L'ultima udienza del processo relativa al disastro ferroviario del 12 luglio 2016
Udienza in corso

Disastro ferroviario del 12 luglio, attesa per oggi la sentenza

Questa mattina nel Tribunale di Trani, l'udienza è iniziata con la replica del procuratore della Repubblica, Renato Nitti, che ha chiesto ai giudici di confermare nella sentenza le conclusioni già formulate dalla pubblica accusa. Le accuse sono state respinte dalle difese
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L'ultima udienza del processo relativa al disastro ferroviario del 12 luglio 2016
L'ultima udienza del processo relativa al disastro ferroviario del 12 luglio 2016

È attesa per oggi la sentenza di primo grado nel processo per il disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato delle Ferrovie del Nord Barese, gestita da Ferrotramviaria, nel quale morirono 23 persone e altre 51 rimasero ferite.

Questa mattina nel Tribunale di Trani, l’udienza è iniziata con la replica del procuratore della Repubblica, Renato Nitti, che ha chiesto ai giudici di confermare nella sentenza le conclusioni già formulate dalla pubblica accusa. Nell’aula di Corte d’Assise del Tribunale di Trani, sin dall’inizio dell’udienza sono presenti alcuni dei familiari delle vittime. Sui banchi le magliette con l’immagine di chi ha perso la vita nel drammatico scontro. Presenti anche i rappresentanti del Comune di Andria e del Comune di Corato, parti civili nel procedimento.

Il pm ha chiesto 15 condanne a pene comprese tra i 12 e i 6 anni di reclusione e un’assoluzione. Ai vertici della società Ferrotramviaria sono contestate una serie di violazioni dei doveri di coordinamento, organizzazione, direzione e controllo che avrebbero contribuito al verificarsi del disastro ferroviario. Per l’azienda è stata chiesta la sanzione amministrativa di 1,1 milioni, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l’esercizio dell’attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno, oltre alla confisca di 664.000 euro, somma che – secondo l’accusa – la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l’uso del blocco conta assi sulla Corato-Barletta. Le accuse sono state respinte dalle difese.

«Non vi fate affabulare, non fatevi tentare dall’idea di percorrere la strada più semplice che è quella di schiacciare sui ferrovieri la responsabilità di altri. Restituite dignità agli imputati e alle vittime, che non sono solo quelle che vengono indicate nell’elenco» ha detto il pm Pesce concludendo la sua replica.

Il pubblico ministero Marcello Catalano ha poi ribadito l’obsolescenza del sistema di blocco telefonico evidenziando che il blocco automatico esiste da decenni ed era anche utilizzato in alcune parti della Bari Barletta. «È insopportabile che siano morte 23 persone per un risparmio di 600mila euro. È insopportabile sentire che i Pm vivono nel metaverso, perché nel metaverso non muoiono le persone» ha affermato.

Le difese: «Suggestione irricevibile»

Non è mancata la diretta e vibrata protesta degli avvocati della difesa alle repliche della Procura e all’appello del pubblico ministero ai giudici affinché non si facciano «affabulare».

«È una suggestione davvero irricevibile sostenere, come ha fatto la Procura, che i 23 morti nel disastro ferroviario sulla Andria-Corato sono stati provocati dal mancato investimento di 664mila euro» ha protestato il difensore del direttore generale e del direttore di esercizio di Ferrotramviaria, Andrea Di Comite.

Gli ha fatto eco il difensore di Ferrotraviamviaria, Michele Laforgia: «Non vi fate affabulare, come vi ha detto il pubblico ministero oggi, non è accettabile, è offensivo per il Tribunale e per noi avvocati perché significa che qui qualcuno sta raccontando delle favole».

I due avvocati, nel loro intervento, hanno passato in rassegna, in maniera dettagliata le tesi della pubblica accusa sulla responsabilità dell’ente provando a confutarle e ribadendo che la condotta di Ferrotramviaria è stata sempre operata nell’ambito delle regole e con attenzione alla sicurezza del servizio.

 «Non basta dire – ha concluso Laforgia rivolgendosi al Tribunale – che il blocco telefonico era lecito, come ha detto poco fa, qui, la parte civile senza che nessuno si sia alzato per protestare, ma si deve dire se fosse doveroso il blocco conta assi». Secondo la difesa il ricorso del blocco telefonico in uso sulla linea non era contrario alla legge.

La Corte si è poi riunita in camera di consiglio. La pronuncia della sentenza è attesa nel tardo pomeriggio, probabilmente intorno alle 19.

giovedì 15 Giugno 2023

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