La vicenda giudiziaria

Processo strage dei treni, la difesa del capotreno propone appello

Il collegio che ha pronunciato la sentenza di condanna nei confronti di Piccarreta e Lorizzo
I difensori di Lorizzo: «Va assolto, non è responsabile»
3 commenti 2288

A poco più di un mese dal deposito delle motivazioni della sentenza del processo relativo al disastro ferroviario del 12 luglio 2016, che ha visto la condanna di soli due imputati (6 anni e mezzo al capostazione Vito Piccarreta e 7 anni al capotreno Nicola Lorizzo), gli avvocati Graziana Vurchio e Vincenzo Papeo, difensori di Nicola Lorizzo, hanno depositato la proposta di appello alla decisione del tribunale.

I legali, infatti, chiedono che il loro assistito venga assolto «per non aver commesso il fatto» o comunque che la pena «venga ridotta al minimo possibile».

Gli avvocati, nell’atto d’appello, esplicitano diversi motivi per i quali Nicola Lorizzo non dovrebbe essere condannato, primo fra tutti quello secondo cui «il Piccarreta (capostazione, ndr) ha dato personalmente il via libera al treno 1021 per Corato (…) senza attendere l’arrivo del secondo treno incrociante».

Inoltre, rilevano i legali, «lo stesso RCT (regolamento circolazione treni, ndr) prevede la possibilità del mancato accertamento diretto dell’arrivo di tutti i treni incrocianti da parte del capotreno». Si contesta dunque l’orientamento del collegio giudicante secondo il quale il controllo degli incroci fosse responsabilità di capostazione, capotreno e macchinista.

Gli avvocati inoltre spiegano che il capotreno Lorizzo non avrebbe potuto rendersi conto dell’errato via libera poiché impegnato nel controllo e nell’assistenza dei viaggiatori in salita e in discesa dal treno e da «un passeggero che ad una certa distanza, in maniera davvero imprudente, attraversa il primo binario pochi attimi prima del sopraggiungere dell’ET 1642».

Inoltre, scrivono gli avvocati nel ricorso, «sulla base di mere ricostruzioni postume non può affatto escludersi che nella circostanza il Lorizzo, in applicazione dell’RCT, non avendo potuto eseguire o comunque eseguito il controllo visivo, abbia chiesto al capostazione dell’arrivo di entrambi i treni».

«Chi evidentemente è caduto in errore (…) è esclusivamente il capostazione» è la tesi della difesa di Lorizzo.

Per i legali di Nicola Lorizzo, la sentenza porta con sé «il paradosso di una condanna più grave do cplui che è stato indotto in errore rispetto a chi quell’errore ha causato e coltivato sino a concedere per ben due volte la partenza al rotabile».

sabato 20 Gennaio 2024

Notifiche
Notifica di
guest
3 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
carluccio
carluccio
3 mesi fa

provo una profonda pietà per i condannati, non meno che per le vittime e i loro parenti. i primi sono il classico esempio di capri espiatori di colpe più in alto, così in alto che diventano irraggiungibili, specie poi per la giustizia italiana che come ammoniva de gregori, molto spesso viene confusa con il carnevale. i secondi per aver subito il danno, ma non solo, per dover sopportare anche le beffe, servite su carta bollata, condite con motivazioni forse tecnicamente, giuridicamente inappuntabili ma moralmente inaccettabili.

FC=FC
FC=FC
3 mesi fa
Rispondi a  carluccio

In breve #giustiziaFallita

franco
franco
3 mesi fa

e che pensavate fosse finita?