La curiosità

«Corato, neonata trovata morta in un cassonetto dei vestiti usati». Ma è una truffa

«Corato, neonata trovata morta in un cassonetto dei vestiti usati». Ma è una truffa
Lo screenshot del post Facebook con la falsa notizia
Se molti hanno sin da subito sentito puzza di bruciato e hanno - giustamente - bollato la "notizia" come un banale falso, altri ne sono stati attirati e, sgomenti, hanno cliccato sul link esponendosi a diversi rischi. Primo tra i quali, credere a questa clamorosa bufala
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«Corato – Neonata trovata morta in un cassonetto dei vestiti usati, la polizia sta cercando una donna dal video registrato». Questo titolo, grave e altisonante, da qualche settimana sta facendo capolino tra le notifiche Facebook di migliaia di coratini. A volte postato – particolare non trascurabile – tramite profili di utenti realmente esistenti ma inconsapevolmente infetti da virus informatici.

Se molti hanno sin da subito sentito puzza di bruciato e hanno – giustamente – bollato la “notizia” come un banale falso, senza dedicarci troppa attenzione e passando oltre, altri ne sono stati attirati e, sgomenti, hanno cliccato sul link esponendosi a diversi rischi. Primo tra i quali, credere a questa clamorosa bufala.

In questo periodo più d’uno, infatti, ha contattato la nostra redazione per avere eventuale conferma del fatto. Nonostante la secca smentita, però, il passaparola di chi – come capita troppo spesso – si è fermato solo al titolo, ha contribuito alla diffusione di questa fantasia. Quindi, a scanso di equivoci, ribadiamo: nessuna neonata è stata trovata morta in un cassonetto dei vestiti usati, né a Corato, né altrove nel nostro territorio.

Come accorgersi che si tratta di un falso?

Anche chi è meno esperto o, magari, va solo più di fretta di altri e nota meno i dettagli, può facilmente rendersi conto – con un pizzico di attenzione – che quello di cui stiamo parlando è un link fraudolento e certamente non una notizia reale.

Cliccando una prima volta sul link, si apre una nuova pagina che ha le sembianze del profilo Facebook dell’Ansa, la principale agenzia di notizia italiana, sulla quale vengono persino forniti altri falsi dettagli: “La telecamera urbana ha registrato l’evento in cui una giovane donna getta un neonato nel cestino della biancheria usata, la polizia sta cercando una donna il cui volto è visibile al 25º secondo della registrazione…[18+] Riconoscete la donna nel video? Aiutateci a trovarla!”.

Ma basta osservare l’url – ovvero l’indirizzo del sito posto in alto nella pagina – per rendersi conto che non corrisponde affatto all’indirizzo di una pagina Facebook (che inizia con www.facebook.com/…), ma di un non meglio identificato http://signupcenter1.com/.

Come se non bastasse, scorrendo la pagina, si legge: “Confermate la vostra età prima di vedere il film. Contenuto per soli adulti, confermare l’età”. Quindi un pulsante “Accedi” che certamente non fa comparire il video promesso, ma chissà quale truffa.

Per i più attenti, guardando ancora meglio, è possibile rendersi conto che la grafica della pagina somiglia a quella di una pagina di Facebook ma è più grossolana, mentre i profili dei presunti commentatori sotto il link non sono cliccabili.

Infine, lo stesso post fake si trova in rete con lo stesso titolo e la stessa foto, ma con l’indicazione di altre città a seconda dell’area geografica di appartenenza degli utenti.

Quella analizzata, però, non è la sola notizia fraudolenta che viene proposta in rete con il nome della nostra città. L’altro grande classico visibile spesso in queste settimane è quello di “Flora (o Lidia, a seconda dei casi), 22enne di Corato che ha guadagnato incredibili somme dopo essere stata licenziata da Mc Donalds”. Cambiano i link – che in questo caso conducono a siti di trading online – ma non cambia la sostanza: si tratta di truffe, persino più evidenti di quella del cassonetto.

Già che ci siamo: ecco le regole dell'Agcom - l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - per non cadere in trappola

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Le regole dell'Agcom - l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - per non cadere in trappola

Attenzione alle trappole
Quando si condivide una notizia su un account social o la si diffonde attraverso chat e app di instant messaging bisogna prestare molta attenzione; a volte, infatti, nella fretta di condividere o fidandosi di chi ci ha inviato un contenuto, diffondiamo notizie false. E ogni notizia falsa che condividiamo si potrà diffondere capillarmente tra i nostri amici e gli amici dei nostri amici: una lunga catena che può causare confusione, nei casi peggiori rischi e pericoli per la società, influenzando scelte importanti come quelle in materia di salute e di politica, istigare odio, distruggere la reputazione di persone.

Come non caderci
Basta seguire alcune regole per evitare di cadere in trappola. Leggile e prova a seguirle, vedrai che sarà un gioco da ragazzi (o quasi!) orientarsi tra le notizie. Il web può trarci in trappola, ma se conosci pochi trucchi e qualche tool gratuito online, può essere facile, addirittura divertente, smascherare le fake news e segnalarle agli amici e in famiglia. Perché condividere è bello, consapevolmente è meglio.

L’url
Occhio all’url. L’indirizzo della pagina è di sicuro uno dei primi elementi da controllare. Spesso capita che siti di fake news utilizzino come escamotage l’avvalersi di url simili a quelli conosciuti dagli utenti, omettendo o aggiungendo una lettera o invertendone l’ordine. Tutti espedienti che puntano sulla distrazione dell’utente e che si accompagnano a impaginazioni che richiamano testate giornalistiche o siti riconosciuti dagli utenti come affidabili.

