Per gli addetti ai lavori, l’operazione che ha consentito alla società “Penelope” di aggiudicarsi l’ex Diamond per conto terzi senza dover partecipare all’asta è stata una operazione da manuale. Chi si è aggiudicato il bene, dunque, avrebbe compiuto un vero e proprio affare riuscendo nell’impresa di spendere una cifra di gran lunga inferiore alla base d’asta per ottenere l’immobile.
Paradossalmente il Comune di Corato, unico ad aver presentato un’offerta per l’asta, avrebbe messo sul piatto una cifra ben superiore rispetto a quella investita dal privato per l’aggiudicazione dell’immobile. Ma ciò non è stato sufficiente.
Abbiamo così ricostruito le varie fasi della vicenda.
L’immobile è stato aggiudicato dalla società Penelope spv, società che ha per oggetto esclusivo la realizzazione di una o più operazioni di cartolarizzazione di crediti mediante l’acquisto a titolo oneroso di crediti pecuniari. Ma Penelope è l’ultimo anello di una catena che ha come anello principale la banca Intesa San Paolo, la quale deteneva l’unico credito ipotecario. Un credito che, man mano, si era andato sempre più deteriorando, svalutandosi in maniera sensibile.
I crediti deteriorati ipotecari sono, per farla breve, quei mutui erogati dalle banche per acquistare immobili che il debitore non è riuscito a pagare. Generalmente si tratta di crediti che hanno come garanzia l’ipoteca sull’immobile. Quando il debitore non riesce a pagare le rate del mutuo la banca può dare inizio ad una procedura giudiziale che si finalizza con la vendita all’asta dell’immobile, in modo che il creditore possa recuperare in tutto o in parte il suo credito.
A causa del tempo trascorso e delle tante udienze d’asta andate deserte, il credito si è di molto deteriorato, al punto che il creditore ha preferito cederlo, così da non incidere ulteriormente sul bilancio aziendale. Il credito, dunque, è stato acquisito – ad un prezzo evidentemente più basso della base d’asta di circa 3 milione e 200mila euro – da Penelope che, in qualità di titolare del credito ipotecario ha formulato istanza di assegnazione a favore del soggetto terzo, in questo caso della società Cannillo.
L’accordo tra Penelope e Cannillo, come riferito dalla stessa società coratina in un un comunicato pubblicato all’indomani dell’assegnazione del bene a Penelope, era vincolato verosimilmente da clausole per cui sarebbe stato sconveniente se non impossibile un ripensamento. Il contratto in questione fu definito dalla società «irrevocabile».
L’istanza di assegnazione a favore di soggetto terzo, da parte di Penelope è stata possibile in ragione dell’articolo 588 del codice di procedura civile che riporta testualmente “ogni creditore, nel termine di dieci giorni prima della data dell’udienza fissata per la vendita, può presentare istanza di assegnazione, per sé o a favore di un terzo, a norma dell’articolo 589 per il caso in cui la vendita non abbia luogo.”
Ma non è detto che l’istanza di assegnazione sia sufficiente ad aggiudicarsi il bene.
Nel caso di specie è accaduto che sia arrivata al Tribunale sia l’istanza di assegnazione del bene sia l’offerta del Comune di Corato, quest’ultima però inferiore alla base d’asta. Motivo per il quale si è proceduto all’assegnazione al titolare de credito ipotecario, ossia alla Penelope che aveva partecipato alla procedura per conto terzi.
La recente normativa, infatti, prevede la possibilità che il bene pignorato venga assegnato a favore di un soggetto terzo (nel caso di specie Cannillo) nei cinque giorni successivi all’assegnazione dell’immobile.
Se il Comune di Corato, invece, avesse presentato una offerta pari o superiore alla base d’asta, avrebbe potuto aggiudicarsi l’immobile. Una ipotesi che non si sarebbe potuta verificare dal momento che la stima effettuata dagli uffici era inferiore rispetto alla base d’asta (3 milioni 100mila euro a fronte di una base d’asta superiore di 100mila euro) e il consiglio comunale aveva approvato la partecipazione all’operazione entro i limiti della stima.
