La riflessione

Razzismo nel calcio? «È ignoranza contro cui si può fare poco». Parla l’allenatore del Corato Diaw Doudou

Mister Diaw Doudou
Il tecnico neroverde interviene sulla diatriba Acerbi - Juan Jesus
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Il razzismo nel calcio? «Succede in ogni categoria e anzi in quelle inferiori, lontano dalle telecamere, accade anche di più». A dirlo è l’allenatore della squadra del Corato calcio, il senegalese Diaw Doudou nel commentare il presunto caso di razzismo che ha visto protagonisti il difensore dell’Inter e della nazionale italiana Francesco Acerbi e il difensore del Napoli Juan Jesus.

Delle presunte offese a sfondo razziale da parte del calciatore italiano all’indirizzo del suo collega brasiliano si occuperà la procura della Federazione Italiana Giuoco Calcio; il caso, tuttavia, ha avuto una lunga eco internazionale e offre lo spunto per riflettere sul tema del razzismo, problema che affligge la società in generale ed in particolare il mondo dello sport.

In una intervista esclusiva, rilasciata a Sportitalia, il tecnico senegalese del Corato, con un passato da calciatore in serie A nelle fila del Torino, parla della sua esperienza personale, delle offese ricevute sui campi di calcio per il colore della sua pelle, prendendo le distanze da quanto accaduto durante la sfida tra Inter e Napoli.

«A me è successo con l’Atletico Roma. Feci un’entrata dura su un attaccante, il quale si rivolse a me dicendomi “Ne*ro di mer*a”. Rosso e squalifica per lui, io risi con l’arbitro, dicendo all’attaccante che era stato anche poco furbo a parlare così davanti al direttore di gara. Non facciamo finta di niente: succede in ogni categoria e anzi in quelle inferiori, lontano dalle telecamere, accade anche di più» ha affermato il tecnico del Corato, rispondendo alle domande dell’intervistatore.

E, in riferimento alle scuse pronunciate dal difensore italiano dopo aver pronunciato la presunta frase offensiva, ha detto: «Una volta che esce pallottola non puoi rimetterla dentro alla pistola. Mia sorella vive in America e mi chiama “niger”, che non è offensivo, soprattutto se detto fra di noi in simpatia: se dici nero non succede niente, ma usando la parola “negro” sai bene che accezione negativa essa abbia. Credo che se avesse detto solo “nero” non si sarebbe offeso».

La strada per debellare il razzismo è ancora in salita. Poche le speranze che la condanna dell’episodio possa generare un percorso virtuoso di rispetto e accettazione dell’altro. «Temo che nel 2050 sarà ancora tutto uguale. Andare nelle scuole e fare sensibilizzazione non ha cambiato nulla perché poi i bambini vanno allo stadio e vedono il papà che offende o dice frasi razziste, quindi imparano. E non è nemmeno razzismo, piuttosto ignoranza acuta contro la quale si può fare poco. Magari come hanno fatto in Inghilterra, dove sono inflessibili con le punizioni» ha concluso il tecnico del Corato.

 

sabato 23 Marzo 2024

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Gustavo
Gustavo
14 giorni fa

Vero, la parola “ne*ro è offensiva, allora qualcuno la tolga dalle pagine dei dizionari, fino a quando resterà non sarà mai perseguibile di reato.