Le torri sono senza dubbio uno dei simboli di Corato. Non è un caso che ce ne siano ben quattro nello stemma della città. Le torri coratine, però, non sono solo quattro e, soprattutto, non si trovano solo nel centro abitato. Anzi. Basta sapere dove guardare per rendersi conto che la campagna a ridosso del centro abitato ne è ricca. Spesso spuntano tra distese di ulivi e boschetti di querce, scrutando dall'alto i tanti che le sfiorano senza neppure accorgersi della loro presenza. Altre volte sono inglobate in costruzioni più ampie, diventando così difficilmente riconoscibili. Tutte, però, fanno parte di un patrimonio culturale e architettonico non indifferente che un gruppo di ragazzi curiosi e amanti della storia locale ha ricostruito, mappato e messo a disposizione della città.
Il lavoro (scaricabile cliccando qui), frutto di tre anni studio, si chiama "Mappatura delle torri schierate nell'agro di Corato" ed è stato realizzato a più mani. Avviato nel 2019 quasi per gioco dal cultore di storia locale e socio Archeoclub Giuseppe Magnini, è stato completato nell'aprile 2022 grazie alla preziosa collaborazione dell'ingegnere ambientale ed esperto nello studio delle mappe antiche Giuseppe Maldera, dell'esperto di grafica e programmazione Giuseppe Galise e dell'architetto e appassionato di edifici antichi Giuseppe Diaferia. Insieme hanno individuato descritto, fotografato e studiato tutte le strutture a torre, per la maggior parte nascoste, individuandone alla fine ben 33, diverse tra loro e molte delle quali inedite, cioè mai trovate sulle cartografie precedenti.
Nel video reportage realizzato con i quattro autori della pubblicazione abbiamo visitato alcune delle antiche torri mappate – Torre Dell'Orco, in contrada tingo tingo, nei pressi di via Gravina; Torre Scannagatta nell'omonima zona e Torre Grande, in viale Regio Bosco comunale – osservandone i dettagli. Avevano una funzione di avvistamento e difesa – come mostrano, ad esempio, le feritoie, ovvero finestre lunghe e strette dalle quali venivano scoccate le frecce – ma nel tempo sono diventate anche dei centri di aggregazione masseriale, motivo per cui sono state spesso assorbite in altre costruzioni. Elemento molto importante è la posizione delle torri dell'agro, tutt'altro che casuale, che compone un allineamento molto particolare svelato alla fine della pubblicazione.
«È stato un lavoro reso difficile dalla pandemia, ma che alla fine siamo riusciti a concludere grazie anche alle segnalazioni di molte persone» spiegano. «Nella mappatura siamo andati prima alla ricerca delle torri indicate nelle mappe storiche e in quelle dell'istituto Geografico Militare (IGM) del 1870 e del 1955 e poi, grazie a molte segnalazioni giunte attraverso un gruppo facebook nato proprio per condividere queste informazioni, abbiamo individuato anche altre torri inedite non presenti su nessuna cartografia. Il risultato, ottenuto anche attraverso l'utilizzo di foto satellitari, è stato la realizzazione di una pubblicazione sul sito di Academia e che può essere letta cliccando qui, in cui le torri sono state descritte totalmente, inserendo anche le coordinate con un'ampia galleria fotografica e schede individuali».
La pubblicazione (scaricabile cliccando qui) segna un punto importante nella storia di Corato e potrebbe essere il primo di una lunga serie di lavori di mappatura.
complementi davvero per il bellissimo lavoro svolto
Davvero complimenti a questi ragazzi……un lavoro eccezionale.. !!
ottimo lavoro, bravi!
Lo scempio del restauro di Torre Palomba non l'ha mappato nessuno?
Manca la celebre Torre del Fascio, sita nei pressi dell'impianto fognario di Via Bisceglie
Fine a se stesso, nessun ritorno sul turismo
manca un aggettivo: cadenti. anzi due: abbandonate.
Bravissimi, ora il Comune preveda il recupero e la conservazione col PNRR. I soldi ora ci sono e poi assegnazione ai giovani che avranno la capacità e la voglia di farle vivere sempre con visite guidate, alle scolaresche, a un pranzo nelle torri o cana a lume di candela e buon olio e vino. Basta a piangere. Svegliarsi