Il racconto di due commensali

«La cena al buio ha aperto i miei occhi anche senza luce»

Cena al buio
«In assenza di pregiudizi, abbiamo ascoltato, apprezzato e ci siamo connessi su un livello più profondo con gli altri. Questa cena è stata un'esperienza che mi ha insegnato quanto sia importante andare oltre l'aspetto esteriore e riconoscere il valore di ogni individuo»
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Il 25 ottobre scorso è stata realizzata la “cena al buio“, iniziativa organizzata dalla rappresentanza Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) di Corato, Ruvo e Terlizzi. Si tratta di una grande opportunità per far vivere a chi vede – in modo assolutamente non drammatico, simpatico, amichevole e naturale – la quotidianità di una persona non vedente e sensibilizzare la comunità sulle problematiche che il disabile visivo si trova a fronteggiare.

Gli organizzatori l’avevano definita una “esperienza illuminante”. E illuminante lo è stata per davvero, a giudicare dai tanti commenti positivi. Uno, in particolare, racconta l’essenza di questa iniziativa: «andare oltre l’aspetto esteriore e riconoscere il valore di ogni individuo». A parlare sono due commensali della cena, Andrea e la sua compagna.

«La cena al buio è stata un’esperienza straordinaria che ha aperto i miei occhi, anche se eravamo al buio. La serata è iniziata con la scoperta di un nuovo senso, l’orientamento, subito dopo il tatto e l’udito hanno preso il sopravvento» raccontando i due ragazzi.

«Inizialmente, i rumori amplificati mi hanno sconvolto, ma presto ho realizzato quanto sia importante ascoltare e imitare mio zio Luigi, che ogni giorno si muove con grazia nel mondo senza vedere. Ho esplorato il mondo senza pregiudizi e ho cercato di abbattere barriere sociali. Al tavolo, ci siamo uniti ad altre persone, imparando a dialogare e socializzare, seguendo l’esempio di mio zio, ascoltare e di conseguenza discutere. Anche il semplice gesto di riempire il bicchiere di vino è diventata una sfida, provare ad essere gentile con nuove persone senza aver la possibilità di offrigli un bicchiere di vino a cena è molto difficile. E poi c’è stata la mia avventura personale. Trovare il bagno, superare ostacoli e anche sfidare me stesso ad allontanarmi dalla mia zona di comfort. Poi ho deciso di andare a fumare una sigaretta perché so per certo che anche i non vendenti hanno i loro vizi e per soddisfarli devono sicuramente superare ostacoli.

In conclusione, questa esperienza ha dimostrato che il buio non è solo l’assenza di luce, ma un mondo in cui si scoprono nuove prospettive. In assenza di pregiudizi, abbiamo ascoltato, apprezzato e ci siamo connessi su un livello più profondo con gli altri. Questa cena è stata un’esperienza che mi ha insegnato quanto sia importante andare oltre l’aspetto esteriore e riconoscere il valore di ogni individuo, al buio siamo tutti uguali, comanda solo chi sei e no l’abito che indossi. Dovrebbe chiamarsi “la cena dei sensi”».

domenica 29 Ottobre 2023

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