Il tema caldo

Ex Diamond, quale futuro? Il commento di utenti e addetti ai lavori

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
La struttura dell'ex Diamond
La questione ha suscitato enorme interesse tra i cittadini che hanno espresso, in più circostanze, il loro pensiero
8 commenti 2671

L’intenzione del Comune di Corato di partecipare alla seduta d’asta, del prossimo 8 novembre, per l’aggiudicazione di ciò che rimane dell’ex centro sportivo Diamond ha suscitato un intenso dibattito tra cittadini, protagonisti del mondo imprenditoriale e sportivo e addetti ai lavori.

Centinaia i commenti che hanno popolato le pagine dei social network, a conferma del fatto che l’esigenza di poter disporre di nuovi spazi per la vita sportiva cittadina è un tema molto sentito, così come la riqualificazione della struttura, un tempo gloriosa e punto di riferimento per gli sportivi di tutta la regione.

Oggi del Diamond rimangono soltanto le macerie e il ricordo di quanti hanno potuto vivere gli anni di massimo splendore del centro sportivo. L’auspicio condiviso da tutti è che lì dove ora c’è un rudere possa tornare ad esserci vita sportiva.

Ma in che modo? 

Michele Caputo, imprenditore di Corato esperto nella realizzazione di impianti sportivi, dà il suo suggerimento: «Dopo l’eventuale acquisizione, il Comune dovrà farsi carico di redigere un progetto di restauro dell’impianto, ottenere finanziamenti per la ristrutturazione e, una volta eseguite le opere, affidare in gestione l’impianto direttamente alle associazioni sportive coratine che lì avrebbero la loro sede naturale. È la formula adottata in altri comuni italiani presso i quali ho avuto modo di lavorare» ci spiega l’imprenditore. E le spese di gestione? «Difficile pensare che le associazioni sportive possano farsi totalmente carico delle spese di gestione. Per questo è più che mai opportuno che il Comune preveda la sua partecipazione, costante, alle spese, prevedendo un capitolo di bilancio apposito. Anche questo risulterà essere un investimento che potrà portare soltanto beneficio alla città, attraverso la riattivazione di un indotto che, purtroppo, dopo la chiusura della struttura, la città ha perso. In città arriverebbero in tanti anche dai comuni limitrofi e si tratterebbe di presenze costanti, in grado di influire positivamente nell’economia cittadina. Bisogna però essere bravi a valorizzare l’opportunità» conclude Caputo.

Una prospettiva confermata da quanti si recano fuori città per svolgere attività sportiva nelle piscine. È rilevante il numero di coratini che si spostano nella vicina Ruvo o nella città di Trani per fare attività di nuoto o di padel.

«La stragrande maggioranza di coloro che frequentano con me il corso di nuoto nella piscina di Ruvo di Puglia proviene da Corato» afferma Giuseppe, utente della piscina ruvese.  «Sono certo che la città di Corato risponderebbe benissimo ad una nuova riattivazione degli impianti. Non sono rari i casi di persone che hanno rinunciato agli allenamenti per la difficoltà riscontrata nel raggiungere la vicina Ruvo. Le lezioni sono molto frequentate e con particolare entusiasmo da chi vi prende parte. Poter svolgere attività di nuoto in città sarebbe certamente un incentivo per quanti vogliano praticare questo tipo di sport» aggiunge.

E Luigi, papà di una bambina di 10 anni che già da alcuni anni frequenta le piscine ruvesi, spiega: «Accompagno mia figlia in piscina dopo il lavoro. Sono costretto a rimanere a Ruvo per tutta la durata della lezione, così da evitare inutili sprechi di tempo e di carburante. E non è raro che io approfitti del tempo di permanenza a Ruvo per fare acquisti, per provvedere alla spesa e per sbrigare attività che diversamente avrei fatto a Corato. Come me tanti altri genitori». Attività che vanno ad alimentare l’economia ruvese e a distrarre risorse da quella coratina.

Nella struttura di via Casilina, però, non si svolgerebbe soltanto il nuoto. Quell’impianto occorrerebbe, come già avvenuto in passato, a stimolare la partecipazione a sport di tutti i tipo. Di questo è convinto Marco Verile, profondo conoscitore dello sport coratino, dapprima come atleta ed oggi come coach e dirigente che, con la sua Pallacanestro Olimpia Corato ha scelto di dedicarsi principalmente ai giovani cestisti coratini.

«L’ideale sarebbe ripristinare la struttura che abbiamo conosciuto e che è stato punto di riferimento per sportivi di tutte le discipline», commenta Verile. «All’epoca del Diamond nella struttura c’era spazio per tutti, dal tennis, al calcetto, alla pallavolo, fitness, nuoto, palestra, spinning, arti marziali. In quello che sarebbe un vero e proprio tempio dello sport ci sarebbe la possibilità di allargare l’offerta sportiva ad innumerevoli discipline», aggiunge coach Verile.

