Cronaca

Pastificio Granoro, precisazioni sui test di Altroconsumo

La Redazione
La risposta del Pastificio Granoro ai test su diverse marche di spaghetti pubblicati su "L'Espresso" da Altroconsumo
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Venerdì scorso il noto settimanale "L’Espresso" ha pubblicato un test su 25 marche di spaghetti per verificare eventuali presenze della tristemente famosa ocratossina.

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Le marche esaminate erano relative sia ai prodotti leader di mercato, ma anche a pasta a marchio commerciale, di hard discount e destinati alla ristorazione collettiva. Secondo i dati rilevati, l’ocratossina A è stata rilevata in cinque prodotti, ma sempre in quantità ampiamente sotto i limiti fissati dalla legge, 3 microgrammi per chilo, per questi alimenti.

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Questi i risultati nel dettaglio: (in ordine: marca, denominazione, ocratossina A)

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Carrefour – Gs, spaghetti, <0,05
rnAgnesi,spaghetti rigati,<0,05
rnAntonio Amato, spaghetti nr 4, <0,05
rnBarilla, spaghetti nr 5, <0,05
rnBuitoni, spaghetti 72 , <0,05
rnCarrefour, spaghetti nr 5, <0,05
rnCombino (Lidl), spaghetti, <0,05
rnCoop, spaghetti grossi nr 5, <0,05
rnDe Cecco, spaghetti 12, <0,05
rnDel Verde, spaghetti nr 4, <0,05
rnDell’Angelo, nuova ricetta nr 5, <0,05
rnDico, spaghetti nr 5, <0,05
rnDivella, spaghetti ristorante nr. 8, 0,07
rnFidel (Esselunga), spaghetti, 0,08
rnGarofalo, spaghetti nr 8, <0,05
rnGranoro, spaghetti 13, 0,08
rnLa pasta di Giulio Pagani
, spaghetti, <0,05
rnLatini Senatore Cappellini, spaghetti trafilati in bronzo, <0,05
rnMonsurrò , spaghetti, <0,05
rnNosari, spaghetti, <0,05
rnNovella, spaghetti, <0,05
rnRummo, 0,25
rnSetteducati, spaghetti nr 3, 0,07
rnSma-Auchan, spaghetti n 5, <0,05
rnVoiello, gli spaghetti nr 103, <0,05

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I test in questione hanno generato una risposta del Pastificio Granoro, inviata direttamente ad "Altroconsumo", che qui riportiamo.

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"Gradiremmo entrare nel merito delle modalità con cui sono stati riportati i dati relativi alle prove di laboratorio eseguita sulla pasta secca nella indagine pubblicata dal settimanale L’Espresso da venerdi 04-03 in edicola, perchè è importante far notare come i risultati delle analisi non siano stati riportati in modo corretto.

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Il laboratorio ha la responsabilità di esprimere l’incertezza di cui è affetto il risultato di qualunque misurazione ed indicare la stessa sul rapporto di prova ; se si tratta di un laboratorio accreditato, questo deve rispettare la prescrizione della norma UNI CEI EN 45001,  secondo la quale i risultati di una misurazione devono essere sempre accompagnati dalla valutazione della loro incertezza.

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Nel caso dell’OTA – non essendo prescritto a livello comunitario alcuno metodo analitico – i laboratori sono liberi di applicare un metodo di loro scelta purchè siano rispettate alcuni criteri (indicati nell’allegato II del direttiva 2002/26/CE, punto 4.3).

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I risultati delle analisi devono essere riportati come >…x +/- U…<, dove ‘x’ è il risultato analitico e ‘U’ è l’incertezza (estesa) di misurazione.  Deve essere indicato anche il fattore di recupero (in percentuale).    

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Esponendo i risultati in questo modo si evitano fraintendimenti, si favorisce la trasparenza dei risultati stessi e si può evitare di menzionare nel rapporto di prova il limite di rivelazione del metodo impiegato.

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Per avere un’idea di come andrebbero espressi i risultati in modo corretto si veda il rapporto di prova dell’ ISS nella foto.

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Sul rapporto di prova da Voi inviato via fax, il laboratorio da Voi utilizzato non indica niente altro che il risultato (nel ns. caso 0.08 ppb). E questo non è corretto.

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La non correttezza delle modalità di espressione del risultato analitico appare più evidente nella tabella pubblicata insieme all’articolo, dove sembra crearsi una specie di classifica nella quantificazione dei residui (peggio di tutti il risultato di 0.25 ppb ; meglio di tutti il risultato di 0.05 ppb, come sembrerebbe di leggere con gli occhi dell’uomo della strada).

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Anche di questo effetto "secondario" va tenuto conto quando si fa informazione su temi attinenti alla sicurezza degli alimenti.

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Premesso ciò,  il risultato delle analisi sulla ns. pasta è abbondantemente al di sotto del limite di legge. Ci permettiamo di esprimere la ns. soddisfazione per l’esito favorevole, che conferma il ns. impegno per la garanzia di sicurezza dei ns. prodotti.

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L’assenza di ocratossina A nella ns. pasta è sempre stato per noi un dato di fatto e non un’ostentazione di serenità".

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Cordialità,

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Claudio Checchia
rnResponsabile Controllo Qualità Pastificio Granoro

giovedì 9 Marzo 2006

(modifica il 14 Luglio 2022, 10:50)

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