Guardando la piramide, Corato è più o meno a metà, in quel grande insieme centrale colorato di arancione. Se dalle immagini passiamo ai numeri, scopriamo invece che la nostra città si colloca sotto la media nazionale. Pur essendo, nel nostro territorio, tra la più “ricche”.
Il tema è quello del reddito pro capite, osservati attraverso i dati 2021 relativi alle dichiarazioni 2022 recentemente diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze Mef, analizzati dalla società di data intelligence Intwig e pubblicati da Il Sole 24 Ore.
I numeri (ovviamente al netto di quanto viene fiscalmente evaso) evidenziano che in Italia il reddito imponibile medio pro capite (al netto delle eventuali detrazioni) è di 20.745 euro. A Corato, invece, il reddito medio pro capite 2021 è di 16.065 euro, con un numero di 30.039 contribuenti (su una popolazione di circa 47mila abitanti) e il traino di una forte vocazione industriale.
La ripresa dopo il Covid
Sia a livello nazionale che locale, il dato relativo al 2021 è in netta ripresa rispetto a quello del 2020 condizionato dalla pandemia. Nel 2021, infatti, il reddito medio pro capite di Corato presenta 845 euro in più (5.6%) rispetto ai 12 mesi precedenti. Negli anni precedenti, il reddito medio in città aveva subìto variazioni di minore entità: 2020: +0.9%; 2019: -0.9%; 2018: +4.5%; 2017: -1.8%.
La situazione nel territorio
Dalla fotografia del territorio a ridosso della nostra città emerge che, sempre in relazione ai dati 2021, hanno un reddito medio pro capite più alto di Corato le città di Bari (21.405 euro), Molfetta (17.236), Trani (16.672) e Bitonto (16.285). La nostra città ha invece dati migliori rispetto a Terlizzi (15.776), Ruvo (15.735), Bisceglie (15.117) e persino Barletta (15.226) e Andria (13.802).
Giusto per avere un termine di paragone, il Comune più ricco in Italia è Lajatico (PI) con un reddito medio pro capite di 52.378 euro. Il dato, però, è probabilmente influenzato dalla presenza (e dalla dichiarazione dei redditi) di un concittadino d’eccezione come il tenore Andrea Bocelli.
In generale, l’analisi dei redditi italiani pro capite conferma che la maggior parte della ricchezza è concentrata nelle mani di pochi: il solo 5% guadagna più di 55mila euro annui, mentre il 43% degli italiani guadagna meno di 15mila euro, con una diminuzione dell’1% rispetto al 2020.
Ma questi sono i dati dichiarati al fisco…
Tutte queste considerazioni sono inutili perché non tengono conto delle altre due Italie, quella dei malavitosi e quella degli evasori.
Sarei curioso di analizzare questi dati scorporando dal campione la mole di persone con reddito da lavoro dipendente: avremmo evidenza della mole di evasori fiscali e l’impatto della loro condotta menefreghista a danno della onestà collettività.
Umberto a quanto pare non sopporti i lavoratori autonomi. Perché evasore è anche il dipendente che esercita il secondo lavoro a nero come ad esempio il docente che da lezioni private a 30 euro all’ora, a nero.
evasione fiscale in Italia non si vuole scoprire, altrimenti si toccherebbero molti potenti -legalmente economicamente sia chiaro- che danno magari il loro appggio in vrie occasioni..capisci a me
Deduzione piuttosto avventata la tua, Danlo: è come se io affermassi, sulla base di quanto scritto da te, che gli autonomi beffano il fisco e che i figli degli autonomi hanno bisogno di lezioni private da 30€ all’ora a nero (magari per non pagarci l’iva su 🙂 ).
A me piacerebbe leggere invece le statistiche di reddito della parte di lavoratori non dipendenti per capire in che termini questa fetta di lavoratori contribuisce ai servizi della collettività.
Uno scontrino non emesso, al pari di una prestazione di lezione privata non dichiarata, reca un danno a tutti: meno tasse, meno gettito per il territorio, minor spesa per il territorio, servizi pubblici sempre più carenti, divario sociale sempre più ampio, delinquenza crescente, impoverimento e così, a spirale.
A noi però viene sempre data la possibilità di scegliere ed orientare le nostre scelte anche in funzione della buona condotta fiscale dei nostri “prestatori” d’opera, autonomi o docenti che siano
numeri sparati a vanvera che nn significano nulla o quasi. mi ricordano tanto la media dei due polli di trilussa: se io mangio due polli e tu nessuno, la media dice che abbiamo mangiato un pollo a testa. tanto x intenderci quello che è successo nel villaggio dove vive boccelli.
i ristoranti il sabato tutti pieni è stato già detto???