La sentenza

Neonata morta dopo lite tra medici, due condanne nel processo d’appello. La famiglia: «Vivremo sempre nel dolore»

La Corte d'appello di Bari
Due condanne e due assoluzioni nel processo d'appello relativo alla morte di una neonata - figlia di madre coratina e padre molfettese, entrambi residenti a Corato - avvenuta nel 2016 all'interno dell'ospedale Di Venere di Carbonara
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Due condanne e due assoluzioni nel processo d’appello relativo alla morte di una neonata – figlia di madre coratina e padre molfettese, entrambi residenti a Corato – avvenuta nel 2016 all’interno dell’ospedale Di Venere di Carbonara a causa di un ritardo nel parto cesareo dovuto, secondo l’accusa, a un litigio tra medici per l’utilizzo della sala operatoria.

La vicenda. Secondo quanto emerse dalle indagini, il 2 maggio 2016, quando la bimba stava per venire alla luce, tutte le sale operatorie del reparto di ostetricia erano occupate. I medici decisero quindi di rivolgersi al vicino reparto di chirurgia generale per eseguire un parto cesareo urgente a causa della sofferenza fetale della bimba. Nella stessa sala operatoria era però era programmato un altro intervento. A quel punto tra i medici dei due reparti ci sarebbe stato un litigio sull’utilizzo della sala che, di fatto, ritardò il cesareo di oltre un’ora. Nell’attesa le condizioni della piccola si aggravarono e, quando finalmente venne fatta nascere, la grave sofferenza per asfissia cardiaca dovuta al cordone ombelicale stretto attorno al collo ne aveva praticamente determinato la morte.

La sentenza. La Corte d’appello di Bari, prima sezione penale, presieduta da Francesca La Malfa, ha riscritto l’esito della sentenza del processo di primo grado celebrato nel marzo scorso con rito abbreviato.

Nella sentenza emessa l’11 ottobre, i giudici hanno infatti assolto per non aver commesso il fatto i ginecologi Vito Partipilo (difeso dall’avvocato Roberto Di Marzo) e Carlo Campobasso (assistito dall’avvocato Salvatore D’Aloisio), in primo grado condannati a un anno di reclusione ciascuno per omicidio colposo. La Corte ha poi confermato la condanna a otto mesi per l’anestesista Antonio Simone (pena sospesa, difeso dall’avvocato Giovanni Signorile) e ha dichiarato la responsabilità civile del primario Francesco Puglisi (difeso dall’avvocato Michele Laforgia), assolto in primo grado e ora condannato al risarcimento dei danni nei confronti della famiglia dalla bimba (assistita dall’avvocato Felice Petruzzella) da liquidare in separata sede. Nei confronti di Partipilo, Campobasso e Simone sono anche state revocate le statuizioni civili che in primo grado erano state disposte dal gup in favore dei familiari della bimba.

«Dopo questa sentenza la vera condanna l’abbiamo ricevuta io e mia moglie Marta che continueremo a vivere sempre nel dolore che ci è stato inflitto e che sembrerebbe potersi ricondurre all’assurdo e incomprensibile litigio scoppiato tra due medici» è il commento di Onofrio Visaggio, papà della piccola.

Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 60 giorni.

venerdì 13 Ottobre 2023

(modifica il 16 Ottobre 2023, 9:01)

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