Quante sono le farmacie online in Italia? Al 30 giugno 2023, complessivamente 1438. Attenzione, però: il numero in questione comprende sia le farmacie vere e proprie, sia gli esercizi commerciali, che sono 352 sul totale complessivo. Se si confrontano questi dati con quelli del primo trimestre dell’anno in merito alle nuove realtà che hanno ricevuto l’autorizzazione a vendere in rete, si può notare un saldo positivo pari a +2.
La crescita, rispetto agli anni scorsi, si assesta su valori relativamente bassi. Per rendersene conto basta rammentare che, al 31 dicembre, il numero di aziende autorizzate dal Ministero della Salute a vendere online SOP e OTC – in entrambi i casi, si parla di farmaci che non richiedono la prescrizione del medico – era pari a 1427.
Se si osserva la globalità dei portali, legali in Italia dal 2015, si può notare che la maggior parte delle quote di mercato sono in mano a grandi catene – Dott Max Farmacie è una delle principali, con l’oggettivo vantaggio, rispetto ai competitor, di avere anche diversi punti vendita sul territorio – e che, negli ultimi mesi, si è concretizzato quello che, a livello tecnico, si può definire come un assestamento.
Il boom più rilevante è arrivato nel periodo della pandemia, che si può definire, a ragione, come un vero e proprio spartiacque per il settore. La necessità di acquistare integratori e medicinali che non richiedono la ricetta medica ha portato tantissime persone a orientarsi verso il web.
Oggi come oggi, le esigenze sono cambiate e le farmacie devono adeguarsi. In che modo? Puntando, per esempio, sulle offerte. In un momento all’insegna del carovita, l’online è considerato un porto sicuro importante per il risparmio. Diversi prodotti, OTC e SOP in primis, sono disponibili a cifre di gran lunga inferiori rispetto a quelle che si trovano nei punti vendita fisici. In alcuni casi, si parla addirittura del 30% in meno.
La sfida della multicanalità e dell’acquisto ibrido
Sono diverse le sfide che il mondo della farmacia si trova ad affrontare in questo periodo per consolidare i numeri conquistati sul web a partire dal 2020. Una delle più importanti è la multicanalità, un aspetto che, rispetto ad altri settori, come per esempio quello dell’elettronica, necessita di ottimizzazioni.
Da non dimenticare è altresì l’attenzione all’acquisto ibrido. L’emergenza sanitaria ha dato uno slancio considerevole all’e-commerce, nel mondo della farmacia e non solo. Nonostante gli ottimi numeri che riguardano gli acquisti in rete, è necessario considerare l’esistenza di un’ampia fetta di target che non può fare a meno di interagire direttamente con il farmacista.
La figura in questione, infatti, non ha perso la sua autorevolezza, rimanendo tra i primi punti di riferimento a cui si chiedono consigli quando si devono acquistare prodotti come gli integratori.
Non è un caso che sempre più realtà puntino sul sopra menzionato acquisto ibrido, ossia il processo che prevede l’osservazione di prodotti online e la finalizzazione della transazione nello store. Nei casi in cui si hanno punti vendita fisici, è importante dare modo, a chi visita il sito, di localizzarli chiaramente.
Essenziale per l’utente è anche avere modo, fin dai primi momenti in cui si trova sul portale, di capire come contattare lo staff presente presso il punto vendita.
Non c’è che dire: le implementazioni da mettere in primo piano per il prossimo futuro sono svariate. Oltre a quelle appena menzionate è possibile citare la necessità, evidenziata da una recente indagine condotta dalla società di ricerche QBerg, specializzata in price intelligence, di trovare il giusto equilibrio, nelle campagne web, tra branding ed enfasi sulla convenienza dei prodotti.
Soprattutto quando la presenza è importante sia online, sia sul territorio, bilanciare questi due aspetti può fare la differenza nei risultati del business.