata però a un senso di continua tenacia e perseveranza».

Scoprendo questa storia e studiando l’astronomia, lo scrittore coratino ha preso anche consapevolezza dell’incompletezza profonda che vive tutti i giorni un astronomo. Le loro scoperte, infatti, tendenzialmente sono sempre parziali e aiutano l’astronomia non a realizzare grandi scoperte nell’immediato, ma a fare piccoli passi verso di esse; scoperte più grandi che poi, probabilmente, loro non vedranno mai.

«Da tutto questo – ha concluso Piccione – ho imparato a non volere una risposta definitiva dalle cose, liberandomi anche dall’ansia di trovarla spasmodicamente e così, oggi, riesco anche ad “accontentarmi” delle piccole risposte parziali che riesco a conquistare ogni giorno».

venerdì 1 Luglio 2022

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