Non trascurabile è l’ubicazione della struttura, a pochissimi passi dallo stadio comunale e molto vicina a Palazzetto dello Sport. «Proprio in ragione di quella ubicazione, i professionisti dello sport sarebbero ancor più attratti dall’usufruire degli impianti. E non sarebbe raro che il centro sportivo diventasse luogo privilegiato per ospitare i ritiri sportivi di squadre anche blasonate o attività da parte di realtà sportive provenienti da altri territori».

Come gestire questo complesso? «Non si può pensare che a gestire la struttura possa essere il Comune. La gestione dovrebbe essere affidata a privati ma con la presenza costante del Comune per garantire la sostenibilità della gestione» osserva Verile.

E se a gestire la struttura fossero le associazioni sportive presenti sul territorio? «Sarebbe l’ideale perché ognuno potrebbe godere di spazi adeguati- aggiunge il coach – ma l’incognita resta sempre la capacità delle associazioni di far fronte ai costi di gestione della struttura. L’aiuto economico dell’Ente è necessario» conclude.

venerdì 27 Ottobre 2023

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Gino
Gino
6 mesi fa

Non lasciatevi prendere dall’entusiasmo.
Occorre fare bene i conti di quanto costa l’acquisto, la ristrutturazione, la gestione, ecc.
Non vorrei che tale operazione (di marketing per questa Amministrazione) si rivelasse un vero e proprio Boomerang per i conti del Comune di Corato che poi ricadrebbero su di noi. Occhio!!!

marco
marco
6 mesi fa

La caratteristica principale del Project Financing è rappresentata dal coinvolgimento dei soggetti privati non solo nella realizzazione e nella gestione di opere pubbliche, ma altresì nel finanziamento iniziale dei costi.

Luigi Acella
Luigi Acella
6 mesi fa
Rispondi a  marco

Ossia il Comune acquista la struttura e la “concede” gratis a un privato che la ristruttura e la gestisce per tot anni applicando tariffe non certo popolari in modo da rientrare ampiamente nelle spese. Bene.

X corato
X corato
6 mesi fa

Lasciate stare, amministrare non è cosa vostra, figuriamoci investire in un progetto più grande delle casse comunali. Rendetevi conto dei costi di ristrutturazione non tanto dell’acquisto..state comprando una Ferrari che costa tanto mantenerla e farla camminare..ricordo un’articolo dove il sindaco citava la macchina amministrativa, bene, toglietegli la patente xke non sa guidare..non facciamo schiantare la città con investimenti e costi che non possiamo permetterci (vi ricordo che se non ci troviamo ai conti aumenteranno i costi x i cittadini xke gli € da qualche parte li devono prendere)

Grillo parlante
Grillo parlante
6 mesi fa

Struttura sovradimensionata per Corato. E sperare, come succedeva agli albori, di portare utenza dalle città limitrofe è una utopia, in quanto, a differenza di anni fa, i comuni limitrofi si sono attrezzati. Attualmente, visto il degrado in cui versa la struttura, si comprerebbe un rustico. Che andrebbe totalmente finito. Gli spazi andrebbero rivisti ed adeguati ad un nuovo progetto. Ai soldi di acquisto andrebbero aggiunti quelli di ristrutturazione, ma anche quelli degli impianti. Impensabile la gestione diretta da parte del comune (sarebbe un salasso che porterebbe pochi benefici). Ma anche dare spazi dedicati ad associazioni non garantirebbe la sopravvivenza della struttura se non con immissione di grosse cifre da parte del comune. Non è con l’acquisizione di questa struttura che Corato risolverebbe l’atavica penuria di infrastrutture sportive. Ribadisco che l’ex Diamond, anche a detta di esperti, è una struttura troppo grande per un comune come il nostro

carluccio
carluccio
6 mesi fa

già mi sento annoiato da questo fatto …
forse è meglio lasciar perdere …

Doc - Di Origine Coratino
Doc - Di Origine Coratino
6 mesi fa

Chi l’ha detto che la struttura debba solo servire a scopo sportivo. Solo per dirne una a random, che io sappia, ci sono scuole come il fornelli e l’istituto Oriani Tandoi che hanno classi dislocate fuori dalla propria sede e che generano costi per gli affitti a favore di privati; si potrebbero adibire altri ambienti per l’utilizzo da parte di associazioni culturali e ambientali, altri spazi si potrebbero destinate d’estate ai campi estivi per i ragazzi, altre aree potrebbero essere destinate per il decentramento amministrativo del comune, oppure locali da dare in fitto a professionisti, poste e/o banche, feste private. Quella struttura potrebbe essere una fucina di opportunità ma manca la visione, senza di quella sarebbe sbagliato investire.

carluccio
carluccio
6 mesi fa

magari anche un centro di servizi alla persona, why not?