La rubrica

Una poesia per la giornata della memoria

Franco Leone
Le scarpette rosse del Campo di concentramento di Buchenwald
Per la Giornata della Memoria 2023 questa pagina accoglie una poesia ispirata a sua volta al titolo della poesia "C'è un paio di scarpette rosse" del 1944 della scrittrice fiorentina Joyce Lussu
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Per la Giornata della Memoria 2023 questa pagina accoglie una poesia ispirata a sua volta al titolo della poesia “C’è un paio di scarpette rosse” del 1944 della scrittrice fiorentina Joyce Lussu. Le scarpette di cui parla la poetessa appartennero ad un bambino di tre anni e mezzo, morto bruciato in un forno crematorio del campo di concentramento di Buchenwald vicino a Weimar nella Germania orientale, colpevole solo di essere nato ebreo. Delle scarpette era possibile vedere nella suola interna anche il numero 24, dettaglio che ha consentito di identificare l’età di quel bambino di cui non potremo mai sapere più niente. Anche sul suo nome ha avuto il sopravvento l’oblio. Di lui possiamo solo provare a immaginare il viso, sicuramente dolcissimo come quello di tutti i bimbi, e allo stesso tempo potremo immaginare di sentire le sue grida e il suo pianto inascoltati da chi lo aveva condannato a morte. Questa voce ancora grida nei silenzi dei nostri interrogativi e le sue lacrime ancora cadono dentro lo spazio del nostro tempo.

LE SCARPETTE ROSSE DEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BUCHENWALD

di Franco Leone

In cima a un mucchio di tante scarpette
vi è un paio rosso con suole perfette
che certamente appartenne a un bambino
a cui l’orrore ha negato il destino.
Cerchiamo ancora i suoi occhi che un giorno
furon col pianto buttati in un forno…
E immaginiamo smarrito il suo viso,
da cui per sempre fu spento il sorriso,

perchè gli tolser l’amor della madre
e gli sottrasser l’abbraccio del padre.
Nè l’un, né l’altra gli furono accanto,
neppur sentiron le grida e il suo pianto
quando il suo viso, i suoi occhi quel giorno
furon buttati e rinchiusi in un forno…
Ancor nell’aria il suo pianto si effonde
e sa trasmetterci angosce profonde.

Han le sue scarpe ancor nuove le suole;
ciò che ci infonde più strazio e più duole
è che del bimbo non resta più niente,
ma dentro l’anima un urlo stridente
arriva a noi più struggente e più atroce
e ci fa udir di quel bimbo la voce.
Lui ci ammonisce piangendo e ci inqueta:
“mai più nel mondo l’orror si ripeta.”

Ancor ci chiede implorando anche Dio
che su di lui non discenda l’oblio…

sabato 28 Gennaio 2023

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Rita Fiore
Rita Fiore
1 anno fa

Toccante descrizione hai donato
Franco a questo bimbo volato
in cielo dopo immagino tanta
ma tanta paura dolore e disperazione !
E l’infinita sensibilità e commozione profonda che travolge la tua meravigliosa poesia invade l’@nima ed’il cuore: ed’e’ impossibile leggerla senza trattener le lacrime:son
sicura Franco che mai e
poi mai potrà scendere l’oblio
su questo dolcissimo angelo
e su tutte le sfortunate
vittime di quel periodo
di paura e d’orrore.
Bravo, sei bravissimo,
tutto ciò ti fa immenso onore!
Complimentissimii Franco!
🌹❤️☮️🌹❤️☮️🌹❤️☮️🌹

Franco Leone
Franco Leone
1 anno fa
Rispondi a  Rita Fiore

Grazie Rita Fiore per aver condiviso queste emozioni. Questo messaggio è per me un dono di grande valore.

Rita Fiore
Rita Fiore
1 anno fa
Rispondi a  Franco Leone

Grazie infinite a te sempre Franco
per la tua Bravura, Talento e immensa e rara Sensibilità che riesci sempre a esprimere e donare con tanta
Genialità ed’emozione!
Grazie per le tue parole splendide!
Un salutone ciaoo 👋😊🌹