Il processo

Processo treni, le parti civili: «Continuiamo a volere chiarezza sulle responsabilità»

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
L'avvocato Renato Bucci
Dopo la sentenza, il lavoro delle difese non si ferma
7 commenti 1449

C’è chi ha aspettato diverse ore prima di commentare la sentenza di assoluzione dei “colletti bianchi”, scagionati dalle accuse per le quali erano a processo per la strage dei treni del 12 luglio 2016.

Una attesa che però non ha edulcorato l’amarezza, che non ha dissipato la sensazione di ingiustizia, che ha alimentato il senso di impotenza dinanzi a quella che definiscono “una vergogna”.  La giustizia, almeno in primo grado, ha fatto il suo corso. «Le sentenze vanno rispettate» affermano a voce unica tutti i protagonisti del processo, siano essi avvocati di parte civile o avvocati difensori degli imputati.

I parenti delle vittime, però, fanno fatica ad accettare.

«Vergognosa sentenza. 23 vittime e 51 feriti non hanno avuto giustizia» si legge sulla pagina Facebook dell’Astip, l’associazione strage treni in Puglia che raccoglie i familiari di alcune delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio 2016. Il post è corredato da una immagine in cui si legge «la giustizia dei giusti è ingiustamente giustiziata dalla ingiustizia della giustizia».

Il desiderio di perseguire ogni strada affinché venga innanzitutto fatta definitiva chiarezza sulle responsabilità della strage, costata la vita a 23 persone, ancora vivo. La sentenza, quasi certamente, verrà impugnata dinanzi alla Corte d’Appello.

L’orientamento è stato palesato dall’avvocato Renato Bucci, difensore di alcune parti civili costituitesi nel processo. «La sentenza va accettata con la serena fermezza di impugnarla. Le parti civili daranno, nei limiti del possibile, una mano agli uffici della Procura per mettere a fuoco quelli che saranno i punti deboli del ragionamento del Tribunale» afferma.

La data della pubblicazione delle motivazioni della sentenza coinciderà, dunque, con il momento in cui i legali torneranno a lavorare per far valere le proprie tesi.

«Io rimango convinto che l’impostazione dell’accusa era non solo largamente ragionevole e giuridicamente fondata, ma anche probatoriamente confermata. Il tribunale ha deciso diversamente ed è giusto che la sentenza venga rispettata tal quale, ma naturalmente senza abdicare alle prerogative difensive che sono quelle di portare avanti una impostazione conforme a quella della pubblica accusa» ha ribadito l’avvocato Bucci.

Nessun risarcimento economico può appagare l’esigenza di giustizia delle famiglie.

La persistenza di alcune parti civili, o almeno di quelle che io rappresento durante il processo, sarà ispirata alla volontà di ottenere una rivalutazione del fatto dal punto di vista penale perché dal punto di vista strettamente risarcitorio potrebbero definirsi soddisfatte dato che Ferrotramviaria è stata condannata al risarcimento dei danni» ha chiarito l’avvocato Bucci.

«L’intento che ha originariamente ispirato la costituzione e continua a sostenerla – ribadisce – è quello di fare luce e chiarezza sulle responsabilità dei “piani alti”. Le parti civili non si sono mai volute rivalere sulle figure di prossimità, di trincea del sinistro ferroviario».

E conclude: «Infierire su di loro sarebbe stata una operazione vile ed inadeguata ad una valutazione della intera vicenda».

sabato 17 Giugno 2023

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DARIO
DARIO
10 mesi fa

Non e’ compito del capostazione raddoppiare il binario

carluccio
carluccio
10 mesi fa
Rispondi a  DARIO

nè far installare dispositivi di sicurezza che siano leggermente più recenti di quelli anni ’60 in uso fino al giorno del disastro.

Aspettiamo
Aspettiamo
10 mesi fa

Le motivazioni della sentenza faranno piena luce sulle decisioni dei giudici. Tutte le sentenze hanno motivazioni valide. Poi c’è la questione emotiva del dolore, ben diversa dai fatti tecnici che hanno portato alla strage.

franco
franco
10 mesi fa
Rispondi a  Aspettiamo

la fase risarcitoria ha già chiarito parte della sentenza

F.L
F.L
10 mesi fa
Rispondi a  franco

Caro Franco troppo bello scaricare la colpa ai due capo stazione, perché non hanno istallato il dispositivo per la sicurezza dei treni,dove sono finiti i soldi 💸

carluccio
carluccio
10 mesi fa
Rispondi a  Aspettiamo

ma certo, è ovvio, ogni sentenza ha motivazioni valide. ma questa in particolare ti fa capire come (s)ragiona la giustizia italiana ed in complesso il sistema giudiziario, che in un pur evidente quadro di notevolissime e notissime carenze e negligenze da parte della proprietà, va a infliggere una pena ed il conseguente stigma sociale alle due ultime ruote del carro.
se io sono proprietario di un camion e questo mezzo lo faccio circolare per 60 anni nelle stesse condizioni di quando l’ho acquistato, magari facendo pure l’ordinaria e strettissima manutenzione, non posso prendermela con il mio autista se questi dovesse provocare un incidente che i dispositivi di sicurezza moderni, opportunamente e a tempo debito installati, avrebbero sicuramente evitato o limitato nella sua dannosità …
cosa dovrebbe fare un lavoratore quando si accorge che la sua azienda presenta carenze che potrebbero metterlo in pericolo? dimettersi? dimettersi in massa? ma di che cosa stiamo parlando … ?

Luca
Luca
10 mesi fa
Rispondi a  carluccio

Concordo pienamente la responsabilità ricade sempre su chi ha potere di spesa e non sugli addetti. Voler scaricare la colpa sui due capistazione quando i dispositivi di sicurezza erano carenti è una formulazione che non sta in piedi Spero facciano appello !