Cronaca

“Estorsione aggravata e lesioni”: arrestati a Molfetta due scagnozzi coratini di un boss di Cerignola

La Redazione
Sono i pesci più piccoli di una importante operazione dei carabinieri. In manette, oltre ai due coratini, altre tre persone tra cui un direttore di Banca molfettese.
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Il 7 Gennaio scorso su corso Dante, nel pieno centro di Molfetta, alcuni carabinieri in borghese, arrestarono in maniera spettacolare due uomini, ammanettandoli dopo averli fatti stendere sul manto stradale sotto la minaccia delle pistole.
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rnI due arrestati sono stati individuati dagli inquirenti quali  "scagnozzi" coratini di un capoclan di Cerignola, Giuseppe Caputo, assoldato dal cognato di un direttore di banca molfettese per compiere atti intimidatori nei confronti di un imprenditore di Molfetta, cliente della banca.
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rnL’obiettivo era "convincere" l’imprenditore, pestandolo ed accoltellandolo (le violenze sono state riprese da telecamere a circuito chiuso), ad accontentersi di soli 15mila euro invece dei previsti 88mila, come pagamento per i lavori di ristrutturazione della villa del direttore di banca.
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rnQuesta mattina i Cc di Molfetta hanno arrestato ben 5 persone: il direttore della banca Donato Piazzolla, attualmente direttore dell’agenzia molfettese della Banca Popolare di Bari ma all’epoca dei fatti guidava la filiale del Monte dei Paschi di Siena, suo cognato Savino Sangermano, commerciante di auto (tutti e due si trovano ai domiciliari), il boss e due suoi "picciotti" Michele Migliaccio, e Giuseppe Balducci, entrambi coratini, rispettivamente di 31 e 57 anni.
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rnSono responsabili a vario titolo di “estorsione aggravata in concorso” e “lesioni”.
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rnI dettagli.
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rnSecondo la ricostruzione dei Carabinieri di Molfetta, lo stimato direttore di banca, intenzionato a non pagare gli 88mila euro dovuti, si era rivolto al capoclan di Cerignola, tramite il proprio cognato, promettendogli 5000 euro se avesse convinto il costruttore ad accontentarsi di 15000euro.
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rnAssunto l’incarico, lo scorso 3 gennaio, Giuseppe Caputo, classe 1953 di Cerignola nel corso di una telefonata in cui si presentava come “don Giuseppe”, consigliava allo sbigottito imprenditore di accettare la somma proposta per continuare a vivere senza problemi.
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rnIl malcapitato, non disposto a cedere, dopo due giorni veniva accoltellato e sottoposto ad un violento pestaggio ad opera del boss e di 2 sgherri presso un’area di servizio ove era stato convocato.
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rnLe minacce ripetute nei giorni successivi facevano piegare la vittima, che l’8 gennaio – senza aver ricevuto alcuna somma – consegnava ai suoi picchiatori una falsa dichiarazione attestante di aver percepito 25.000 euro dal committente dei lavori e di non aver nulla in più da pretendere.
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rnQuesta mattina l’epilogo della vicenda: i militari arrestano tutti i responsabili del fatto delittuoso: i 2 cognati ed i 3 aggressori, recuperando dalle mani di questi ultimi la dichiarazione liberatoria estorta.
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rnI Carabinieri avevano iniziato le indagini partendo dal referto dell’ospedale ove l’imprenditore era stato accompagnato per farsi curare le lesioni subite.
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rnUna volta vinta la ritrosia della vittima, riconosciutasi nel filmato del pestaggio – recuperato dal circuito di video sorveglianza istallato presso il distributore di carburanti – gli investigatori hanno espletato una serie di attività tecniche che dopo aver chiarito i rapporti tra tutti i personaggi della vicenda, hanno consentito di dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse – sulla scorta delle prove raccolte – dal GIP presso il Tribunale di Trani dr. Roberto del Castillo, su richiesta del P.M.Ettore Cardinali.

sabato 12 Gennaio 2008

(modifica il 13 Luglio 2022, 17:51)

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