«Ecco quello che i nostri “ben educati” ragazzi lasciano ogni sera sull'ingresso della bella chiesetta di San Vito» a testimoniarlo è un lettore di CoratoLive.it tramite whatsapp, al numero 3892 170 180.
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«Questo stesso spettacolo – racconta ancora – qualche giorno fa è stato offerto ad una squadra di ciclisti amatori, ferma in piazzetta. Hanno potuto ammirarne le bellezze deturpate. La parete della stradina interna tutta piena di scritte realizzate con le bombolette spray almeno quattro anni fa. I faretti stradali sono spenti da tempo».
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«Ogni sera – conclude – gruppi di scalmanati e maleducati sporcano questo angolo di storia, abbandonano bottiglie, buste, fazzoletti e carte utilizzate per alimenti: di tutto di più».
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Una vera offesa al decoro urbano, alla storia dell'arte e della città. La chiesa romanica di San Vito, costruita nell’XI-XII secolo dai padri dell’ordine Gerosolimitano, è una delle più preziose testimonianze storiche della nostra città. Il primo documento sull’esistenza a Corato di San Vito “de Templo” è presente infatti in un atto notarile del 1206, con Federico II di Svevia. La citazione della chiesetta con quel nome induce ad ipotizzare la sua appartenenza ai Cavalieri Templari.
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Ecco la storia della chiesetta di San Vito riportata nella sezione “la città” di CoratoLive.it.
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L'incarico della custodia della chiesetta – rettoria di San Vito – è affidato al parroco della chiesa di Santa Maria Greca che attualmente è don Sergio Pellegrini.
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«Ho già chiesto che si installi una telecamera per la videosorveglianza, potrebbe servire a inibire comportamenti di questo genere» ci dice il sacerdote.
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«L’amministrazione fece in modo di impedire il passaggio delle auto nella piazzetta – sottolinea don Sergio – ma la parte retrostante sembra “terra di nessuno”. Non è sorvegliata, a volte viene usata anche come orinatoio».
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e lo specchio del paese , ragazzi maleducati e controlli inesistenti-non trovi un vigile neanche a pagarlo
La certezza della pena avrebbe inibito atti di follia lucida e beffarda. I vigliacchi che espletano le loro funzioni ( animalesche, visto che si tratta di maiali in jeans e giubbotto) se avessero avuto la certezza di essere denunciati dopo aver imbrattato un luogo di culto , e , ancor prima , un luogo pubblico , ci avrebbero pensato un pó… Ma come chiosava una delle penne più efficaci della storia del giornalismo italiano di tutti i tempi: ” … Vi avevo promesso che vi avrei parlato in turco… Vi ho parlato di cultura tanto per voi fa lo stesso.”
Sì, i commenti grosso modo sono sempre gli stessi: pieni di astio, di livòre, di delusione, di rabbia, di scontento, e chi più ne ha più ne metta. Sono le proposte per cambiare le cose che mancano… Quando io prèdico l’insegnamento prioritario dell’educazione nelle scuole, ma non delegato agli insegnanti, legati a programmi incongrui, ma alle istituzioni locali, che constatano sul campo i danni di tale mancanza, rimango solo, a vagheggiare… Gli altri… si limitano a commentare, i fatti e i misfatti…
C’era più rispetto e protezione delle cose pubbliche al tempo della costruzione della chiesetta…
Ma questi ragazzi dopo l’educazione in famiglia, scuola e catechismo di cosa sono dotti???
Avremo l’emigrazione dei cervelli ma i corpi rimarranno sempre qui con noi.