Cronaca

Retata della Finanza per truffa e immigrazione clandestina. Arrestato 42enne coratino

La Redazione
L'arresto compiuto dalla Guardia di Finanza
Questa mattina gli uomini della Tenenza di Andria delle Fiamme Gialle, hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due cittadini andriesi, un coratino, un barlettano ed un pachistano
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Nell'ambito di una lunga ed articolata operazione, questa mattina gli uomini della Tenenza di Andria delle Fiamme Gialle hanno stroncato definitivamente un’associazione per delinquere specializzata in truffe sia nel settore finanziario che in quello dell’immigrazione clandestina.

Era da tempo ormai che l'organizzazione, operante su tutto il territorio del nord barese, era finito sotto la lente di ingrandimento delle fiamme gialle le quali, al termine di una lunga e laboriosa indagine iniziata nel mese di marzo 2011, hanno bloccato l’attività truffaldina di un’ associazione assicurando alla giustizia 46 soggetti, di cui 5 tratti in arresto.

I provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip del tribunale di Trani Angela Schiralli su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Luigi Scimè sono stati eseguiti nei confronti di Sebastiano Lomuscio di 41 anni, Salvatore Gentile di 41 anni, Ruggiero Decorato di 36 anni, Pietro Riganti coratino di 42 anni e del cittadino pakistano, ancora in fase di rintraccio.

Sono 41 in totale le persone denunciate a piede libero, inoltre, sempre in mattinata la guardia di finanza ha sequestrato lo studio professionale “Seblom brokering & consulting” riconducibile a Sebastiano Lomuscio.

I capi di imputazione vanno dall’associazione per delinquere, al falso, alla truffa, alla sostituzione di persona e al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

Il filone di indagine trae origine inizialmente da una denuncia sporta da un cittadino andriese che suo malgrado e incolpevolmente si ritrovava protestato per alcune rate di un finanziamento non pagate.

Ben presto gli accertamenti svolti dalle fiamme gialle rilevavano come il predetto individuo fosse incappato in una truffa dai contorni ben più ampi. Infatti ignoti, appropriandosi dei suoi dati anagrafici e falsificando carte di identità, codice fiscale, buste paghe e dichiarazione dei redditi aveva accesso dei finanziamenti a suo nome traendone vantaggi economici.

La finanza decideva quindi di intraprendere un’attività di indagine ben più raffinata nella consapevolezza che tale frode non fosse episodica ma che facesse parte di un contesto delittuoso ben più ampio e sistemico.

Il primo passo essenziale è stato quello di risalire alla vera identità della persona che materialmente, appropriandosi dell’identità altrui, aveva acceso il finanziamento. Da qui i molteplici riscontri, pedinamenti, ed interrogatori oltre che all’acquisizione di documentazione finanziaria presso le varie società di credito al consumo al loro volta truffate, permettevano di restringere il cerchio su un broker finanziario lomuscio sebastiano titolare di uno studio andriese di consulenza finanziaria, all’andriese gentile salvatore, ad al barlettano de corato ruggiero entrambi già noti alle forze dell’ordine per vari reati commessi negli anni a dietro.

I tre venivano quindi attentamente monitorati anche attraverso un’intensa attività di intercettazioni telefoniche che permetteva di ricostruire precisamente i veri interessi del manipolo delinquenziale che, come già detto, risultava essere altamente specializzato nell’ottenimento di finanziamenti addebitati a soggetti totalmente ignari.

Tantissimi i finanziamenti emersi fraudolentemente ottenuti dall’associazione in danno di vari istituti di credito al consumo, società finanziarie e banche oltre che ovviamente di vittime inconsapevoli di tale sistema. Inoltre ulteriori perquisizioni domiciliari eseguite nei confronti dei componenti del manipolo delinquenziale permettevano di sequestrare fotografie dei più disparati soggetti, documenti di riconoscimento, pratiche di finanziamento, tagliandi assicurativi, tutti rigorosamente falsi.

Ma non è tutto: durante le perquisizioni presso lo studio professionale del broker andriese, l’acume investigativo degli operanti portava a focalizzare l’attenzione su diverse cartelline nominativamente intestate a cittadini extracomunitari, percependo che in quelle cartelline potesse celarsi qualcosa di losco si decideva di approfondire anche tale aspetto. I successivi riscontri effettuati sia presso lo sportello unico per l’immigrazione della prefettura, sia presso l’ufficio stranieri della questura di bari, unitamente ad un ulteriore attività tecnica di intercettazione telefonica e ad un attento esame peritale sui p.c. rinvenuti presso lo studio del consulente finanziario e posti sotto sequestro, mostravano come anche quei documenti fossero una ulteriore fonte di approvvigionamento dell’associazione.

In buona sostanza parallelamente alla losca attività finanziaria il manipolo delinquenziale traeva ulteriori e ben più cospicui guadagni attraverso la predisposizione di documentazione falsa finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il gioco era semplice, grazie alla complicità di imprenditori locali compiacenti, venivano predisposte false assunzioni finalizzate all’ingresso sul territorio italiano di cittadini pakistani, tutto ovviamente dietro lauto compenso, il manipolo delinquenziale, in definitiva, raccolto un numero consistente di cittadini extracomunitari, assicurava loro un ingresso illegittimo in italia mediante frode e violando le disposizioni vigenti in materia di immigrazione e condizione dello straniero.

La realizzazione di tale ultimo sistema di frode vedeva la fattiva complicità di un cittadino  di nazionalità pakistana, un commerciante di tappeti residente a milano, perfettamente insediato nel tessuto sociale italiano, il quale aveva il compito prioritario di reclutare suoi connazionali non in regola con la normativa vigente in materia di immigrazione, cui far conseguire indebitamente, ed a fronte di cospicue somme di denaro, permessi di soggiorno altrimenti non ottenibili.

Ulteriori sviluppi investigativi e pedinamenti conducevano fino a corato dove un piccolo imprenditore locale, riganti pietro, amico del pakistano nonché del broker andriese provvedeva a reperire quasi come un procacciatore d’affari imprenditori locali disposti a prendere parte al gioco in cambio di un riconoscimento in denaro.

Più di cento i nominativi dei cittadini extracomunitari di origine pakistana per i quali l’associazione aveva già avviato le pratiche per la regolarizzazione e l’ottenimento indebito del permesso di soggiorno, diversi gli imprenditori di tutto il nord barese coinvolti nel losco disegno criminale.

lunedì 18 Giugno 2012

(modifica il 26 Luglio 2022, 18:26)

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