Dalla “annata storta” del 2022 a quella straordinaria del 2023. Se 12 mesi fa la campagna olivicola era stata fortemente condizionata da siccità, caldo anomalo e parassiti, la raccolta di quest’anno procede a gonfie vele sotto ogni punto di vista.
«Quest’anno la situazione è totalmente diversa, con almeno il 60% di produzione in più rispetto al 2022. Anche la qualità è straordinaria, si tratta davvero di un’annata perfetta» conferma, nella video intervista in alto nella pagina, Domenico De Palma, titolare dell’omonimo frantoio.
Un’impennata che ha fatto salire vertiginosamente anche le quotazioni, aumentate del 40% rispetto al 2022. «A Corato si va dai 130 ai 135 euro per quintale di olive, prezzi mai registrati in passato» sottolinea De Palma. «Numeri collegati anche al prezzo dell’olio che all’ingrosso si aggira sui 9 euro al chilo e al dettaglio va sugli 11. Ma i prezzi possono ancora salire, dipenderà dalle rese e dall’andamento del mercato dell’olio». Il motivo? «Mentre da noi c’è un’annata di “carica”, nel resto d’Italia e in Europa si registra una penuria di produzione».
Dunque una campagna all’insegna del riscatto dopo annate complicate. «Davvero una boccata d’ossigeno per tutto il comparto, anche se i problemi atavici non sono spariti, dalla penuria di manodopera per la raccolta delle olive agli elevati costi di produzione. Però – conclude De Palma – godiamoci quest’annata, sperando che ce ne siano altre così».
adesso aspettiamo le querule querele delle associazioni degli agricoltori che si lamentano per gli eccessivi guadagni …
Ewwaiii!!!!
spero che il prezzo finale dell’olio non penalizzi i consumi.
Ma!?! Non si capisce, dicono che il racconto è scarso pertanto L’EVO aumenta e non di poco (e ci può stare) poi dicono che è stato un’anno eccezionale il prodotto c’è e buono, ma i prezzi aumentano lo stesso. Anche qui si specula…..
spero che adesso gli Agricoltori restituiscano i contributi presi nel passato x siccita, gelo, scarsa produzione eccessiva produzione !! Voglio ricordare a questi Signori che la loro attivita’ e’ di Impresa e come tutte le imprese devono assumersi il rischio di impresa e non chiedere contributi allo stato a spese dei contribuenti che poi spendono in viaggi ville in campagna ecc..ecc. Ci vuole una legge che limiti anzi, li Vieti questi privilegi!!
Non sono un agricoltore ma una cosa è certa. Il sud non ha MAI valorizzato ipropri prodotti. Chi lo ha fatto sono stati solo la grande distribuzione o i grossisti chr per molti anni hanno preso alla gola chi aveva bisogno. Chi produce guadagna 100 chi commercia guadagna 1000 (è un esempio)
Questi prezzi così alti sono un abuso sia dei venditori che degli acquirenti non è giusto che noi consumatori dobbiamo comprare l’olio a un prezzo esageratamente alto. Di solito quando le offerte sono molto alte, nel senso che le olive sono molto sufficienti per soddisfare il bisogno dei consumatori, il prezzo dell’olio non deve essere molto alto. Invece oggi si fa esattamente il contrario più sono le olive è più alto e l’olio distanziandosi molto dalla legge di mercato sulle vendite e acquisti. Mi ricordo un anno quando ho comprato l’olio dal frantoio e la raccolta delle olive fu scarsa e pagai l’olio molto alto. Perciò quest’anno dovrebbe essere il contrario cioè olive tante prezzo dell’olio più basso
esattissima considerazione.- credo che il sig.DE PALMA dovrebbe Comprarsi un libro di economia spiccila così capirebbe che se l’offerta è alta(come quest’anno) il prezzo del prodotto DEVE dimunire a fronte della concorrenza .- così funziona il mercato.- per questo egli conclude dicendo ed augurandosi di godere per quest’annata e sperare in altre ugueli. abbassate il PREZZO altro che storie
invece il mercato funziona al contrario, perchè non tenete conto degli evidenti accordi di cartello tra frantoiani che mantengono altissimi i prezzi anche per la sola molitura. a questo si aggiunga la circostanza insolita che ha voluto che solo in una ristretta porzione della puglia le olive siano abbondanti, mentre sono scarse un pò dovunque sia in italia che nel bacino mediterraneo. pertanto … ancora una volta i furbi, furbissimi agricoltori fanno il gioco dei rivati, mentre dovrebbero portare lo olive ai consorzi, quelli seri, e godere di prezzi equi tutti gli anni, di rendite eque tutti gli anni, di valorizzazione del prodotto in ogni dove, cose che, in un circolo virtuoso porterebbero ad un “benessere” medio sui lunghi periodi. invece quest’anno tuutto ai privati e niente alle cooperative. l’anno prossimo, con il cappello in mano e ululanti disperazione, per l’annata di magra, tutti a piangere ai consorzi, ai comuni, ai sindaci e da qualsiasi altra parte per poter battere cassa … che non vi conosciamo?
Signor Franco, ogni tanto leggo quello che scrive. Ha una formazione molto limitata, probabilmente formata sui social. Il commercio o l’economia si basa sul principio di scarsità. Il dottor De Palma non può imparare nulla da lei circa l’economia essendo un dottore in Economia e Commercio a pieni voti. Si informi prima di dire tante cavolate.
Quest’anno olive dei nostri “fratelli” europei spagnoli e tunisini non ce ne sono. Quindi le nostre olive bistrattate, tagliate con le schifezze servono ad accontentare il mercato
Una volta tanto…..