Il fatto

Carabiniere coratino a processo, assolto dall’accusa di falsa testimonianza

Tribunale di Trani
Si è conclusa con l’assoluzione per falsa testimonianza la vicenda giudiziaria di un carabiniere coratino, in passato implicato in una presunta violenza sessuale ai danni di una minore di Corato
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Si è conclusa con l’assoluzione per falsa testimonianza la vicenda giudiziaria di un carabiniere coratino, in passato implicato in una presunta violenza sessuale ai danni di una minore di Corato. Il militare era stato assolto per quest’ultimo reato dal Tribunale di Trani che però aveva chiesto la trasmissione degli atti riguardanti la deposizione del militare alla Procura della Repubblica affinché valutasse l’eventuale commissione del reato di falsa testimonianza resa da quest’ultimo.

Il successivo processo a carico del carabiniere si è concluso con un’altra sentenza di assoluzione, emessa dal Tribunale di Trani, giudice monocratico, Giada Azadi. L’accusa, rappresentata dal Pubblico Ministero Simona Merra, riteneva che il militare avesse mentito in seguito a degli sms inviati alla vittima della violenza sessuale e che lo stesso carabiniere ne fosse a conoscenza. Tuttavia il difensore dell’imputato, l’avvocato Michele Quinto, ha dimostrato in aula la totale infondatezza di tali messaggi. La trascrizione presentata dall’accusa includeva infatti solo i messaggi inviati dall’imputato alla ragazza e non le risposte della stessa.

In un ulteriore colpo di scena, la difesa della vittima di violenza sessuale ha incaricato una consulente di parte per trascrivere nuovamente gli stessi messaggi. In aula, però, la consulente ha negato tutto, sia di aver mai eseguito la perizia e sia di averla firmata, aggiungendo di non aver mai fatto questo nella sua vita, occupandosi di altre mansioni. Inoltre ha sostenuto di non aver mai conosciuto l’avvocato Vincenzo Operamolla, difensore della ragazza costituitasi parte civile, né di aver ricevuto un incarico da lui.

Questa situazione ha gettato ulteriori ombre sulle prove presentate dall’accusa. Alla fine del dibattimento, il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a tre anni e mezzo per il giovane carabiniere coratino, mentre l’avvocato Quinto aveva ribadito l’estraneità del suo cliente, sostenendo la sua totale innocenza e chiedendone l’assoluzione. Dopo una camera di consiglio, il giudice Azadi ha emesso una sentenza di assoluzione “per insufficienza e contraddittorietà della prova circa la sussistenza del fatto”.

giovedì 26 Ottobre 2023

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