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Lupi sulla Murgia innevata
L'intervista

Faccia a faccia col lupo, il racconto di Francesco Bernardi: «È una “divinità” e non è pericoloso»

Parola del fotografo naturalista che, tra i suoi soggetti, predilige i lupi presenti nel Parco dell'Alta Murgia
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Risale a poco più di un mese fa il ritrovamento della carcassa di un lupo nei pressi di Calendano, a circa una decina di chilometri dai centri abitati di Corato. L’animale, una femmina, è morto dopo essere stato investito sulla provinciale 238 tra Corato e Altamura.

Agli occhi di chi non si occupa di questi animali, aveva destato stupore il fatto che un lupo fosse stato individuato a una distanza dalla città tutto sommato abbastanza breve. In realtà, per gli addetti ai lavori, si tratta di una situazione nota e persino normale: lo aveva spiegato bene Luciana Zollo, funzionaria naturalista dell’ente Parco alta Murgia, che a CoratoLive aveva raccontato quanti esemplari popolino il nostro territorio, come siano organizzati i branchi e quali siano le loro abitudini.

Tra coloro che più di altri hanno avuto contatti molto ravvicinati con i lupi c’è il fotografo naturalista Francesco Bernardi, che spesso ha immortalato con la sua macchina fotografica Nikon questi animali che definisce «divinità, creature fiere, schive e intelligenti, devoti al branco e ai cuccioli, ma che amano vivere anche in solitudine».

Ruvese, classe ’86, Bernardi sin da piccolo ama «la natura, gli ambienti incontaminati e, soprattutto, la montagna. Da giovanissimo – racconta nell’intervista rilasciata a Veronique Fracchiolla -, in compagna di Dada, la mia prima fedele amica a quattro zampe, comincio a scoprire il Parco dell’Alta Murgia, da cui rimango completamente stregato. Comincio, dunque, a esplorare e a organizzare escursioni e, in compagnia della mia prima macchina fotografica, inizio a immortalare paesaggi e animali con l’obiettivo di fotografare lui, il lupo».

E, infatti, i lupi dell’Alta Murgia sono tra i suoi soggetti prediletti. Cosa la affascina di loro?

«“Sua Maestà” così schivo e diffidente di quell’ambiente naturale meraviglioso chiamato Montagna. Più a scuola mi educavano ad averne timore e io più me ne innamoravo. Poi il romanzo “Zanna Bianca” di Jack London ha fatto il resto… Ora, da persona adulta e consapevole, considero il lupo il simbolo della natura più autentica e selvaggia che resiste dinanzi alle devastazioni ambientali compiute dall’uomo».

Quanto tempo è necessario per catturarli nelle immagini?
«Non esiste un ipotetico tempo medio necessario per fotografarli. Talvolta mi è capitato di fotografarli dopo pochi minuti che ero giunto al punto di osservazione; in qualche occasione è successo addirittura di averli trovati già sul posto; ma, nella stragrande maggioranza dei casi, mi ci sono volute almeno un paio d’ore di attesa, pazienza e rigoroso silenzio. Alba e tramonto sono le fasce giornaliere in cui è più probabile che l’osservazione porti a dei risultati. Se riesco a fotografarli così spesso è solo perché dietro ci sono anni di ricerca, esplorazioni e decine di appostamenti senza successo».

Si è mai trovato “faccia a muso” con un lupo?
«Sì, più volte, e non ci sono proprio parole che possano descrivere quegli istanti. Solo brividi e batticuore e una sensazione di felicità appagante, unica».

Ma quanti esemplari di lupo ci sono nel Parco e in Puglia? 

«Premesso che si tratta di dati assolutamente non ufficiali, quella che segue è una personale stima da fotografo sulla base delle mie ricerche, che includono l’analisi dei dati dell’ultimo monitoraggio Ispra di maggio 2022, e dei miei appostamenti. Risulta impossibile stabilire con accuratezza il numero di esemplari, ma solo nell’area Parco Alta Murgia ci sarebbero 6-7 branchi di cui 3-4 nuclei riproduttivi. Si annoverano, altresì, branchi presenti stabilmente ormai nei territori a sud-ovest dei confini del Parco (Murgia materana); nel Parco Naturale regionale Terra delle Gravine, nel Tarantino; nel Subappennino Dauno; nel Parco Nazionale del Gargano e in Valle d’Itria».

Secondo il report dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, risalente appunto a maggio 2022, la popolazione di lupi, in Italia, è in aumento: si stima una presenza di oltre 3.000 esemplari. Un numero intorno ai 950 esemplari si muove nelle regioni alpine, mentre sono quasi 2.400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola. Se si calcola l’estensione delle aree di presenza del lupo (41.600 km2 nelle regioni alpine e 108.500 km2 nelle regioni peninsulari) – si legge in una nota dell’Istituto -, si può affermare che la specie occupa la quasi totalità degli ambienti idonei nell’Italia peninsulare. Ovunque la popolazione di lupo è cresciuta, ma sulle Alpi si è registrato l’aumento più significativo.

Allevatori e associazioni di categoria come Coldiretti lanciano allarmi sugli attacchi dei lupi al bestiame. È una preoccupazione giustificata, secondo lei?

«Coldiretti è un’associazione di categoria e come tale abbraccia e si fa portavoce di interessi privati, particolari, delle aziende del settore. E purtroppo gran parte di queste imprese, tuttora, a quasi 20 anni dalla sua istituzione, continuano a vedere il Parco ancora come una minaccia alla loro economia, piuttosto che una risorsa. A mio avviso, gli allarmi sugli attacchi dei lupi non solo non sono giustificati, ma non sono neanche giustificabili.

In Alta Murgia c’è sovrabbondanza di cinghiali, che costituiscono la preda principale dei nostri lupi. Inoltre, ricordo che la Regione Puglia, con l’art 2. della Legge Regionale 29 giugno 2018, disciplina la materia prevedendo l’erogazione di contributi e indennizzi per la prevenzione e per i danni da fauna selvatica. Se in Abruzzo le aziende usano i cani da guardiania per difendere le greggi dagli orsi, direi che possiamo riuscirci tranquillamente anche noi qui in Puglia con i lupi. Sia chiaro, quei già sporadici attacchi al bestiame comunque continueranno a esserci: il lupo è carnivoro e la predazione è nella sua natura; ma con il dialogo e la sinergia tra le imprese, la Regione e il Parco il problema, ammesso che ci sia, si dissolve».

I lupi hanno la fama – ingiusta – di essere pericolosi: quali azioni sono necessarie per far sì che questi timori si attenuino fino a scomparire?

«Guardi, in Italia non si registrano attacchi di lupi nei confronti dell’uomo da più di un secolo, cosa che invece non si può affermare per i cani randagi-rinselvatichiti o cani da guardiania. Ma, nonostante questo, per il ruolo chiave della percezione e della rappresentazione sociale che ha il lupo nell’immaginario collettivo, onestamente credo sia molto difficile arrivare a scardinare dalla testa delle persone l’immagine del lupo come animale cattivo e pericoloso, giacché è proprio in questa veste che sin da bambini ci viene raffigurato attraverso le fiabe e i racconti degli adulti. Non dare spazio sui media, che siano tv o giornali, a certa propaganda allarmista sarebbe già un bel passo avanti».

martedì 7 Marzo 2023

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Stefania
Stefania
1 anno fa

Allora:Viva il Lupo sempre!E togliamo
I cani randagi dalle strade….

Luigi Murgiano
Luigi Murgiano
1 anno fa

I lupi sono “pericolosi” solo per gli ignoranti e per quelli di Coldiretti