In consiglio comunale il sindaco ha rassicurato che il Comune non fosse, né potesse essere a conoscenza del deposito dell’istanza di aggiudicazione.
Una operazione da manuale, quella effettuata da Cannillo e dai suoi consulenti, complessa ed elaborata che ha di fatto blindato l’acquisto dell’immobile. Una partita a scacchi in cui ha vinto l’esperienza e la determinazione, non certamente vinta per un colpo di fortuna.
ringraziamo l’estensore dell’articolo per questa preziosa delucidazione che essenzialmente mette in luce la scarsa conoscenza da parte dei consulenti del Comune delle procedure di vendita fallimentare e di contro la puntuale conoscenza delle stesse da parte dei consulenti di Cannillo.
preciso inoltre che non mi frega una beata mentula su chi abbia acquisito l’immobile ma sono anzi contento che presto, in un modo o in un altro, quell’area verrà bonificata e sottratta al degrado.
resta in ultimo da chiedersi se lo stato di degrado sia stato indotto ad arte da ignoti, ma questo è compito degli inquirenti che sono sicuro siano già al lavoro sulla vicenda.
“Una operazione da manuale, quella effettuata da Cannillo e dai suoi consulenti, complessa ed elaborata che ha di fatto blindato l’acquisto dell’immobile. Una partita a scacchi in cui ha vinto l’esperienza e la determinazione, non certamente vinta per un colpo di fortuna”…………io aggiungerei con una certa enfasi ” UNA PARTITA VINTA IN MODO ASSOLUTAMENTE LEGALE E LEGITTIMO”. Giusto per anticipare o replicare a chi ha ignorantemente azzardato a formulare ombre di irregolarita’ o altro!!!!!
ho già detto: “Dei leprotti alle prime armi volevano competere con i volponi… le aste… un mondo parallelo.. che solo chi conosce quel mondo può competere…”?
…l’unica cosa che vi riesce…
gli affari facciamoli fare agli uomini d’affari, la filosofia ai filosofi.
è appunto un semplice affare quello tra Penelope e Cannillo….altro non mi viene in mente per cui al Comune di Corato resta una sola cosa in futuro….far osservare puntualmente le regole legali
La presenza all asta del comune e l assegnazione in favore di terzo ad un prezzo ignoto ( perché e ignoto il prezzo convenuto tra la società Penelope e Cannillo) impone al giornalismo di inchiesta accertare se dietro non di nascondano deprecabili speculazioni immobiliari.Poiche vox populi incontrollate sostengono che il prezzo di retrocessione dell immobile sia di gran lunga inferiore a quello di assegnazione.
Poiche alla gara ha partecipato il comune offrendo denaro fresco per euro 2 milioni e due darebbe necessario smentite queste voci malevoli augurabilmente ..infondate?
Per l’assegnazione la società Penelope doveva fare obbligatoriamente un’offerta almeno pari al valore dell’immobile fissato dal tribunale di 3.216.000 euro ossia una somma maggiore a quella offerta dal Comune. P.S.: anche la somma depositata da Cannillo era DENARO FRESCO.
fresco? a me risultano due milioni di debiti. controllerò la mia fonte.
Tutti a fare commenti sulla genialità dell’imprenditore e sulla incompetenza degli amministratori comunali. Tutti bravi a dire la propria … aaaaaahhhhh la mangafatìc ….
Proviamo a dire il contrario?? Evviva la incompetenza degli amministratori e abbasso la genialità’ degli imprenditori. …………………..sei piu ‘ contento?? ti suona meglio? ti sembra credibile una affermazione del genere??
ci sarà un supermercato che vende piscine e così “da manuale” verranno salvaguardate destinazione d’uso del luogo e capacità imprenditoriali.
E allora?? ..per cui??…………dov’e’ lo scandalo? …….dov’e’ l’illecito??
Forza Antonio, un altro sforzo e magari ti assumono. Dai!
Se mi metto in fila per le lodi degli imprenditori in questione assumono anche me? Chiedo per mio cugino.
aspettiamo il resto….