Anche a Corato è possibile aderire al referendum “Ripudia la guerra” recandosi all’ufficio elettorale del Comune dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il giovedì dalle 16 alle 18. Occorre presentare un documento di riconoscimento.
«”Ripudia la guerra” è il dettato dell’art. 11 della Costituzione ed è anche il nome del Comitato da noi costituito, guidato dal Prof. Enzo Pennetta, per promuovere il Referendum contro la guerra e contro l’invio di armi ai Paesi coinvolti in conflitti. Siamo ormai vicini alla guerra nucleare e dobbiamo interrompere questo rischio. La guerra in Ucraina è già costata all’Italia 10 miliardi di euro» afferma Massimo Tatullo, coordinatore cittadino per il referendum .
«Sono soldi che sarebbe potuti essere stanziati per lavoro, pensioni, case, ospedali, istruzione e trasporti. Larga parte del popolo italiano è contraria alla guerra ed all’invio di armi, ma la propaganda di TV, giornali e media mainstream spinge in senso contrario. Governo e Parlamento non recepiscono questo sentimento maggioritario del Popolo italiano a cui noi, invece, vogliamo dare voce.
Sii protagonista, firma e fai firmare per questo referendum, che è inattaccabile dal punto di vista giuridico, in quanto non finalizzato alla modifica dei trattati internazionali, così come vietato dalla Costituzione, bensì all’ambito della competenza tra Governo e Parlamento sull’invio delle armi. La campagna interessa tutto il territorio nazionale».
Intanto bisogna precisare. Non Governo e Parlamento ma Governi e Parlamenti. La guerra russo-ucraina o Russia-Nato è iniziata nel febbraio 2022, se non proprio nel 2014, con altri governi e parlamenti.
Poi che significa una raccolta di firme contro l’invio delle armi, mantenendo gli accordi internazionali?
Il primo è conseguenza dei secondi.
Semmai bisognerebbe porre la questione di questi ultimi, alla luce del rischio di un conflitto planetario con l’uso dell’atomica e alla luce dei grandi cambiamenti avvenuti a ottanta anni di distanza dagli accordi presi dopo la Seconda guerra mondiale.
esatto.
ma l’importante è manifestare, non si sa bene per che cosa…
importante è essere NON d’accordo con la politica della guerra.- e per gaetano bucci ricordiamo che i governi vanno e vengono- l’Italia è primatista mondiale- non per questo coloro che ADESSO ci amministrano sono in qualche modo compartecipi alle vicende della guerra,- spero vivamente che non ci guadagnino…ma non ci credo
Giustissima la considerazione del prof.Bucci!
L’Italia ha ceduto all’Europa ( inconsistente) la propria sovranita’ e siamo obbligati , obtorto collo, a seguirne i dixtat!
Purtroppo!
Ma c’è scat facen
Egregio Proff. Siamo tutti contrari alle guerre, non c’è bisogno di un referendum. Ma la “questione” Ucraina come la vuoi risolvere?
Andrà il prof Bucci a parlare da putin per chiedere di non fare più la guerra e di continuare inviarci GRANO e GAS come prima con la speranza che non lo mandi al fronte come carne da cannone
Comunque la politica estera non è per tutti
in buona sostanza questa petizione, al di là di ogni ipocrisia, chiede la resa dell’ucraina.
A parte la facile ma, in questo caso, inutile ironia, ho semplicemente affermato che i cortei per la pace non servono alla pace se non come manifestazione di principio e per stare in pace con la propria coscienza.
Prima della pace in Ucraina viene il discorso sugli equilibri militari strategici, ovvero per i prossimi decenni, tra USA e Unione Europea (ovvero di tutta la NATO) e la Russia.
La pace pertanto passa dalla chiusura delle azioni militari che l’Ucraina non vuole perché rivorrebbe non solo i “suoi territori” ma anche entrare nella UE prima e nella NATO dopo, e la Russia non vuole perché non accetta nessuno dei precedenti punti e, addirittura, non riconosce neanche Zelenski come diretto interlocutore. La guerra ucraina è una guerra degli USA contro la Russia che l’Ucraina sta facendo per procura.
Il nostro Paese può fare poco, quasi niente. Non può non inviare armi o altro se richiesto. Il punto è allora proprio questo. Cominciare ad opporsi alle richieste, anche perché non è interesse dell’Italia, e neanche di tutta l’Europa, avere la Russia come nemico, perché anch’essa è Europa. Se, malauguratamente, la Russia dovesse soccombere (ma questo non sarà possibile), ci ritroveremmo ad essere al confine di un nuovo ordine di contrapposizione mondiale tra Occidente e Oriente, il primo sotto l’impero degli USA, il secondo sotto quello della Cina.
Pertanto più che consolatorie e inutili marce per una pace a parole, dovremmo fare pressione perché l’Europa alzi la testa verso gli USA e cominci a rivedere la propria scomposta avversione militare verso la Russia.
Forse Papa Francesco è la sola persona abilitata ad avviare una speranza di riavvicinamento.