Palazzo di città ha deciso di proporre appello al Consiglio di Stato (con contestuale istanza di sospensiva e/o richiesta di decreto monocratico cautelare) contro la sentenza del Tar Puglia che, accogliendo il ricorso di cinque consiglieri comunali di opposizione, ha annullato il bilancio comunale di previsione 2021-2023 e gli atti conseguenti.
La decisione è arrivata dopo che l’avvocato Andrea Sticchi Damiani del foro di Lecce (cui l’amministrazione si era rivolta per ottenere un parere legale scritto «sulla sussistenza o meno di motivazioni giuridiche più approfondite, volte a sostenere l’eventuale gravame da proporre avverso la sentenza», giunto il 21 febbraio via Pec), ha rappresentato «ampie argomentazioni a supporto della proposizione del gravame dinanzi al Consiglio di Stato».
L’incarico, come si legge nella delibera di giunta, è stato affidato al legale leccese vista «la sussistenza della particolare importanza e specificità della materia oggetto della controversia, nonché in considerazione dell’approfondito studio dell’intera vicenda già effettuato con il rilascio del suddetto parere».
La scelta di approfondire la questione tramite un parere legale scritto e di valutare il ricorso al Consiglio di Stato è stata presa «dall’Amministrazione Comunale, in piena autonomia ed in osservanza della normativa vigente, pur prendendo atto del parere reso dal Dirigente del Settore Finanziario» il quale «contrariamente a quanto espresso e sostenuto nel giudizio di primo grado con il parere positivo alla costituzione in giudizio, riteneva superfluo proporre ricorso dinanzi al Consiglio di Stato avverso la sentenza di prime cure».
Il parere poteva mai essere negativo? È il mestiere dell’avvocato!
Meno male che PIPPO c’è.
Tanto le spese legali le paghiamo noi, avrei proprio voluto vedere se la mano al portafoglio doveva metterle il sindaco se la decisione era la stessa
Le spese caro amico mio facciamole pagare al comune il sindaco è la sua fattispecie amministrazione perché adesso ci siamo stancati
Un sentito grazie a coloro che per puri giochi politici hanno condannato la città ad un ulteriore periodo di difficoltà. Il solito burattinaio che da decenni muove i fili dei tanti, troppi burattini presenti a palazzo San Cataldo