La ricorrenza

Storia di due partigiane, l’Anpi ricorda Maria Diaferia e Cordelia La Sorsa

I relatori del convegno organizzato dall'Anpi
Nel giorno dell'80esimo anniversario dell'armistizio la presentazione di due libri nel ricordo delle due partigiane
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80 anni di resistenza
80 anni di resistenza

L’8 settembre del 1943, esattamente 80 anni fa, fu reso pubblico l’armistizio (firmato 5 giorni prima a Cassibile) firmato dal capo del governo italiano Badoglio che prevedeva la resa incondizionata dell’Italia alle Nazioni Unite e la fine dell’alleanza con la Germania di Hitler. È uno dei momenti cruciali del secondo conflitto mondiale, quello che sancì l’avvio della Resistenza che portò alla Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista, il 25 aprile 1945.

Tanti furono gli italiani che combatterono per la Resistenza. Tra loro due anche tanti coratini e tanti combattenti del territorio della provincia di Bari.

In occasione dell’ottantesimo anniversario dalla diffusione del proclama del maresciallo Badoglio, la sezione locale dell’Anpi ha voluto celebrare la ricorrenza ricordando due figure femminili che hanno partecipato alla Resistenza: Maria Diaferia e Cordelia La Sorsa. A queste due donne sono dedicati i lavori di ricerca storica dei giovani ricercatori Vincenzo Catalano e  Antonio Filicaia, presentati dinanzi ad una nutrita platea alla presenza del presidente provinciale dell’Anpi Pasquale Martino e del Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano Giuseppenicola Tota.

Una occasione per ripercorrere i drammatici momenti della guerra, della reazione e della Resistenza «non per odio ma per dignità» e per fare luce su due figure femminili la cui storia si intreccia con quella di tanti italiani che, con le loro azioni combattenti, contribuirono alla cacciata dei nazisti.

Un lavoro di complessa ricerca storica, quello effettuato da Vincenzo Catalano (autore del volume su Maria Diaferia) e Antonio Ficaia (che ha ricostruito la storia della molfettese Cordelia La Sorsa), frutto di indagini accurate partite dalla consultazione degli atti degli uffici comunali, fino a quelli del grande archivio di Roma, con l’ascolto di alcuni testimoni ancora in vita e l’analisi approfondita e scrupolosa del contesto storico in cui le due donne si trovarono ad operare.

Due donne molto diverse tra loro: Maria Diaferia era poco più di una bambina quando, coi suoi fratelli, decise di imbracciare le armi e affrontare la Resistenza. Cordelia La Sorsa era una giovane studentessa universitaria, madre militante, di forte tempra, animata da un enorme desiderio di libertà. Nulla di romanzato nel raccontare le vicende della loro vita in guerra, ma dati storici verificati che raccontano di come anche i nostri concittadini furono protagonisti in uno dei momenti più delicati della vita d’Italia.

Un incontro, quello organizzato dall’Anpi, ricco di tanti momenti di riflessione, come quello affidato a Pasquale Caputi, figlio di Francesco Caputi, internato militare. Pasquale ha voluto ricordare la figura di suo padre, giovane militare che per 10 anni è rimasto lontano dalla sua famiglia e dalla sua casa per combattere, prigioniero e internato, che tornò a piedi dal campo di concentramento tedesco. Un racconto, quello di Pasquale Caputi, ricco di grande emozione, la stessa che ha animato la sua impresa di ripercorrere a piedi il cammino di suo padre verso la libertà, verso casa sua, dalla Germania a Barletta.

Ciò, ha ricordato Pasquale Caputi, è stato possibile grazie al generoso intervento dell’Esercito Italiano ed in particolare del Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota che ha consentito che l’Esercito offrisse a Pasquale tutta l’assistenza possibile per portare a termine la sua impresa, per testimoniare i valori dei tanti soldati come suo padre che offrirono all’Italia i loro anni migliori.

È stato proprio il generale Tota a concludere le interessanti relazioni, con un intervento chiaro e puntuale, ricordando quanto grande è stato l’impegno dei soldati italiani per la riconquista della libertà. In particolare, il generale si è soffermato sulle figure dei 76 coratini internati militari deceduti nei campi di concentramento tedeschi, figure il cui sacrificio è stato in gran parte sacrificato. Un intervento che ha ricordato i giorni immediatamente successivi all’8 settembre a Corato, quando i tedeschi passarono anche per le vie della nostra città, arrecando danni in via Duomo e a Palazzo Gioia, proprio lì dove ieri sera l’Anpi ha radunato propri iscritti, simpatizzanti e cittadini per ricordare una importantissima pagina di storia della città e dell’Italia intera.

sabato 9 Settembre 2023

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franco
franco
8 mesi fa

ciò che unisce le generazioni di vllta in volta è e sarà sempre il ricordo la memoria di chi ci ha preceduto e con il loro esempio di vita e sacrificio della stessa ha contribuito attivamente alla realizzazione di questa NAZIONE. grazie