La testimonianza

«Ho avuto il coraggio di denunciare mio marito ma lo Stato mi ha lasciata sola»

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
violenza sulle donne
L'amarezza di una nostra lettrice vittima per anni di maltrattamenti
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L’introduzione della legge del 19 luglio 2019, cosiddetta “Codice Rosso”, con l’obiettivo di offrire maggiore tutela alle donne vittime di violenze, anche in ambito domestico, costituisce un importante strumento di contrasto alla violenza di genere. Da quando è in vigore la legge, lo strumento del codice rosso ha consentito una accelerazione negli interventi della polizia giudiziaria ed una più tempestiva risposta della giustizia rispetto ai reati di maltrattamenti, stalking, violenze sessuali e violenze in genere in ambito non soltanto familiare. Tante sono le donne che, grazie alla legge del 2019, hanno avuto il coraggio di denunciare e di liberarsi dal peso delle vessazioni.

Come la signora Lia (nome di fantasia) che, dopo quasi trent’anni di violenze psicologiche, ha avuto il coraggio di ribellarsi e di denunciare suo marito, il padre dei suoi figli.

«Non è stata una decisione semplice ma lo dovevo a me stessa e ai miei figli» ci racconta, quasi in uno sfogo. «Ho vissuto per quasi trent’anni costretta a subire violenze psicologiche, privazioni, a dover gestire l’umore della persona che avevo sposato e che mi ha reso la vita un inferno» aggiunge. Poi la decisione di attivare il codice rosso e raccontare tutto alle forze dell’ordine.

L’uomo, come da prassi, è stato allontanato da casa. Non vive più con sua moglie e i suoi figli. Conduce una vita in autonomia, con sollievo da parte di Lia.

C’è però il rovescio della medaglia. «Lo Stato, però, ci ha lasciato soli. Sul piano economico siamo sul lastrico, non si riesce ad andare avanti. Mio marito lavora, ha uno stipendio dignitoso. Io, però, dopo aver denunciato, posso contare solo sul reddito di libertà» racconta Lia.

Il Reddito di Libertà

Reddito di Libertà
Reddito di Libertà

Per le persone che accedono al “codice rosso”, lo Stato garantisce per la durata di 12 mesi il cosiddetto “Reddito di Libertà”. Si tratta di una forma di sostegno economico, per 400 euro mensili, erogato a quelle donne vittime di violenza che vengono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali, per consentire loro l’autonomia nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.

«Un contributo che, al giorno d’oggi – riflette Lia – riesce a malapena a coprire le spese vive della gestione di una casa. Per vivere non abbiamo più niente».

E trovare un lavoro non è semplice. «Ho più di sessant’anni, non ho più energie. Pur volendo cercare un lavoro non lo troverei» afferma dispiaciuta. «Tra le violenze che ho subito vi è quella di non aver potuto lavorare nonostante avessi un titolo di studio, di non aver potuto fare concorsi. Neanche la patente ho potuto prendere» confida. «Oggi avrei potuto sostenermi con il mio lavoro, e presto anche con la pensione. Tutto questo non posso più farlo».

Nessun passo indietro

Numero antiviolenza
Numero antiviolenza

Per Lia, però, aver denunciato è stata la cosa più giusta da fare. Lo rifarebbe senza esitazione. Con noi, però, riflette sul fatto che lo Stato non si è dimostrato pronto ad essere totalmente vicino alle donne che denunciano. La solitudine economica non è questione da poco.

Che non vi siano altre forme di sostegno, per chi non ha i requisiti del classico sostegno al reddito, è confermato anche dai vari uffici dei servizi sociali. Non è un limite comunale, bensì legislativo, nazionale. Gli uffici comunali possono valutare, ed eventualmente sostenere, il singolo caso; si tratterebbe tuttavia di azioni mirate, sporadiche, a favore di chi ha il coraggio (ancora una volta) di chiedere aiuto. E non è facile che ciò accada.

La storia

No alla violenza sulle donne
No alla violenza sulle donne

«Ho consegnato a voi la mia storia per stimolare una riflessione, per condividere un malessere che si aggiunge alle difficoltà vissute per decenni. Alle donne consiglio di denunciare i soprusi; ai governanti chiedo di essere più lungimiranti, più attenti. Chi denuncia vorrebbe riprendere a vivere e invece si ritrova ancora una volta a lottare per sopravvivere» conclude.

mercoledì 22 Marzo 2023

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carluccio
carluccio
1 anno fa

un’altra storia degna del teatro dell’assurdo. redditi di cittadinanza, sostegni di vario tipo, sussidi di ogni genere a dinastie di emeriti sfaticati, perdigiorno, grassatori e dall’altro lato persone in reale bisogno lasciate sole a “pentirsi” delle loro scelte.
allora che si parla a fare di “non un passo indietro”, “giù le mai”, “codice rosso”, se poi non viene garantito un sostegno almeno sufficiente?

Rosa
Rosa
1 anno fa

Secondo me, la legge dovrebbe obbligare il marito a offrire un aiuto economico a favore dei figli se, come in questo caso, “lavora ed ha uno stipendio dignitoso” come dichiara la povera signora Lia in questione e come succede in caso di divorzio.
Un mio modesto parere.

Falco
Falco
1 anno fa

Signora veda al piu presto un avvocato , logicamente in questo caso è suo marito che deve partecipare al suo sostegno visto che ha uno stipendio interessante

franco
franco
1 anno fa

prima di tutto ha fatto non bene ma benissimo questa Signora a sporgere(trent’anni!) denuncia- infatti ecco che la causa del dramma è stata allontanata.- adesso però che la Sua vita e quella dei suoi figli parrebbe tranquilla si pone il logico problema del come sopravvivere.- ebbene le istituzioni che hanno senz’altro letto questo post e se non lo hanno letto lo facciano subito ebbene gli uffici comunali e pubblici in genere NON HANNO il DIRITTO DI VOLTARSI ma il DOVERE DI INTERVENIRE D’URGENZA per la sopravvivenza almeno per la sopravvivenza di questa famiglia. non facciamo come per il naufragio appena passato dove chi DOVEVA NON E’ INTERVENUTO….

Lucrezia
Lucrezia
1 anno fa

Capisco a pieno la signora, quando è successo a me, non era ancora in vigore neppure questa legge…e mi ritrovai sola con 2 bambine piccole e senza neppure una casa. Anche i servizi sociali non mi furono di grande aiuto…x non parlare della legge…