L’autore
Chi ha scritto il post o l’articolo? È firmato? Il nome sembra uno pseudonimo o fittizio? Queste sono alcune delle domande da farsi quando incontriamo notizie che ci insospettiscono rispetto alla credibilità di quanto stiamo per leggere. Una prima verifica utile è controllare se l’autore ha firmato altri articoli e se gli argomenti trattati in precedenza possono “accreditarlo” come un buon conoscitore del tema. Per fare questo, avvalendosi della funzione “cerca” dei più conosciuti motori di ricerca, utilizzando le virgolette o il “+”, sarà possibile scoprirne l’esistenza, la web reputation e eventuali review online. Il passaparola online, infatti, può orientarci rispetto a giudizi espressi da altri utenti sullo stesso argomento e/o oggetto. Chi scrive articoli ha molto spesso un profilo social e la presenza di un profilo con spunta blu, il cosiddetto account verificato, conferma che non siamo di fronte ad un profilo fake.

La fonte
Le fonti non sono tutte uguali ed è importante fare riferimento sempre a quelle attendibili e accreditate. Come? Se è un sito che non conosci, verifica prima di tutto se è una testata registrata o un semplice blog dove chiunque può scrivere senza alcun controllo. Non confondiamo mai i semplici commenti con i post/articoli. E nel caso siano presentate testimonianze, dati e ricerche, controlliamo che siano accompagnate da riferimenti precisi alle fonti da cui sono state tratte le informazioni. Per avere maggiori indizi sull’affidabilità del sito web che stiamo consultando, visita la sezione “informazioni”, “about us” o “chi siamo” per capire se c’è una redazione e un responsabile editoriale. Per fare questo ci sono anche degli utilissimi tool online che dal nome del dominio ti consentono di risalire a colui che lo ha registrato, al gestore del sito, al fornitore di hosting e alla collocazione dei server. È importante, inoltre, confrontare sempre le notizie con più fonti possibili e abituarsi a spaziare tra internet, tv, radio e quotidiani perché se una notizia non è ripresa dai canali ufficiali di informazione, è davvero molto probabile che si tratti di una notizia falsa.

La grafica
L’apparenza inganna? Non sempre. Se notate una grafica e dei layout non professionali, costellati da errori di battitura, titoli “gridati”, formattazioni anomale e impaginazioni “amatoriali”, allora potreste essere di fronte a un sito di fake news. Ricorda, poi, che questa tipologia di siti utilizza spesso una grafica simile a quella utilizzata da siti di informazione conosciuti dagli utenti e quindi considerati affidabili. Ma facendo attenzione a questi elementi sarà difficile cadere nella loro trappola.

I titoli delle notizie
Il titolo è chiaramente, per dimensione e posizione rispetto al testo, un elemento di forte appeal: quanto più cattura l’attenzione degli utenti, tanto più li spinge a cliccare per leggere l’intero post/articolo. Il titolo rappresenta una “promessa”, che però non trova sempre un corrispettivo in quello che si andrà a leggere. Per questo si parla di “titoli esca”, titoli che utilizzano spesso toni sensazionalistici, paradossali e enfatici, che fanno leva sull’emotività, scritti tutti in maiuscolo e con largo uso di punti esclamativi e/o interrogativi. Perciò, se un titolo vi sembra troppo sensazionalistico, esagerato, il contenuto dell’articolo con buona probabilità potrebbe contenere informazioni false o tendenziose. Evitare di cliccarci può essere un buon modo per non perdere del tempo e per non alimentare il business di chi costruisce fake news per guadagnarci.

La ricerca inversa sui motori di ricerca
Quando siamo incerti sulla veridicità di una notizia, il web mette a disposizione degli strumenti che ci possono aiutare a verificare i nostri dubbi. Per controllare gli elementi della notizia, come la fonte, la data o la provenienza delle immagini utilizzate, ci si può avvalere dei più conosciuti motori di ricerca. Se, ad esempio, abbiamo dei dubbi su una immagine inserita in un articolo, alcuni motori di ricerca e siti, attraverso l’upload o inserendone il link, consentono di risalire ai contesti in cui è stata già utilizzata. Ci sono anche piattaforme che mediante un’analisi dei livelli delle immagini ne smascherano eventuali fotomontaggi e fotoritocchi. Se si vuole controllare, invece, la data di una notizia, attraverso i motori di ricerca, si può sapere se una notizia spacciata come attuale, si riferisce invece ad eventi accaduti anni prima; un fatto potrebbe, infatti, anche essere successo davvero, ma nel passato.

Attenzione a quello che invii sui gruppi
Apparentemente la pratica di condivisione ‘privata’ di un contenuto, all’interno di chat o app di instant messaging, può sembrare innocua. In realtà anche una notizia inviata con buone intenzioni o scherzosamente a pochi contatti può diffondersi in maniera inaspettata. Ognuno di quei contatti può decidere infatti di inoltrare a sua volta il contenuto ad altri contatti e così via, facilitando così la diffusione di una notizia non verificata o falsa e ottenendo lo stesso risultato della pubblicazione su profili o pagine social in maniera aperta.

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La disinformazione

venerdì 1 Settembre 2023

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Ss ss
Ss ss
8 mesi fa

Facebook ha aiutato gli imbecilli.Cotava qualcuno.Lo cito anche
io.Caprette