La storia

A piedi per 1700 chilometri: Pasquale ripercorre la strada di suo padre, reduce di guerra

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Il cammino della memoria
Il suo viaggio si è concluso lo scorso anno ma la sua testimonianza è ancora attuale. L'8 settembre sarà ospite a Corato
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Il cammino a piedi di Pasquale Caputo, sulle orme di suo padre, si è concluso ormai da un anno. La sua storia, tuttavia, come quella di suo padre, rimane fortemente attuale, una esperienza degna di essere ancora raccontata. Per questo l’Anpi “Maria Diaferia” di Corato lo ha voluto ospite in città, il prossimo 8 settembre, nell’ambito di una iniziativa alla quale parteciperà il Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota.

Pasquale Caputo, 73enne di Barletta, ha scelto di vivere una esperienza unica: di ripercorrere a piedi la stessa strada che il padre, Francesco, affrontò per tornare dalla Baviera a Barletta e riabbracciare la sua famiglia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo essere stato prigioniero in un campo di concentramento.

Un cammino di 73 giorni, lungo 1700 chilometri, in 68 tappe attraverso le città e i luoghi della Resistenza. Fondamentale per il compimento del cammino è stato l’apporto dell’Esercito Italiano e in particolare del Generale Giuseppenicola Tota che ha condiviso il senso dell’iniziativa di Pasquale Caputo e messo in rete le varie caserme che hanno assistito Caputo nel suo passaggio.

Pasquale Caputo era già stato a Corato nel marzo scorso, per raccontare agli studenti del Liceo Oriani la sua testimonianza.

«Il mio è stato un viaggio che ha coinvolto tanta gente. Non è il mio viaggio, ma il viaggio di tutti quei ragazzi che percorsero quelle strade, compreso mio padre; è il viaggio di chi mi ha accolto, di tutti i militari che mi hanno dato supporto» affermò Pasquale Caputo al suo arrivo dal lungo peregrinare.

Non a caso l’Anpi di Corato ha scelto la data dell’8 settembre per le sue manifestazioni: è la data dell’ottantesimo anniversario dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, firmato dal generale Badoglio; è la data in cui inizia la Resistenza italiana.

Quella di Pasquale Caputo è una testimonianza preziosa che ricorda il dramma di tanti italiani, come suo padre, deportati nei campi di prigionia tedeschi. Molti di loro non riuscirono a tornare.

Francesco Caputo nacque a Barletta il 21 Maggio 1917. Da soldato, era in forza al Reggimento di Cavalleria di Ferrara. Dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, fu catturato a Verona e deportato nei campi di prigionia tedeschi per essersi rifiutato, come altri 600mila giovani soldati, di continuare a combattere nell’esercito.

Dopo la fine della guerra i sopravvissuti intrapresero il loro cammino di ritorno verso casa, come fece Francesco che da Monaco di Baviera raggiunse Barletta il 27 luglio 1945.

 

mercoledì 9 Agosto 2023

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franco
franco
9 mesi fa

quelli deportati subirono ogni sorta di angherie e brutalità e vorrei sommessamente ricordare anche mio PADRE che-prigioniero dal 1942 in nordafrica- fu deportato (come migliaia di commilitoni) prima in India e poi in Scozia.Ebbene dopo l’8 settembre gli inglesi fecero a tutti LORO la proposta di ritornare in Italia combattendo contro i nuovi nemici.- Pochissimi ( a detta di papà) accettarono. CERTO NON PER VIGLIACCHERIA o per falsa idolatria del fascismo, ma solo perchè NON volevano trovarsi di fronte altri ITALIANI( la cd Repubblica di Salò) cui spararci addosso- si chiama GUERRA CIVILE la cosa PEGGIORE di tutto il periodo bellico.- ed allora gli inglesi interpretarono il rifiuto come un atto di fede al vecchio regime fascista.- come risultato tutti furono costretti a restare sino al 1946 quando finalmente furono sbarcarti in Italia.- questa secondo me si chiama COERENZA certo non animo di vigliacchi.-come dimostrato nel corso della guerra d’AFRICA da parte di tutti.- scusatemi