«La volontà politica di acquistare l’ex Diamond c’è e man mano si è andata consolidando. La macchina amministrativa si è messa in moto. Il nostro obiettivo è quello di restituire alla città un centro sportivo di cui si sente la mancanza». Sono le parole del sindaco Corrado De Benedittis, intervenuto nel corso della commissione congiunta (lavori pubblici e bilancio) che si è celebrata nel pomeriggio di ieri, con all’ordine del giorno l’eventuale partecipazione del Comune di Corato all’asta per l’aggiudicazione dell’area e della struttura che un tempo ospitò il centro sportivo Diamond.
Sinora tutte le aste sono andate deserte. Il prezzo iniziale di partenza, di poco più di 12 milioni di euro, è sceso drasticamente sino a 2 milioni e 400mila euro. Ora il Comune è più che mai intenzionato ad inserirsi nell'”affare” e il prossimo 8 novembre – salva l’approvazione del Consiglio Comunale che si riunirà il 30 ottobre alle 16.30 – parteciperà all’asta proponendo la sua offerta.
«Non è un acquisto al buio» ha ribadito in più circostanze il primo cittadino, lasciando intendere di avere in mente una idea sul futuro di quell’area, anche se è stata proprio la mancata esposizione di un programma per il futuro a lasciare perplessi i componenti dell’opposizione e la consigliera D’Introno.
A corroborare l’idea di partecipare all’asta sono stati i dirigenti. Il dirigente del settore lavori pubblici, l’ingegnere Antonio Cacosso, ha spiegato che sussitono i termini della convenienza economica: sulla base di stime prudenziali, il valore totale della struttura è stato stimato nella cifra di 3milioni e 1oomila euro, considerando il sedime e il fabbricato, stimato a rustico. Nella cifra sono previsti anche gli improcrastinabili lavori di messa in sicurezza della struttura.
E anche la possibilità di poter accendere un mutuo per l’acquisto degli immobili è stata ritenuta concreta, sulla base anche di una modesta rata che l’Ente andrebbe a pagare.
L’interrogativo sul quale, però, il dibattito si è attardato è: che ne sarà dopo l’acquisto?
Il timore palesato da alcuni commissari, tra cui la capogruppo Dem D’Introno, gli esponenti di Direzione Corato Bucci e Salerno, ma anche Vito Bovino, Massimo Torelli ed Enzo Mastrodonato, è che una volta acquistato l’immobile non ci siano le condizioni per sostenerlo finanziariamente ed economicamente.
«Non ci sono relazioni sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione» ha rilevato Nadia D’Introno; «Siamo preoccupati non per l’acquisto ma per i costi di ristrutturazione» ha fatto eco Vito Bovino. E Ignazio Salerno ha riflettuto sull’importante spesa che si dovrebbe affrontare per la demolizione della struttura preesistente e il conferimento degli inerti.
Che ne sarà della struttura una volta acquistata? Si sono chiesti in tanti. Una domanda divenuta un grattacapo, dalle mille risposte ma alla quale è, almeno in questa fase del tutto preliminare, non è possibile fornire affermazioni perentorie.
Da più parti è stata auspicata una partnership pubblico privata per la gestione della struttura; tante le ipotesi sollevate. Il sindaco, in un passaggio del suo intervento, ha lasciato intendere di un già esistente interesse da parte di privati nel pensare al Diamond del domani. Nulla di ufficiale, nulla di esplicito.
La discussione sarà approfondita in sede di consiglio comunale. L’8 novembre si conoscerà finalmente il destino dell’ex Diamond.
Speriamo che si possa costruire una bella zona di sport in cui vengano anche da altri paesi
la questione nn è comprare, ma sarà ristrutturare, gestire, manutentare. le chiacchere stanno a zero. chi vuol comprare e chi si oppone, presentino i loro piani di investimenti, il fabbisogno finanziario ed i piani di ammortamento, pregi e criticità. quando sento parlare i consiglieri… mi scende il latte alle ginocchia. tutto chiacchere e distintivo mi verrebbe da dire (“gli intoccabili” – de niro – 1987).
La questione è evitare la speculazione edilizia nell’area. Già metterla in sicurezza da questo punto di vista è una prima vittoria per tutti i coratini. Ci sarà da progettare e realizzare. Con il contributo di privati che potranno intervenire a vario titolo.
Mi rivolgo a coloro i quali si mostrano scettici, datevi una mossa per collaborare in modo costruttivo per dare a Corato, un centro sportivo di cui andare fieri.
La storia vi ha visti protagonisti di scelte inutili e costose che hanno procurato danni e disagi di cui paghiamo e pagheremo le conseguenze, per una volta, mettete insieme le energie professionali e politiche di cui disponete e date alla città un opera di cui andare orgogliosi tutti.
Si potrebbe pensare di utilizzare lo strumento del Project financing.
Rivogliamo un centro sportivo a Corato, che sia pubblico o privato.
Vi state mettendo in una cosa più grande di voi, ma, il senso dell’essere io del sindaco sta prendendo il sopravvento. Oltre all’acquisto bisogna pensare ai 20.000 m quadri di superficie coperta che con i costi di ristrutturazione di oggi sono almeno 20 milioni di euro e come tutti i preventivi pubblici tendono ad aumentare in corso d’opera.sarebbe una bell’idea ma fallimentare dal punto di vista economico anche se si intercettassero dei fondi in parte agevolati ed in parte a fondo perduto.
Se l’acquisto è conveniente ci sarà una corsa da parte dei privati per partecipare all’asta. La cosa certa è che il Comune dovrà sborsare subito almeno 2.500.000 euro, con questa somma sarebbe stato già possibile sistemare lo stadio comunale o costruire un’altra struttura sportiva. Ora invece con la stessa somma acquistiamo un rustico che rimarrà tale ancora per diversi anni.
stavolta il PD mi è piaciuto finalmente una iniziativa veramente per tutti
Che materialisti o i Coratini.Dicono bene gli altri paesi di voi🤨Siete fanatici
tranquilli, è tutto sotto controllo …
Per chi scrive sempre questa frase mica tanto, però.
Farei attente valutazioni, dal momento che non si è stati capaci di affidare a privati nemmeno il servizio di gestione di una velostazione.
Il privato che dovesse gestire la struttura dopo l’acquisto da parte del Comune dovrà avere comprovate esperienze nel campo; con una struttura del genere non si può certo improvvisare o, peggio, millantare competenze che non corrispondono al vero.
Da cittadina, non vorrei si trattasse dell’ennesimo aggravio di costi per noi contribuenti senza che a ciò corrisponda un beneficio per la Città.