L'elezione

La prima del consigliere Lotito: «Cambia la voce ma non cambiano le nostre idee»

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
Michele Lotito
Il consigliere Michele Lotito
L'esponente di Nuova Umanità siede per la prima volta in consiglio comunale
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Una rapida seduta di consiglio comunale, monotematica, quella celebratasi nel pomeriggio di ieri per procedere, come la legge impone, alla surroga del consigliere dimissionario Vito Bovino, al quale è subentrato il primo dei non eletti della lista “Nuova Umanità”, Michele Lotito. Unico argomento di una seduta senza particolari colpi di scena, con domande poste nei preliminari di seduta che subito hanno lasciato spazio alle operazioni di surroga.

Michele Lotito è dunque ufficialmente consigliere comunale del Comune di Corato e rientrerà, in quanto unico componente del gruppo consiliare di “Nuova Umanità” in tutte le commissioni.

«Ringrazio tutti gli elettori che hanno creduto in noi e in particolare in me» ha esordito il neoeletto consigliere Lotito, spostando da subito la sua attenzione sul lavoro del movimento politico cui appartiene e su quello svolto dal consigliere uscente Vito Bovino, per il quale anche gli altri colleghi dei vari gruppi politici e il sindaco hanno espresso parole di apprezzamento e augurio per la carriera professionale.

«Cambia voce in consiglio comunale ma non cambiano le nostre idee e i nostri valori» ha da subito puntualizzato Lotito, rivolgendosi direttamente al sindaco e ricordando alcuni aneddoti del recente passato, quando i sostenitori della candidatura a sindaco di Vito Bovino scelsero di sostenere al ballottaggio il progetto di Corrado De Benedittis.

«Sindaco ricordo bene quel giorno quando lei vinse le elezioni e mi chiese se fossi stato eletto. Le risposi di no e che al mio posto sarebbe entrato Vito Bovino. Mi disse “Sarai in consiglio”. Era un augurio forse, o una veggenza. Il nostro gruppo l’ha sostenuta perché ha creduto alla trasparenza, alla partecipazione, purtroppo ad oggi tutto disatteso. Conta quello che si fa non quello che si dice» ha rincarato.

E ancora: « Quando lei era consigliere, ed il sindaco era Pasquale D’Introno, ha detto che la democrazia è fatta di pesi e contropesi e noi siamo qui in consiglio comunale per contropeso, per contromisura che voi avete scelto per noi. Noi siamo minoranza, opposizione a questa maggioranza che ha girato le spalle mancando di rispetto a 6725 persone che al primo turno hanno votato Vito Bovino, Ricordo molto bene la frase che disse: “Pacta sunt servanda”. Vale solo per gli altri?».

«Voglio rivolgere un appello alle forze di minoranza – ha concluso – a non sentirsi minoranza ma ad essere forza propulsiva e determinata per il bene della città. Auguro alla mia città il bene che merita, bene non come slogan ma come impegno continuo e costante per la nostra crescita. Conta quello che si fa e non quello che si dice»

 

La risposta del sindaco

Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino che, dopo aver fatto gli auguri di buon lavoro al consigliere Lotito, ha voluto replicare al suo duro messaggio di benvenuto.

«Non abbiamo tradito alcun patto, anzi fu anche messo nero su bianco che in caso di vittoria elettorale non ci sarebbe stata alcuna ripartizione di seggi di potere e sottopotere. Non si sono determinate le condizioni per un eventuale allargamento della maggioranza ma questo non è un venir meno a patti, perché i patti erano ben chiari» ha esordito il primo cittadino.

«È chiaro – ha aggiunto –  che non c’è mai stata una preclusione di carattere ideologico o tanto meno sul piano delle relazioni interpersonali. C’è stata nei confronti di tutti apertura, rispetto e propensione al dialogo senza mai cedere alla provocazione o alla tentazione della rottura e dell’offesa che non appartengono né al mio linguaggio né alla mia storia».

E ancora: «Credo in coscienza di essere assolutamente rispettoso anche di quei cittadini che hanno votato per voi che legittimamente avete condotto una vostra battaglia politica. Non si può per questo tradurre in violazione di patti le determinazioni che ci sono state successivamente».

«Dopodiché – ha concluso – la politica nella misura in cui è intesa come onesto e corretto governo della cosa pubblica è sempre il luogo del confronto rispettoso della dignità delle persone e che si declina attraverso una qualità del linguaggio che rimanda al rispetto delle istituzioni che siamo chiamati a rappresentare».

sabato 17 Febbraio 2024

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Francesco Labietola
Francesco Labietola
2 mesi fa

E niente, un vecchio Comandante della nostra Città, quando gli si chiedeva novità su una qualsiasi situazione, la risposta era…” NIEND D NUOOOV “