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San Giovanni Paolo II “cantore” di Buonarroti, pittore, scultore, architetto e poeta

Prof. Giuseppe Scaringella
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Il mio contributo alla risoluzione del deliberato cambio di denominazione di P.zza Buonarroti, per quanto appena argomentato, è: la piazza ancora a BUONARROTI e GIOVANNI PAOLO II in quella piazza

La decisione della Giunta comunale di rinominare Piazza Buonarroti con  Piazza Giovanni Paolo II, in accoglimento della proposta dell’Associazione“Divina Misericordia”, ha acceso un dibattito a più voci tra cittadini, associazioni varie  e alcune polemiche politico-ideologiche.

Oggetto del dibattito è la richiesta alla Giunta  a fermare la incondivisibile procedura amministrativa in corso, in difesa  di MICHELANGELO , impareggiabile protagonista dell’arte del RINASCIMENTO italiano, stimato dai suoi contemporanei come uno dei più grandi artisti di tutti i tempi e orgogliosamente onorato dai nostri padri antichi con l’iscrizione nello stradario della Città.

La difesa di Piazza BUONARROTI non ha,dunque, per oggetto un “quidam de populo”, ma la figura del  pittore della volta della CAPPELLA SISTINA del Vaticano e dello scultore della PIETA’ vaticana, del DAVID e del MOSE’, beni culturali di irresistibile attrazione verso la nostra Italia, oggi come ieri, per milioni di turisti di ogni parte del mondo.

Quella piazza cittadina, cui si vuole cambiare denominazione, deve continuare a far memoria del BUONARROTI,  di cui  il grande Pietro Aretino, uno dei maggiori letterati del suo tempo, diceva che “il mondo ha molti re, ed un solo Michelangelo”; di cui i contemporanei avevano la percezione della grandezza del suo genio, uno dei massimi di tutta la storia dell’arte, al punto da stimarlo  “ Divin Artista”.

Piazza BUONARROTI è stata ed è ancora vissuta come la piazza delle marionette e degli spettacoli viaggianti e di recente come sito di un monumento celebrativo al Pontefice santo GIOVANNI PAOLO II e  non può essere privata della sua antica denominazione.

Nell’ultimo decennio del  XX° secolo, Papa WOJTILA, filosofo, teologo e poeta, l’8 Aprile 1994,  inaugurando i  restauri degli affreschi di  MICHELANGELO, dipinti nella Cappella Sistina del Vaticano,  tenne un’omelia paragonabile a uno spartito musicale liricamente celebrativo dell’alta prestazione artistica di Michelangelo, ritenuto “gran colorista”, senza pari.

Il Papa esordì, sciogliendo il suo canto,così:” Entriamo oggi nella Cappella Sistina per ammirarne gli affreschi meravigliosamente restaurati. Sono opere dei più grandi maestri del Rinascimento: di MICHELANGELO, innanzitutto…

…… Gli affreschi che qui contempliamo ci introducono nel mondo dei contenuti della Rivelazione. Le verità della nostra fede ci parlano qui da ogni parte. Da esse il genio umano (Michelangelo) ha tratto la sua ispirazione, impegnandosi a rivestirle di forme di ineguagliabile bellezza. Siamo di fronte (nel Giudizio Universale), innanzitutto, alla gloria dell’umanità di Cristo. Unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Cristo dalla Cappella Sistina esprime in se stesso l’intero mistero della visibilità dell’Invisibile

. ….Michelangelo ha tratto precise conclusioni dalle parole di Cristo “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Egli ha avuto il coraggio di ammirare con i propri occhi questo Padre nel momento in cui proferisce il “fiat” creatore e chiama all’esistenza il primo uomo. Adamo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1, 26). Mentre il Verbo eterno è l’icona invisibile del Padre, l’uomo-Adamo ne è l’icona visibile. Michelangelo si sforza in ogni modo di ridare a questa visibilità di Adamo, alla sua corporeità, i tratti dell’antica bellezza. Anzi, con grande audacia, trasferisce tale bellezza visibile e corporea allo stesso invisibile Creatore.

Sembra che Michelangelo, a suo modo, si sia lasciato guidare dalle suggestive parole del Libro della Genesi che, a riguardo della creazione dell’uomo, maschio e femmina, rileva: “Erano nudi, ma non ne provavano vergogna” (Gen 2, 25). La Cappella Sistina è proprio – se così si può dire – il santuario della teologia del corpo umano.”

Il grande PAPA Giovanni Paolo II cantò, in quella circostanza,  la grandezza del “genio umano” di BUONARROTI, magistrale produttore di ARTE  “ con grande audacia”, indirizzandogli sentimenti di stupore e di meraviglia, anime della visione pittorica di Michelangelo.

