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Maria Simone racconta gli sceriffi
Viaggio tra le maschere del carnevale coratino

Ritmo e paillettes, arrivano gli “sceriffi”: «Vogliamo fare spettacolo!»

Giuseppe Cantatore. Riprese e montaggio Francesco De Marinis
Non c'è sfilata senza gli "sceriffi", da quasi trent'anni uno dei simboli più lucenti del carnevale coratino. In questi giorni nelle sale del Cicres - l'associazione culturale che propone questa elegante e raffinata maschera - fervono prove e preparativi. Maria Simone ne racconta passato e presente
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Ritmo, paillettes e tanta, tanta dedizione. Non c’è sfilata senza gli “sceriffi“, da quasi trent’anni uno dei simboli più lucenti del carnevale coratino (ieri, invece, abbiamo raccontato delle vecchierelle). In questi giorni nelle sale del Cicres – l’associazione culturale che propone questa elegante e raffinata maschera – fervono prove e preparativi. E non è un modo di dire, perché gli sceriffi non lasciano davvero nulla al caso.

La maschera è nata nel dopoguerra come segno del benessere degli anni ‘50. Poi, alla fine degli anni ’60, è scomparsa. Fino al 1996, quando è rinata grazie a una intuizione di Maria Simone e Lidia Pappagallo.

«L’idea – racconta Maria Simone – ci è venuta perché io e Lidia avevamo sotto casa un gruppo di ragazzi, cugini e fratelli che si vestivano da sceriffi. Questo ricordo ci ha fatto pensare di poter riproporre la maschera. Lo abbiamo fatto quasi fedelmente, ampliando soprattutto i cappelli e disegnandoli a forma di cuore, un po’ perché il cuore è presente nello stemma di Corato e un po’ perché simboleggia la generosità dello sceriffo».

Lo sceriffo, tiene a dire Maria Simone, «non è Zorro, non è un cowboy , non è lo sceriffo americano, ma si ispira un po’ a tutte queste figure del cinema americano del dopoguerra».

Se all’inizio l’intenzione è stata quella di proporre la maschera per un solo anno, ben presto gli sceriffi hanno capito che la loro idea aveva fatto breccia nel cuore dei coratini. Così, in pochi anni, sono diventati maschera tipica e hanno sfilato nei carnevali più importanti d’Italia. «Abbiamo portato Corato un po’ dappertutto» sottolinea Maria Simone.

Gli sceriffi
Gli sceriffi

Lo sceriffo veste in modo elegante con pantaloni o gonne e gilet – tutto rigorosamente nero – con camicie bianche impreziosite da pizzi, merletti e trine. «Il vestito mette insieme la creatività del coratino e la povertà dell’epoca» prosegue. «Prima gli uomini si sposavano tutti con l’abito nero e quindi questo abito era presente in tutte le case, mentre le camicie bianche con i merletti erano spesso nei corredi. Rispetto a quell’epoca, ora utilizziamo un gilet molto decorato con paillettes tutte colorate che fanno brillare i nostri vestiti».

Il carnevale, per gli sceriffi, inizia molto prima di febbraio. «Dietro c’è tanto lavoro, dalla scelta dei brani musicali alle coreografie, fino alla creazione dei cappelli» dice ancora Maria Simone. «Poi c’è il ballo: facciamo prove ogni settimana da prima di Natale. Quando arriviamo a ridosso delle sfilate, le prove diventano due a settimana. Non diamo nulla per scontato, proviamo l’ingresso in piazza e la disposizione. C’è stato un tempo in cui sulle pietre della piazza facevamo dei segni con dei gessetti in modo che ognuno sapesse esattamente dove disporsi. Quello che vogliamo è fare spettacolo».

sabato 10 Febbraio 2024

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franco
franco
2 mesi fa

BRAVISSIMA e meritevoli di essere protagoniste presso la cittadinanza