Dopo un decennio circa, Giovanni Paolo II consegna le meditazioni fatte in itinere sugli affreschi di MICHELANGELO alla pubblicazione TRITTICO ROMANO, testo poetico bello e toccante, composto di tre tavole di versi scritti con il pennello e i colori di MICHELANGELO..

.A proposito delle meditazioni sulla Genesi e sul Giudizio Universale, contenute nel TRITTICO ROMANO, Giovanni Paolo II, proseguendo nella lettura del suo spartito, canta così:

                   “Mi trovo sul limine della Sistina/

                      Forse tutto ciò era più facile interpretare nel linguaggio della “ Genesi “/

                      Ma il Libro aspetta l’immagine/

                      E’ giusto. Aspettava un suo Michelangelo./

                      ……..Sto invocandoti, Michelangelo!/

                      Stiamo sulla soglia del Libro./

                      Questo è il Libro delle origini─Genesis./

                      Qui, in questa cappella lo ha descritto  Michelangelo,/

                       non con le parole,ma con una ricchezza/

                       affluente di colori.

Qui il canto del Papa polacco  si eleva, al punto che nell’Epilogo de “ Il GIUDIZIO “, ricordando che nella Cappella Sistina erano eletti i Papi, come vissuto personalmente, prosegue nel suo canto all’ ineguagliabile genio artistico della policromia sistina:

                       “E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina

                       si riuniscono i cardinali

                        una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.

                       

                         E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.

                         ……………………………………………………………

                         La policromia sistina allora propagherà la parola del Signore:

                         Tu es Petrus……

                         La stirpe a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,

                         si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,

                         ……………………………………………………..

                         Bisogna che, in occasione  del conclave,

                         Michelangelo insegni al popolo/

                         Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius”

Nel TRITTICO ROMANO   lo sguardo all’”origine” e alla “fine”di Michelangelo è quello di Dio.  Attraverso questo sguardo, Michelangelo ha riportato su muro, per mezzo di audaci affreschi, la visione originale dalla quale deriva ogni realtà”.

Johann Wolfgang von Goethe, al cospetto de “la ricchezza affluente di colori “ e della “grande audacia”, affermò che “Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo ( MICHELANGELO ) sia in grado di ottenere.».

Giorgio VASARI apprezzò gli affreschi del multiforme genio michelangiolesco come “lucerna dell’arte nostra, che ha fatto tanto giovamento e lume all’arte della pittura, che ha bastato a illuminare il mondo, per tante centinaia d’anni in tenebre stato”

Papa Wojtyla concluse il canto celebrativo dei celeberrimi affreschi di Michelangelo, con la l Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” del 22 febbraio 1996 , in cui dispose che la Cappella Sistina fosse la sede stabile della creazione del successore di Pietro.

Il lettore, in questo mio scritto, non colga riserve mentali o preconcetta opposizione di varia natura nei confronti di nessuno, poiché il contenuto,  storico-culturale,  vuole solo onorare la ricca produzione artistica di Michelangelo, nei secoli oggetto di larghi e generosi consensi, riscossi anche dai nostri antichi avi, e la ricchezza dei sentimenti di devota stima tributata al Papa santo,anche da me.

Il mio contributo alla risoluzione del deliberato cambio di denominazione di P.zza Buonarroti, per quanto appena argomentato, è: la piazza ancora a BUONARROTI e GIOVANNI PAOLO II in quella piazza.

Prof. Giuseppe Scaringella

venerdì 19 Gennaio 2024

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dina di
dina di
3 mesi fa

Al prof. Scaringella, al termine del suo sproloquio, consiglio la lettura di Orazio, che nella lettera ai Pisoni sottolinea la necessità di essere sempre brevi, concisi e compendiosi

Gaetano Bucci
Gaetano Bucci
3 mesi fa

Apprezzo e condivido questo intervento del prof. Peppino Scaringella sulla intitolazione della piazza a Michelangelo Buonarroti e sulla statua dedicata a Papa Giovanni Paolo II che vide nel grande artista una manifestazione/testimonianza del fondamentale messaggio cristiano contenuto nella Genesi.
Due nomi che, pur di epoche diverse, in qualche modo si incrociano sulla via dell’arte e della fede.
Rispetto ai criteri seguiti nella toponomastica locale ci sarebbe tanto da dire. Una cosa è certa, ed è che essa nei tempi più recenti è stata molto strumentalizzata, venendo meno allo scopo principale che è quello di mantenere viva, nei nomi delle strade e delle piazze, la coscienza civile e la identità della comunità.
Spero di aver modo di approfondire in altra sede.